8) CLAUDE

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Sfortunatamente, la frenesia e l'adrenalina lasciarono nuovamente posto alla confusione pià totale quando Ciel si ritrovò, alle sei del pomeriggio, seduto su una panchina del parco, il luogo prestabilito da quel tipo il cui nome era Claude.
Strinse le ginocchia con le mani, nervosamente, non ne comprendeva il motivo, eppure si sentiva nervoso, come se quell'incontro gli avrebbe portato solo guai, e di guai ne aveva già abbastanza a dire il vero, adesso che si trovava nuovamente in balia di quei pensieri, avrebbe tanto voluto capirci qualcosa, e  soprattutto avrebbe voluto con se Sebastian, sempre pronto a farlo sentire sicuro, ma lui non era lì, o per meglio dire, c'era, ma non lo conosceva.

I suoi pensieri vennero interrotti quando vide in lontananza, la sagoma di un uomo: egli avanzava a passo sicuro verso di lui, portava gli occhiali da sole ed era vestito con un abito simile al suo solo dai toni grigi, con la cravatta che si distingueva per il colore nero e a tratti addirittura color oro, un abbigliamento di certo azzardato, aveva i capelli neri, con un ciuffo ribelle che gli ricadeva sul viso e che si occupava di scostare con un movimento sensuale della mano.
Rimase a fissarlo per qualche secondo, incredulo e un pò intimorito, quel tipo pareva trasudare sicurezza e fascino da tutti i pori, una sicurezza che però era in grado di farlo sentire a disagio, e si sentì ancora di più così quando quello che era un estraneo lo raggiunse nella panchina, sedendocisi accanto.

Quest'ultimo si tolse gli occhiali scuri, rivelando gli occhi color oro e intensi e il viso dai lineamenti delicati, oltre alla sua espressione che pareva perennemente seria.
"Ciao Ciel - lo salutò per poi guardarsi intorno - ti ha seguito nessuno?"
"Emh... no" - rispose un pò incerto, ma prima che potesse aggiungere altro, Claude gli fu addosso, cingendolo e soffocandolo in un bacio possessivo e quasi vorace. Inizialmente il più giovane rimase immobile, spalancando gli occhi, ma non appena ebbe realizzato quale fosse la situazione, si scostò con violenza, tremando.
"Ma cosa fai?! - urlò - sei impazzito forse? Io non ti conosco neanche!"
"Come siamo aggressivi - fece il più grande guardandolo con fare malizioso - va bene che non abbiamo avuto molta occasione di vederci per il momento, però se vuoi punirmi, io non mi opporrò"
"Che cosa?! - arrossì, capendo al volo a cosa stesse alludendo - Tu.. tu... io... Tu mi hai baciato?!"
"Ebbene? - domandò inarcando un sopracciglio - non è la prima volta.  Cosa c'è, hai forse un amnesia? - si avvicinò al suo viso, quasi ipnotizzandolo con lo sguardo - hai dimenticato io chi sono?".
Ciel avrebbe voluto rispondere, ma quel tipo era inquietante, così come inquietanti erano i suoi occhi dal colore insolito. Non era la prima volta che vedeva occhi dal colore così strano, ma quelli non erano di certo paragonabili a quelli di Sebastian.

E il pensiero che subito dopo lo sopraggiunse fu, aveva baciato qualcun'altro che non fosse lui, qualcuno che neanche conosceva.
"No - balbettò abbassando lo sguardo - non ti conosco"
"Ho capito - disse Claude tirandosi su e tirandolo per un braccio - ho capito che hai voglia di giocare. Ma sta tranquillo, se davvero non ti ricordo chi sono, potrò rinfrescarti le idee".
Ipnotizzato dalle sue parole, si fece trascinare sin dentro la sua lussuosa macchia. Rimase in silenzio per tutto il tempo, mentre teneva gli occhi fissi e spalancati sul guidatore dalla superbia bellezza che lo stava portando probabilmente nel suo covo. Tremò, non voleva cacciarsi in situazione ben peggiori di quelle in cui già si trovava, e si dannò mentalmente, poiché avrebbe fatto bene a non andare a quell'appuntamento, ma forse, visto ciò che stava accadendo, doveva avere una qualche sorta di rapporto particolare con quel Claude, o almeno così pareva.
Dopo qualche minuto, quest'ultimo accostò la macchina, scese dall'auto per poi fargli segno di seguirlo.
Un pò intimidito, il più giovane dei due lo seguì fin dentro quella casa, e una volta giunto all'interno poté osservare come l'abitazione fosse bella e ben arredata come la propria. Si guardò intorno, sentendo il respiro farsi sempre più pesante, si sentiva in un certo senso in trappola.

Kuroshitsuji-Black Butler/ mondo parallelo (cielxSebastian) [COMPLETATA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora