You?

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<<Che vadano tutti a fanculo>> Sascha stava camminando con le mani in tasca e la testa bassa.
<<Sempre a me capita, non è possibile. Forse Sabrina non mi capisce. Non è fatta per me. Non dovevamo neanche far nascere i due bambini ,secondo me>>continuò a parlare da solo.

Il vento spostava leggermente i suoi capelli. Il cielo era grigio come il suo stato d'animo. Pessimo per pensare al sole, ovvero Margo.
Dalla giacca che aveva addosso cercò il pacco di sigarette e l'accendino, però quest'ultimo non lo trovò.
<<Ah,come cazzo è possibile. Spero non sia stato Ryan. Non lo trovo mai nelle tasce del giubbotto. Se lo vedo gli rompo...>> si fermò appena vide un uomo seduto su una panchina che fumava tranquillamente mentre guardava un punto qualsiasi.

<<Mi scusi,potrebbe accendermi la sigaretta?>>

L'uomo, assolto nei suoi pensieri,si strofinò la barba e nel mentre cacciò una mano nel suo cappotto di kashmere, senza distogliere lo sguardo.
<<Ecco a lei>> ma quando si girò fece un piccolo solbazzo sulla panchina. Stava iniziando a sudare freddo.
Non capiva se avesse avuto ragione su chi fosse quella persona di fronte a lui.
<<Gentilissimo!>> rispose Sascha.

Accese la sua sigaretta e insipirò. Le piccole nuvolette che si creavano ,grige, andavano verso l'alto e si confondenvano con il cielo.

L'uomo dagli occhiali rotondi gli porse un fiaschetto di metallo pieno di vodka. Voleva sapere se fosse veramente lui o si stesse solo sbagliato.
<<Ne vuoi un pò?>>
<<Grazie mille>> Sascha si sedde affianco all'uomo e bevve un sorso dal fiaschetto.
<<Bella questa città>>
<<Mi sembrava straniero dall'accento>>rispose l'uomo con i capelli all'insù.
<<È così infatti. Ho perso un pò di confidenza con l'italiano sinceramente. Sa io sono nato e ho vissuto in italia, poi per vari motivi , me ne sono dovuto andare>>rispose l'uomo vestito elegantemente
<<Tutti se ne dovrebbero andare>>
<<Ah,mi dica ,sempre se vuole, e perchè?>>
<<Semplicemente perchè non si ha sempre quello che si vuole>>
<<Non è vero Sasc...>> l'uomo che gli sedeva affianco si bloccò.

Pensava di aver fatto una stupidaggine a lasciarsi andare per un secondo. Si sistemo il colletto della camicia, aspirò dal sigaro, e degluì.

<<Tu come sai il mio nome?>> ora Sascha lo stava guardando male, e si allontanò di più da lui.
Non ricevette la risposta,anzi l'uomo dalla barba ben curata si alzò dalla panchina e si incamminò in direzione opposta.

<<Ti ho chiesto come sai il mio nome!>>scandì bene le parole gridandole.
Lo strattonò portandoselo verso di sé.

Il battiti dell'altro acceleravano sempre di più. Le sue mani tremavano e le dita lasciarono di più la presa dal sigaro , che cadde a terra.
Non sapeva cosa dire. Ormai aveva capito chi fosse la persona di fronte a lui.

<<Sascha non voglio crearti problemi ,non obbligarmi a risponderti>>rispose freddo e soluto.
<<Dimmelo ,ora!>> questa volta fu tirato per il colletto, impedengli di respirare bene.
<<Sa-salvatore>> riuscì a pronunciare
<<Salvatore?>> Sascha allentò la stretta e la sua espressione si tramutò in disprezzo e curiosità. Squadrò il viso della persona di fronte a lui. E si rese conto veramente di chi fosse.
<<Salvatore Cinquegrana>>riuscì a dire, in fine.

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