22) SOLO UN ERRORE

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Le ore passarono, ma non seppe dire se velocemente o lentamente. Questo perché Ciel era fin troppo nervoso per evitare di distaccarsi dalla realtà  a causa di quella sconcertante notizia che aveva appena ricevuto.
Aveva la nausea tanto i nervi gli attanagliavano lo stomaco, avrebbe voluto tirare un pugno a tutto ciò che avrebbe incontrato sulla sua via, ma sapeva che doveva trattenersi.

Magari tutto ciò che Alois aveva affermato era stata solo una bugia, forse quest'ultimo aveva inteso la complicità che stava nascendo tra lui e Sebastian, e magari voleva fare di tutto per mettersi in mezzo.
Era sicuro che Sebastian gli avrebbe confidato una notizia così importante, eppure non lo aveva fatto, che non volesse fargli sapere nulla per non farlo star male? No, sicuramente si stava dando troppa importanza, probabilmente non voleva farglielo sapere perché non erano fatti suoi. Ma non poteva permettere che fosse tutto interrotto, non ora che si erano baciati, doveva assolutamente riconquistare quello che era e sempre sarebbe stato l'amore della sua vita.
Tutti questi pensieri non facevano altro che aumentare il suo malumore, tanto da costringerlo a torturarsi le mani. Era arrabbiato, furioso, sia con Aois, ma soprattutto con Sebastian.
Egli era praticamente "nessuno", ma pretendeva comunque delle spiegazioni.

Si affrettò ad uscire dal suo ufficio, con uno sguardo rabbioso che in realtà pretendeva di nascondere solo quello di infinita tristezza, la sua meta sarebbe stata il negozio di antiquariato. Non appena fu fuori però, ebbe appena il tempo di guardarsi intorno, che immediatamente due braccia purtroppo molto familiari lo catturarono.
"Claude!" - fremette non appena i propri occhi blu si furono incrociati con quelli color oro dell'uomo.
"Sorpreso di vedermi? - sussurrò attirandolo a se e guardandolo in modo inquietante - vai da qualche parte?"
"In verità sì! - disse deglutendo nervosamente per poi ricomporsi - ho del lavoro da sbrigare, cosa che dovresti fare anche tu"
"Ma sentitelo - disse attirandolo nuovamente a se, questa volta però con più forza - faccio quel che mi pare. Io ho diritto su tutto - lo guardò - su te - gli accarezzò il collo  - e sul tuo corpo".
A quel punto Ciel spalancò gli occhi, deciso a non voler mai più farsi sfiorare da quel tipo, ne aveva avuto abbastanza delle sue violenze.
"Lasciami!". Dicendo ciò, egli gli lanciò uno schiaffo in pieno viso con un movimento veloce che lasciò di sasso lo stesso Claude, il quale si vide costretto a mollare immediatamente la presa per lanciargli una delle sue solite e malvagie occhiate.
Il più piccolo deglutì nervosamente a quello sguardo, sapeva di aver fatto qualcosa di avventato, quell'uomo poteva diventare molto pericoloso se provocato in questo modo, ma dall'altro lato non poteva più permettersi di mostrarsi una povera preda.

"Io - mormorò ritraendo la mano - se non ti dispiace.... adesso dvo andare". Senza aggiungere altro, mosse un passo, passandogli praticamente accanto, così vicino da poter avvertire il suo tremore, fino a lasciarselo alle spalle.
Quello che però non poteva sapere, era che l'uomo non aveva intenzione di lasciarlo andare.
Quello schiaffo aveva suscitato in Claude una sorta di istinto animalesco che voleva portarlo a marchiare il suo possesso su ciò che secondo lui gli apparteneva, proprio per questo, non esitò dal pedinarlo. Immediatamente salì sulla sua macchina sportiva, badando bene a non farsi vedere da Ciel, che qualche metro più avanti camminava spedito e un pò tremante verso la sua prossima meta.

Immaginava, anzi, era certo che il suo Ciel, avesse qualcun'altro, e quando avrebbe scoperto chi fosse questo qualcuno, glie l'avrebbe fatta pagare, perché nessuno poteva portare via la preda ad un predatore.
Guidò lentamente per alcuni minuti, fin quando si vide costretto ad accostarsi alla vista del giovane avvocato che stava ora entrando in un negozio di antiquariato.
Egli sembrò pensarci un pò prima di entrare, magari avrebbe potuto far finta di niente, evitare una simile discussione, o semplicemente lasciarsi andare.
Si morse le labbra, respirando affannosamente prima di spingere la porta che fu seguita dal rumore di un campanellino, per poi trovarsi dentro il negozio, dove fortunatamente vi era solo

Sebastian, o almeno così sembrava.
Quest'ultimo si voltò a guardarlo, e nel farlo non poté fare a meno di arrossire e sorridere come un ebete, cosa che anche Ciel si ritrovò a fare per poi ricomporsi immediatamente, un'espressione che cambiò anche nel ragazzo dai capelli corvini, ora fin troppo serio.
"Ciao" - salutò il più piccolo mostrandosi il più indifferente possibile.
"Ciao Ciel - ricambiò il saluto l'altro, andandogli incontro con fare molto imbarazzato - emh... io... ti chiedo perdono per l'altra volta... non so cosa mi sia preso"
"Perché mi chiedi scusa?" - sussurrò con un filo di voce, sentendo le lacrime agli occhi al pensiero dell'emozione di quel bacio.
"Il bacio - mormorò - mi rendo conto che è stato solo un errore". Il ragazzo più piccolo sentì il proprio cuore perdere un battito a quell parole.
Solo un errore? Solo uno stupidissimo errore? Era quindi questo ciò che lui pensava?

Kuroshitsuji-Black Butler/ mondo parallelo (cielxSebastian) [COMPLETATA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora