Non aver paura

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Il drago lo fissava, immobile.

Del fumo nero usciva dalle sue fauci.

Sembrava che da un momento all'altro volesse attaccarlo.

Però il suo cavallo bianco era tranquillo, quindi forse non c'era bisogno di preoccuparsi.

Fece qualche passo in avanti.

Avanzò anche il drago.

«Ehi, bastardo a metà! Se non ti dai una mossa, facciamo sera» gli disse Bakugo, sporgendosi da sopra la testa del grande rettile rosso.

«La fai facile tu. Io non sono un allevatore di draghi!».

«Hai paura?».

Odiava quando aveva quel sorriso di scherno sul volto.

Non poteva assolutamente dargli ragione, per cui prese un bel respiro,
e colmò la distanza che lo separava dal drago.

Questi ruggì.

Todoroki non si mosse.

«A quanto pare gli piaci» affermò Bakugo, guardandolo.

«Eh?».

«Se non fosse così, ti avrebbe già incenerito. Sai, Votòlor tende a bruciare tutto ciò che non gli va a genio».

«Chissà da chi ha preso».

Katsuki non rispose.

Gli porse però la mano.

Shouto restò imbambolato a fissarla.

Si sentiva molto stupido.

Però il fatto di poterlo toccare gli provocava un nodo allo stomaco.

A un certo punto Bakugo lo afferrò per il braccio, facendolo salire sul drago.

«Sei strano ultimamente, lo sai?» gli disse.

«É di chi credi che sia la colpa?» sussurrò.

«Come?».

«Nulla. Niente di importante».

Il giovane dai capelli biondi si alzò e agilmente si sedette dietro di lui.

Todoroki sussultò.

Bakugo aveva appoggiato il corpo al suo e messo le mani sopra le sue.

«C-che stai facendo?».

«Ti aiuto a guidare Votòlor. Non crederai che te lo lasci fare da solo, vero?».

Shouto si sentiva prendere fuoco.

Il suo volto era diventato rosso come la metà dei suoi capelli.

C'era decisamente qualcosa che non andava in lui.

Nel frattempo il drago cominciò a sbattere le ali e in poco tempo prese quota.

Da quell'altezza si vedeva il castello e tutto il circondario.

Era uno spettacolo mozzafiato, ma Todoroki era troppo sconvolto da se
stesso per accorgersene.

Non riusciva a capacitarsi di ciò che stava provando.

Non riusciva a capire ciò che stava provando.

Tutte quelle sensazioni erano nuove per lui.

Bakugo appoggiò la testa sulla sua spalla.

I battiti del suo cuore accelerarono.

Voleva forse farlo morire?

«Non essere così rigido. Non c'è nulla di cui aver paura. Ci sono io qui con te».

Le parole, stranamente dolci, di Katsuki risuonarono nella sua testa e lo rilassarono.

In fondo, non c'era motivo di rovinarsi quel momento a causa dei suoi dubbi.

Si lasciò andare.

Chiuse gli occhi, e appoggiò la testa su quella di Bakugo.

Quest'ultimo sussultò, sorpreso.

«Hai ragione, se ci sei tu con me, non ho nulla da temere» sorrise Todoroki.

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