Felicità

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Todoroki, rosso in volto, sorrise.

Bakugo gli aveva appena detto che anche lui provava le sue stesse cose.

Non poteva essere più felice.

Senza pensarci gli saltò addosso, facendolo cadere.

«Ehi piano! Sono così bello che non riesci a starmi lontano?» domandò ironicamente l'allevatore di draghi.

«Si».

Ah, lo aveva detto ad alta voce.

Divenne ancora più rosso di quanto già non fosse.

Anche Bakugo però lo era.

«Smettila di dire queste cose, bastardo a metà».

«Perché?».

«Perché mi mettono a disagio. Non so come comportarmi».

In effetti, aveva una faccia un po' spaesata.

Sembrava un cucciolo di Bakugo che guardava per la prima volta il mondo.

Non riuscì a non sorridere.

«Non fare quella espressione!».

«Quale espressione?».

«Quella che hai sul viso in questo momento».

«Sto solo sorridendo».

«Si, ma è un sorriso diverso dal solito. È...».

«Cosa?».

«Hai capito benissimo. Non pensare di potermi prendere in giro, Todoroki».

Il principe rise genuinamente.

«Sono solo felice. Felice di poter stare finalmente con te».

Bakugo gli mise una mano sulla faccia.

«Smettila con queste cose smielate».

«Ma...».

«Dì piuttosto che non vedi l'ora di avere il mio corpo. L'ultima volta ti era piaciuto particolarmente quello che ti avevo fatto».

Il volto di Shouto prese fuoco.

«Visto?».

«A-anche tu vuoi il mio corpo. E anche a te è piaciuto quello che ti ho fatto l'altra volta» disse, cercando di ignorare l'imbarazzo. «Anzi, sei stato proprio tu ad iniziare. Quindi, questo vuol dire, che il mio pe-».

Katsuki lo fece tacere con un bacio.

Ah, era bello quando – a dispetto delle parole – prendeva l'iniziativa.

Sorrise di nuovo.

Non poteva essere più felice.

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