Nico Di Angelo × Reader.
Bollino: 🟢
Rapporto: Amore
Richiesto da: sognosondesto
*Nome della tua città
Sei nella tua cabina che, per la cronaca, è la numero sedici. Figlia di Nemesi: Dea della Vendetta, della Giustizia e dell'Equilibrio.
Al contrario di alcuni tuoi fratelli - che non vivono al Campo - non sei molto vendicativa, tranne quando si parla di ingiustizie.
Sei molto abile con la tua frusta, ma sai usare tutte le armi a tua possibile disposizione.
Hai un caratterino irritante e testardo per questo non hai amici, l'unica che si degna di venire a parlarti ogni tanto è
Clarisse, figlia di Ares. Non ci parli molto, però ti fa piacere se ogni tanto viene a chiederti anche solo quanti ne hai buttati giù durante l'allenamento.Sei davanti alla Casa Grande e stai tranquillamente leggendo un libro quando delle risate ti interrompono, alzi di poco lo sguardo dalle pagine per vedere due figure stanziarsi davanti a te: Percy Jackson, figlio di Poseidone e Grover, il suo Satiro.
Ti rimetti a leggere e fai finta di nulla, ma i due ragazzi restano a fissarti per qualche istante
«Volete una foto?» domandi acida,
«Non volevamo.» inizia il ragazzo con i capelli corvini,
«Mi stavate fissando. Odio essere fissata» puntualizzi chiudendo di scatto il libro e andandotene con un sorrisetto sarcastico.Arrivi all'arena, sfoderi dalla cintura la frusta e inizi a lottare contro un manichino animato dai figli di Ecate. Dopo neanche un minuto è ridotto a brandelli. Quando stai per mettere giù la tua arma qualcosa ti colpisce alla spalla, ti giri trovandoti faccia a faccia con uno scheletro, stringi il manico della fusta e lotti abilmente riuscendo a mandare al tappeto la creatura. Per tua sfortuna c'è ne sono altri.
Con l'atteggiamento di un'amazzone riesci a buttarli giù tutti mentre in lontananza, un ragazzo che non ti sembra di aver mai visto ti fissa a bocca aperta e al suo fianco una voragine nel terreno si sta richiudendo con estrema lentezza.
Lo osservi attentamente: capelli neri mediamente lunghi e spettinati, occhi scuri con occhiaie nere ben peggiori di quelle dei nemici di Ipno, la carnagione pallida come quella di un vampiro; gli abiti neri e una giacca verde militare. Il ragazzo tiene in spalla una spada dall'elsa oscura come la pece. Ti senti stranamente attirata da lui, non ti irrita che ti stia fissando, anzi. Ti fa quasi piacere.Ti avvicini a lui con espressione finta infastidita - un'ottima bugiarda, sì -
«Ti serve qualcosa?» domandi alzando il tono di voce,
«Come hai fatto a battere i miei scheletri?» ti chiede ignorando la tua domanda,
«I "tuoi"? Lascia stare. Voglio sapere perché mi stavi squadrando?» ripeti, adesso ti stai un po 'innervosendo,
«Sei davvero cocciuta» commenta il ragazzo in un fievole sorriso,
«Ti apro in due!» esclami infastidita,
«Vediamo se mi batti» ti sfida lui puntandoti la sua spada e prima che possa sferrare un colpo con uno schiocco di frusta blocchi la sua elsa nera, fai una giravolta facendo perdere al ragazzo l'equilibrio. Ti attacca tentando una affondo ai tuoi fianchi, ma abilmente ti difendi, mentre stai già lasciando crescere il tuo orgoglio per la sudata vittoria, il ragazzo mena un fendente al tuo ginocchio con il manico della spada e tu cadi a terra sapendo di aver perso come una vera idiota,
«Nico Di Angelo. Figlio di Ade» si presenta il ragazzo con un largo sorriso porgendoti la mano per aiutarti ad alzarti,
«T/n T/c. Figlia di Nemesi» ti presenti tu afferrandogli la mano, con un gesto fulmineo ti alza e vai a finirgli addosso, ti distacchi un po' notando uno sguardo quasi compiaciuto sul suo viso,
«Cabina sedici, vero?» domanda con un sorriso furbo,
«Sì.»,
«Ci si vede» ti interrompe salutandoti e allontanandosi per poi uscire dall'arena. Resti imbambolata con sguardo confuso ancora fisso sul ragazzo che si allontana.Una volta tornata alla tua cabina lasci il libro sulla scrivania e ti butti sul letto. Rimpiangi di essere tornata nella cabina quando senti bussare alla porta
«Chi è?» chiedi alzandoti, nessuna risposta, la persona in questione senza segnali d'avvertimento spalanca la porta.
Te lo aspettavi.
Nico.
«Che ci fai qui?» chiedi,
«Esci un attimo» taglia corto aspettandoti sulla soglia,
«Perché?» domandi,
«Fallo e basta» sbuffa sonoramente mentre tu lo segui fuori dalla cabina.Cammina davanti a te, ad un metro scarso di distanza,
«Sei italiana?» osserva girandosi verso di te dopo qualche minuto di silenzio,
«Sì» rispondi fermandoti,
«Venezia» dice,
«Come?»,
«Io. Sono di Venezia. Tu?» chiede con gli occhi sgranati,
«N/c*» replichi con un lieve sorriso nostalgico,
«Ti manca?» domanda osservandoti attentamente,
«Abbastanza» commenti tristemente.
Nico ti prendende la mano e tutto attorno a voi diventa buio e gelido, è una sensazione per niente piacevole, ma per tua fortuna non dura molto e appena vieni accecata dalla luce, un caldo insopportabile ti circonda, tenti di guardarti intorno. Nico stringe ancora la tua mano,
«Tutto bene?» ti chiede quasi divertito,
«Cosa succede?» chiedi sbigottita notando di non essere più al Campo,
«Viaggio nell'ombra. Non è piacevole, ma ci fai l'abitudine. Siamo a Venezia» spiega,
«Non capisco»,
«Vuoi sapere perché siamo qui o ti serve del tempo per metabolizzare la cosa?» chiede con un sorriso di scherno,
«La prima» rispondi,
«Ti trovo interessante» confessa calmo,
«Non so se sentirmi lusingata o in pericolo» commenti sarcastica e senti Nico sospirare al tuo fianco.
Poi di scatto, in una frazione di secondo, il ragazzo ti cinge la vita poggiando velocemente le sue labbra sulle tue con veemenza. Devi mantenerti alle sue spalle per non cadere all'indietro, anche se sai che la presa di Nico ti avrebbe tenuto immobile. Resti bloccata all'inizio, ma senza sapere neanche per quale motivo, inizi a ricambiare il bacio e vi staccate con estrema lentezza,
«La prima» ripete le tue parole lui divertito dalla tua affermazione di poco prima. Ti fa un occhiolino e tu sorridi.