34) UN NUOVO INZIO

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Ultimo capitolo

Ciel aprì gli occhi, e la prima sensazione che immediatamente lo avvolse, fu quella di un nodo e un'ansia allo stomaco assolutamente incomparabili.
Non poteva credere che quello fosse proprio il giorno del suo matrimonio, un giorno che aveva sperato di non dover affrontare e che invece era ormai giunto. Lì ad attenderlo sull'altare, non ci sarebbe stato Sebastian, bensì un'altra persona che non amava ma con cui si sarebbe ritrovato a vivere, poiché tutto ciò che fin ora aveva provato a fare era stato inutile. Lui e la persona che amava erano stati separati per causa sua, se solo avesse colto l'occasione nel momento giusto, allora forse non si sarebbe ora ritrovato in quella vita che non gli apparteneva, ma oramai era troppo tardi. Sebastian avrebbe vissuto felice con Alois, nel suo negozio, si sarebbero sposati arebbero fatto tutte quelle cose che aveva immaginato di poter fare insieme a lui.
E invece, nulla di tutto ciò sarebbe mai esistito, come non vi era mai esistito nulla del loro "noi".
Si alzò dal letto, e dopo essersi lavato, si vestì svogliatamente, indossando il proprio abito da cerimonia color blu scuro, e una volta che si fu guardato allo specchio, stentò a credere che quello fosse proprio lui, mai avrebbe pensato di potersi vedere in quelle vesti, e soprattutto con una persona che non fosse il suo Sebastian.

"Ci siamo Ciel - sussurrò tristemente - oramai non si torna più indietro". Si guardò ancora, sentendo l'irrefrenabile desiderio di versare lacrime amare, ma si astenne dal farlo quando la porta si aprì, e la figura di sua madre elegantemente vestita e con un'espressione emozionata sul volto, si fece avanti.
"Ciao mamma" - la salutò sforzando un sorriso.
"Ciao tesoro - disse guardandolo - stai davvero benissimo - gli si avvicinò, afferrandogli la cravatta - lascia però che ti sistemi". Egli annuì, non riuscendo però a reggere lo sguardo della donna, e ripensando che quella era proprio la vita che tutti avrebbero voluto per lui, la vita che solo per un secondo aveva desiderato avere e che adesso stava avendo, contro ormai ogni sua volontà. Rachel non riuscì a non notare la sua espressione strana, e di conseguenza si lasciò andare ad un sospiro.
"Figlio mio, oggi è il giorno del tuo matrimonio, ma non ti vedo affatto felice - sussurrò - anzi, è da parecchio tempo che non lo sei. Cosa c'è che non va? Hai forse cambiato idea?"
"E' soltanto che - rispose continuando a tenere lo sguardo - questa vita... non la sento mia"
"Se non te la senti di compiere questo passo, non devi farlo" - gli disse cercando il suo sguardo. Ciel alzò poco dopo gli occhi dello stesso colore della madre, guardandola. Una vita in solitudine o con qualcuno che non fosse Sebastian non avrebbe fatto differenza, sta di fatto che adesso non voleva più deludere i suoi genitori, avrebbe fatto quello che avrebbe dovuto fare sin dal principio, mettendo da parte quel sentimento.

"Sì che me la sento - disse tranquillizzandola con un sorriso  - voglio rendervi orgogliosi di me". Rachel fece per dire qualcosa, ma s'interruppe nel vedere il marito entrare in camera.
"Oh, eccovi qui - disse sorridendo - Figliolo, è già tardi, e in genere è la sposa a farsi attendere"
"Sì, infatti - sospirò - sarà meglio... andare". Dopo aver detto ciò, egli e i suoi genitori si diressero verso la lussuosa macchina nera che li avrebbe condotti fino al luogo della cerimonia.
Ciel si sedette nervosamente, contorcendosi le mani e guardando continuamente fuori dal finestrino, nella speranza di un miracolo che sicuramente non sarebbe mai arrivato. Oramai pareva inutile continuare a sperare, ma forse fino all'ultimo non sarebbe stato in grado di rassegnarsi.
Nonostante sperasse che il tempo trascorresse più lentamente possibile, dopo circa mezz'ora scorse il parco dove avrebbe dovuto sposarsi, scorgendo tutta la gente già seduta.
Respirò profondamente, e dopo aver spinto lo sportello scese, seguito dai suoi genitori, per poi dirigersi a passi lenti e pesanti sin dentro il parco verde su cui vi era un'altare. Deglutendo e portandosi una mano sul cuore prese a camminare, quello era in genere il giorno più felice per ogni persona innamorata, ma non per lui, quello avrebbe soltanto segnato l'inizio di una vita vuota  e insignificante.
Arrivò ben presto all'altare, dove prese a torturarsi nuovamente le mani e a tremare, mentre l'ansia aumentava, così come i battiti del suo cuore. Poi improvvisamente sussultò, quando vide tutti i presenti alzarsi e quando udì il suono della marcia nuziale che preannunciava l'arrivo della sua sposa, avvolta in un abito bianco e sgargiante.

Kuroshitsuji-Black Butler/ mondo parallelo (cielxSebastian) [COMPLETATA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora