《1》

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«Non ci penso nemmeno! Te lo scordi. Mi hai sentito? Te lo s-c-o-r-d-i»

Incrocio le braccia al petto come un bambino, mantenendo il broncio.
È da almeno mezz'ora che mia madre cerca di convincermi a trovare un lavoretto estivo.

Come può solo pensare che mi piacerebbe?
L'estate è fatta per dormire, mangiare, guardare serie tv, mangiare, mangiare, dormire e mangiare.

«Mi dispiace dirtelo signorino, ma ho già trovato qualcosa per te»

Il suo sorriso malefico mi fa spalancare la bocca. Sta scherzando, sta sicuramente scherzando.

«Ho chiamato tua zia Molly e mi ha detto che è in cerca di animatori per quel villaggio vacanze accanto a casa sua»

Mia zia vive in un paesino vicino il mare e ogni estate andiamo da lei per qualche settimana, giusto per salutarla dato che non ci vediamo per tutto l'anno.
Lavora come hostess, per questo è sempre in viaggio.

Più volte mi aveva accennato di quel villaggio, più per essere un cliente che un animatore, ma le avevo sempre detto di no dato che odiavo i bambini... O gli altri esseri umani.

L'unica che mi va a genio era lei... E mia madre quando non mi gioca questi brutti scherzi.

«Non ho nessuna intenzione di farlo!» rispondo stizzito, con un acuto che nemmeno riconosco mio.
Mi schiarisco la voce prima di continuare.
«Ti sembra che io sia responsabile abbastanza per guardare dei bambini? Ti ricordo che fino a ieri giravo in casa con un mantello»

La carta dell'irresponsabilità funzionava sempre. Anche se voleva semplicemente mandarmi a fare la spesa le ricordavo che ero un imbranato e che una volta ero caduto dal marciapiede, slogandomi una caviglia.
Sì, è possibile.

Ma lei è sempre di un passo avanti a me quando vuole ottenere qualcosa.
«Infatti. Questa esperienza ti aiuterà a maturare. E poi non sarai da solo! Ho sentito che anche un altro ragazzo ha fatto domanda per lavorare lì e ha perfino la tua età! Amici e lavoro ben pagato, che c'è di meglio?»
«Dormire»

Alza gli occhi al cielo, apparecchiando la tavola.
«Ormai ho già detto di sì, Mike. Che ti piaccia o no tra una settimana farai le valigie e andrai a fare l'animatore»

E dal suo sguardo capisco che non posso fare altro. Stupida estate.

☀️☀️☀️

Una settimana è passata, yey, bruciatemi.

Non ho per niente voglia di salire su quel pullman, dove di sicuro morirò di caldo, per andare in quel famoso villaggio.

Per fortuna sono solo due ore di viaggio, che passerò probabilmente a dormire, dato che mia madre mi ha svegliato all'alba.

«Smettila di guardarmi in quel modo! Le due del pomeriggio non sono l'alba, Michael!»

Sempre a puntualizzare!
Sbuffo una risata, abbracciandola.

«Spero che questo mese passi velocemente e che la maggior parte dei bambini anneghi in piscina»
«Non sono cose da dire!»

Mi colpisce sul braccio, anche se vedo che è divertita dal mio comportamento.

«Chiamami quando arrivi e saluta zia Molly da parte mia! Ah e fai amicizia con quel ragazzo, qualche amico ti farebbe bene, Mikey»

Lasciando perdere l'ultima frase, annuisco, salendo sul pullman e lanciandole un'ultima occhiata.
Anche se mi ha semi rovinato l'estate, mi mancherà tantissimo.

Sospiro, infilando le cuffie e facendo partire una canzone a caso, giusto per non farmi sentire troppo solo in quel viaggio.
Spero che il tizio sia simpatico... Altrimenti la situazione può solo peggiorare.

☀️☀️☀️

«Col cazzo che io lavoro con lui!»
«Meno male, almeno su questo siamo d'accordo coglione»
«Coglione io? Ma senti chi parla! Sei tu quello che aveva dato fuoco all'istituto o sbaglio?»
«Ancora con questa storia?! Era solo un po' di fumo, sono stati esagerati a far partire l'allarme antincendio!»

La mia sorpresa nel vedere Luke Hemmings, quel  Luke Hemmings, alla reception del villaggio era stata enorme.

Avrei dovuto prevederlo! Quando mai una cosa andava per il verso giusto a me?

Mi sembra abbastanza ovvio che il destino ami prendermi per il culo! Non bastava dover essere costretto a fare da animatore in un vilaggio pieno di mocciosi, ovviamente ci doveva essere anche quella testa di cazzo di Luke Hemmings.

Avevo detto che odio tutti gli esseri umani, ed è vero, ma lui è quello che mi fa saltare i nervi più di tutti.
Con quella sua aria da saputello che si crede un vip.

Fin da subito entrambi abbiamo messo in chiaro che non abbiamo intenzione di lavorare insieme ma il capo villaggio, un uomo sulla quarantina, abbronzato come Carlo Conti, ci ha guardato sospirando, lasciandoci bisticciare senza dire niente.

«Un po' di fumo? La professoressa Miller stava morendo asfissiata!»

Alzo gli occhi al cielo, sbuffando. Sempre a rinfacciarmi quel piccolo incidente. Sono solo un po' sbadato, va bene?

«Sentite voi due,» finalmente interviene il capo villaggio che, a quanto dice il cartellino, si chiama John «Ormai avete accettato questo lavoro, quindi vi prego di provare a sopportarvi per questo mese... Non voglio morti in questo villaggio. E poi è un lavoro, pensate ai soldi se preferite»

In effetti qualche soldo in più mi avrebbe fatto comodo.
Sospiro, tendendo una mano al biondo.

«Una piccola tregua?»

Mi sorride, allungando la mano per stringere la mia.
Perché mi sembra non promettere nulla di buono...?

«Nemmeno morto»

Appunto.

𝐒𝐮𝐦𝐦𝐞𝐫𝐭𝐢𝐦𝐞 || 𝑴𝒖𝒌𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora