14) SOLO AFFARI PT2

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Quando la giornata finì, Ciel si apprestò a tornare a casa, era molto stanco, ma nonostante ciò, quando si mise a letto, non riuscì a prendere sonno, stava con lo sguardo fisso verso l'alto, con l'insistente rumore dell'orologio accanto a se per torturarlo. Doveva assolutamente trovare un modo per allungare le pratiche, più avrebbe avuto tempo e più avrebbe avuto l'occasione di provare a riconquistare Sebastian, nonostante quest'ultimo fosse fidanzato con un altro e non avesse proprio una bella opinione di lui, ma adesso era finito il momento di fare lo sciocco, gli avrebbe dimostrato lui chi era e cosa voleva essere, il problema era che non sapeva come fare.

Si rigirò da un lato e poi da un'altro parecchie volte, le ore sembravano non passare mai, avrebbe voluto che la mattina fosse arrivata presto, poiché era il lavoro l'unico legame per il momento univa lui e Sebastian, l'unica opportunità che aveva e che doveva assolutamente sfruttare.

La notte la passò insonne, e quando l'alba sopraggiunse, la prima cosa che fece fu alzarsi dal letto, con un nodo terribile allo stomaco, vestendosi poi con i propri abiti d'ufficio blu scuro, sistemandosi i capelli e cercando di ignorare oltremodo l'espressione orribile che aveva stampata in viso a causa della mancanza di sonno.
Uscì a piedi da casa sua, e in meno di dieci minuti raggiunse il negozio che era ovviamente ancora chiuso, così decise di sedersi su una panchina lì di fronte, sorseggiando il caffè che aveva poco prima preso per cercare di tenersi in forze. Guardò e riguardò quell'insegna, ricordando come suonasse bene il proprio cognome accanto a quello di Sebastian, pensando a come fosse strato che tutto ciò che gli era sempre appartenuto, adesso non era più suo.

Fece per chiudere gli occhi, quasi come se volesse lasciarsi andare ad un sonno ristoratore, ma fu portato a sussultare da una voce a lui familiare.
"E' qui così presto, avvocato?" - domandò Sebastian inarcando un sopracciglio.
"Mi piace che le cose siano fatte di prima mattina - disse accennando un sorriso - come vede, adesso siamo riusciti a incontrarci in maniera più normale"
"Sì... lo vedo - disse sorridendo - allora forse non è pazzo come credevo... mi dispiace di averle detto ciò"
"Non posso contraddirla, dopotutto mi sono comportato da stupido, ma posso assicurarle che non accadrà più" - disse ricambiando il sorriso e perdendosi nei suoi occhi scarlatti, uno sguardo che fu ricambiato e da cui il corvino dovette riprendersi.
"Emh... adesso.. adesso apro il negozio" - balbettò, per poi alzare la saracinesca e aprire la porta chiusa. Quando Ciel vi fu dentro, si guardò intorno, respirando l'odore di quegli oggetti che gli piacevano tanto, rivolgendo particolare attenzione al carillon sempre esposto in prima fila e che a quanto pare nessuno comprava, quasi come a volergli ricordare di ciò che fosse successo.
"Dunque - fece sgranchendosi la voce - innanzitutto, ho portato qui il foglio da compilare con i suoi dati anagrafici". Senza pensarci troppo, egli estrasse un foglio e una penna, poggiandolo sul bancone, e iniziando a compilare il tutto al posto di Sebastian, il quale lo guardò con gli occhi sgranati.
"Ma....? - chiese - Ma lei come fa a sapere.... tutte queste cose su di me?"
"Eh? - chiese alzando lo sguardo, dandosi mentalmente dello stupido - No è che... Alois! E' stato Alois a dirmi tutto, così mi sono preso la libertà di.. di.. senta, continuiamo pure, ok?". Sorrise nervosamente, non andava bene, si stava nuovamente comportando da stupido, ed inoltre, l'averlo così vicino lo metteva in ansia, avrebbe tanto voluto baciarlo, ma doveva astenersi dal fare cose stupide o avventate, o addio a tutti i suoi piani.
"Metta... metta una firma qui" - sussurrò indicandogli un punto del foglio. Sebastian prese la penna è firmò il punto indicato, alzando poi lo sguardo e donandogli un'occhiata intebsa che lo fece rabbrividire.
"Fatto - sussurrò - senta, so che queste non sono cose facili, quindi, nonostante tutto, apprezzo molto l'impegno che vuole metterci"
"Si figuri - disse distogliendo lo sguardo - non potevo ignorare una richiesta da parte di un mio cliente. E poi - lo guardò - un sogno è un sogno, e nessuno ha il diritto di infrangerlo"
"Oh - disse sorpreso - strano sentire parlare  quelli come lei, che hanno tutto, di sogni. L'unica cosa che voglio è non chiudere la mia adorata attività, ci tengo molto"
"Mi creda, lo so - rispose poggiando istintivamente la mano sulla sua - e giuro che farò il possibile per aiutarla". Entrambi si guardarono nuovamente, a quel tocco, avvertirono i propri cuori battere leggermente più veloci, un qualcosa che il moro non si seppe spiegare, così come non sapeva spiegarsi lo sguardo di quel tipo fisso su di lui.
"Comunque - fece poi Ciel allontanandosi - basta parlare, l'importante è fare i fatti. Ci sono molti arretrati che deve pagarne, se potrebbe cominciare ad estinguere buona parte del suo debito non sarebbe male, ma occorre andare in banca"
"Oggi non posso proprio - sospirò - Alois non c'è e non posso lasciare così il negozio. Magari.... magari domani potrei"
"Oh.. va bene, ma sarò necessario che io venga con lei - disse arrossendo - dopotutto, non vorrei che ci fossero problemi"
"Va bene - rispose annuendo, per poi prendere uno dei tanti bigliettini per porgerglielo - tra i due è solo Alois ad avere il suo numero, per tanto mi chiami, così potremmo metterci d'accordo per l'orario e il resto"
"Sì! - esultò prendendo il biglietto per poi ricomporsi - è... un ottima idea. Ci vediamo domani - gli porse una mano stringendogliela - è stato un vero piacere, signor Sebastian, vedrà che andrà tutto bene"
"Ormai comincio a crederlo anche io - sorrise - inizio a credere che il nostro incontro non sia stato poi casuale, ma forse predestinato"
"E' molto... molto probabile" - concluse, staccandosi a fatica da quella presa.

Dopo che si furono salutati, Ciel uscì dal negozio, sospirando e stringendo a se il bglietto per poi metterlo in tasca assieme al biglietto della famosa fiera, in modo che potesse stare al sicuro.
Alzò gli occhi al cielo, stringendo la sua ventiquattro ore e sentendo per un' attimo la propria stanchezza scivolare via, forse aveva indovinato, il destino voleva davvero dargli una seconda possibilità.

Kuroshitsuji-Black Butler/ mondo parallelo (cielxSebastian) [COMPLETATA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora