Atto d'amore

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«Per essere il corpo di un umano non è male» disse il demone.

«Esci immediatamente da Shouto!» urlò Bakugo.

«Non credo proprio. Ho bisogno di lui per realizzare il mio obiettivo».

«Come vuoi tu. Ti farò uscire con la forza. Sappi che non sarà piacevole, ti ridurrò in briciole».

«Accomodati pure, ma se vuoi sconfiggermi dovrai uccidere questo corpo».

L'allevatore di draghi rimase immobile, sconvolto.

Il demone rise.

«Oh, non fai più il gradasso ora?» lo attaccò senza preavviso.

Bakugo si spostò, ma non riuscì ad evitare il colpo successivo.

Un forte pugno lo colpì dritto allo stomaco, sbalzandolo a terra.

Si alzò prontamente, ma un attimo prima di scagliare un'esplosione esitò.

Non poteva attaccare Todoroki direttamente.

Non voleva fargli del male.

Il demone ne approfittò, ferendolo alla mano.

«Mi sembri abbastanza intelligente da capire di non potermi battere. Per il tuo bene ti conviene arrenderti».

Katsuki lo guardò con aria di sfida: «Non lo farò mai».

«Peggio per te allora. Muori per mano del tuo principe».

«No. Lui si libererà di te, io lo so. Lui è forte».

«Lui non c'è più».

«Ti sbagli».

Bakugo gli corse incontro e lo abbracciò.

Il suo petto e il suo braccio furono trafitti dalle sporgenze appuntite del demone, ma nonostante ciò non mollò la presa.

«Ehi bastardo a metà» disse con fatica. «Io so che ci sei. Lo sento».

Il sangue cominciò a scorrergli lungo al corpo.

«E poi non ti lascerò andare via così» proseguì. «Perché ti amo».

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