Sherlock Holmes

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Sherlock Holmes × Reader.

Bollino: 🟡

Rapporto: Amore

Richiesto da: MissCroft96

Sei sul treno per raggiungere la tua cara Londra.
Ne hai fatti di chilometri in treno per arrivare dal tuo College negli Stati Uniti alla tua dolce casetta inglese.

Hai da poco completato i tuoi studi in Psicologia forense e ti sei guadagnata già un posto di lavoro grazie a tuo padre: l'Ispettore Lestrade.
Per lettera ti ha parlato molto di questo suo collega, un consulente investigativo - o almeno è così che si definisce - scorbutico e cinico, arrogante ed egocentrico.
Un sociopatico iperattivo.
Tu lo conosci benissimo, tua madre ti mandava spesso ritagli del giornale inglese quando eri in America e quasi tutti i titoli portavano il suo nome:
Sherlock Holmes.
"Uno studio in rosso", "Il mastino dei Baskerville", "La valle della paura".

Il treno fischia. Sei arrivata a Londra.
Trascini la tua valigia fuori dal vagone guardandoti intorno alla ricerca di tuo padre.
Eccolo, seduto su una panchina, i capelli più bianchi e l'aria stanca. Ti avvicini sorridente e quando Lestrade si volta a guardarti un lampo di gioia sembra attraversarlo,
«T/n! Finalmente!» esclama stringendoti in un abbraccio,
«Ciao papà! Sembri davvero stanco» gli fai notare preoccupata,
«I miei casi e Holmes si contendono il merito del mio esaurimento» dice ridendo.

Passate davanti al vecchio teatro di Londra. Tuo padre frena bruscamente notando che parecchie persone sono radunate in cerchio e stanno fissando qualcosa. Insospettito scende dall'auto e tu lo segui.
Lestrade si fa largo tra la folla con il suo distintivo fino ad arrivare...
Ad un cadavere!
Una donna sulla quarantina dai capelli rossi e gli occhi azzurri sbarrati mentre fissano il vuoto, o quello che in un primo momento doveva essere l'assassino. È stata pugnalata due volte: allo stomaco e al cuore.

È in quel momento che lo senti.
«Scusate, ma non avete pagato alcun biglietto per questo spettacolo. E... Oh! Lestrade! Già qui?», un uomo alto dai ricci capelli neri e gli occhi singolarmente chiari vi si avvicina.
È lui. Sherlock Holmes.
«Holmes» lo saluta freddamente tuo padre.
Nel frattempo tu hai continuato a fissarlo e lui se ne accorge. Dopo averti osservato attentamente ti fa un occhiolino,
«A giudicare dai lineamenti...direi...la figlia di Lestrade!» stabilisce Holmes guardando l'Ispettore,
«Mia figlia non si fa stupire così facilmente» lo provoca tuo padre indispettito ricominciando ad esaminare il corpo,
«Intrigante» commenta Sherlock con espressione divertita,
«T/n Lestrade» dici porgendogli la mano, lui la stringe sorridendo,
«Sherlock Holmes» si presenta.

Lavorate al caso da tre giorni.
Oggi sei ritornata con tuo padre e Holmes al teatro per ispezionare ancora una volta la stanza della vittima - una cantante lirica - alla ricerca dell'arma.
Sfortunatamente non avete ancora scoperto nulla.
Sherlock continua a misurare la stanza a grandi passi tenendosi la testa fra le mani. Ormai hai capito che quando fa così dovete stare tutti in assoluto silenzio. Il Dottor Watson, al tuo fianco, osserva il suo amico come se si aspettasse un miracolo,
«Se ripercorressimo i passi dell'omicidio?» domandi guadagnandoti da tutti i tuoi colleghi un'occhiata preoccupata. Holmes si gira lentamente verso di te per poi abbassare le mani,
«Banale. Ma non ho idee migliori» afferma. Mentre ti dirigi per ultima verso la porta, una mano ti blocca il polso,
«Tu no, T/n» dice Sherlock osservandoti e ti fa cenno di chiudere la porta dietro di te. Lo fai.
«Bene. Io sono l'assassino e tu sei la vittima. Sei stata uccisa davanti allo specchio...e prima di morire sei stata molestata» spiega Holmes, tu ti metti davanti allo specchio,
«La spazzola era per terra. Quindi mi stavo pettinando i capelli» aggiungi girandoti verso il corvino. Vedi un lampo di luce negli occhi dell'investigatore che si avvicina frettolosamente a te cingendoti i fianchi,
«Io ti afferro.» si interrompe posando le sue labbra sulle tue. Resti scossa mentre Sherlock porta le tue braccia sulle sue spalle. Le mani dell'investigatore vagano lungo i bottoni della tua camicia,
«Non staremo andando troppo oltre?» chiedi ad un soffio dalle sue labbra,
«L'assassino è il suo l'amante. L'ha pugnalata mentre amoreggiavano. Lei non voleva dire al marito di loro. Poi ha lasciato scivolare l'arma nel vaso, dove l'ha nasconsta tra un numero insufficiente di fiori. Caso risolto.» spiega sorridente. Mentre stai per allontanarti credendo di aver finito Sherlock ti riafferra la vita baciandoti,
«Perché stai continuando?» domandi ansimando,
«Tu non fai parte del caso» risponde poggiando la bocca sulla tua spalla marchiandoti. Crea un percorso immaginario di baci umidi dalla tua gola alla clavicola, per poi risalire e riprendere possesso del tuo collo. Aumenti la presa su di lui quando ti solleva di peso tenendoti in braccio inchiodandoti alla porta. Passi le mani sotto la sua camicia sentendo la sua pelle in tensione al tocco.
Senti Sherlock ansimare il tuo nome sulla tua spalla, poi la sua mano si sposta lungo il tuo sedere, supera la gamba e inizia a muoversi sulla tua intimità, dove sei costretta a schiacciare la bocca contro la sua per non gemere.
Sposti anche tu la mano sul cavallo dei suoi pantaloni accarezzando e facendo leggermente pressione sul suo rigonfiamento. Geme a bassa voce nel tuo orecchio aumentando la velocità con cui ti stuzzica. Freni l'ultimo gemito sulle sue labbra mentre Sherlock schiaccia il suo corpo contro il tuo.

Vi risistemate per poi uscire dalla stanza,
«Allora?» chiede Lestrade,
«Ho risolto il caso» commenta guardandoti,
«Come?» incita l'Ispettore,
«Ho un altro caso da risolvere adesso. Ispettore. Dottor Watson» saluta afferrandoti per i fianchi e guidandoti verso l'uscita,
«Ti mostro il mio appartamento» ti dice sorridendo malizioso.
«HOLMES!».

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