《5》

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Appena sveglio mi sembra quasi un sogno quello che è successo ieri sera.
Io e Luke che cantiamo insieme, andando disgustosamente d'accordo.
Faccio una smorfia, mettendomi a sedere.

Il biondo è ancora addormentato sul suo lato del letto... Ancora presente quella stupida barriera di cuscini.

Lo guardo per qualche secondo, sperando che non si svegli per i prossimi ventisette anni, così da poter stare finalmente in pace.

Qualche ciocca gli ricade sul viso, bianco come un cadavere e un'idea malvagia mi viene in mente.
Mi alzo, cercando di non fare rumore, prendendo un elastico e facendogli un codino, simile a quello delle bambine di cinque anni, disegnandogli poi dei baffi con un pennarello nero.

Ridacchiando, osservo il mio capolavoro, mettendo in un cassetto l'arma del delitto.

Questo è per avermi preso in giro sul non saper nuotare, Satana.

Vado in cucina a preparare la colazione ed è solo questione di minuti.
«CHE CAZZO MI HAI FATTO?!»

Cerco di non scoppiare a ridere, rimanendo di spalle, mentre Luke entra in cucina, furioso.

«Ti vanno bene le uova per colazione?» rispondo, cercando di rimanere calmo.
«Sai cosa mi piacerebbe per colazione?» mi volto verso di lui, vedendolo assumere un'espressione pensierosa.
«IL TUO CAZZO AFFETTATO. COME TI SEI PERMESSO DI SCRIVERE SULLA MIA FACCIA»

A quel punto, scoppio a ridere, non riuscendo a prenderlo sul serio con quei baffi disegnati. Sono un artista bravissimo, c'è da dirlo.

«NON RIDERE, CLIFFORD. GIURO CHE QUESTA ME LA PAGHI. TI BRUCIO LA FACCIA»
«Andiamo Lukey, è solo uno scherzo innocente»
Sfodero il mio miglior sorriso, mettendo sul tavolo due piatti di uova e bacon... Un po' anche per farlo calmare; ho paura possa svenire per quanto è arrabbiato.

Si avvicina a me, con sguardo minaccioso, puntandomi un dito sul petto.
«Stai sfidando la persona sbagliata, Michael Clifford»

Dovrei essere spaventato dato che è più alto di me e in questo momento mi sembra serissimo, ma ha la faccia da bambino e l'unica cosa che mi provoca è divertimento.

«Altrimenti che mi fai, Hemmings? Sono riuscito a sopravvivere ai tuoi scherzetti a scuola, non sarà difficile farlo anche qui»

La calma di ieri sera sembra essere stata spazzata via, e tutto per un innocente scherzo! Non ha senso dell'umorismo questo ragazzo.

«Io? Sono io quello che ti tormenta? Raccontane un'altra! Sei tu che mi prendi in giro da anni per avere le gambe troppo lunghe o per non essere bravo come te in arte»
Spalanco la bocca, incredulo.

«Stai seriamente dando la colpa a me? Chi è quello che ride di me a ginnastica ogni fottuto giorno? Chi è quello che si vanta di ottenere una cazzo di A in ogni compito di matematica? Chi è quello che deride ogni mia tinta, non facendosi i cazzi propri? A me sembra, che sia proprio tu» scandisco bene ogni parola, con una calma glaciale.

Mi ha fatto arrabbiare sul serio. Ha avuto il coraggio di dare la colpa a me, anche se è lui quello che ce l'ha sempre avuta con il sottoscritto senza motivo.

Il mio tono deve averlo colpito, perché sembra vacillare per qualche secondo ma so bene che non mi darà mai una soddisfazione del genere. Infatti, si riprende subito, allontanandosi da me.

«Se sono io il problema, perché non hai nemmeno un amico allora?»

Questo è un colpo basso.
E lo sa.
Ha voluto ferirmi di proposito.
Non come facciamo di solito, punzecchiandoci. Ha voluto ferirmi davvero.

Sorrido amaramente, uscendo dall'appartamento.
Luke non è così male?
Sono solo un illuso.

☀️☀️☀️

Osservo il mare infrangersi sugli scogli, tirandomi le ginocchia al petto.

Sono in spiaggia da circa due ore, anche se un'ora fa sarei dovuto essere in piscina con i bambini. E con Luke.

Dopo quello che ha detto non ho nessuna voglia di rivederlo.
Ma la cosa che mi fa più male è che le sue parole sono vere.

Non ho mai avuto un amico. Un vero amico. I miei compagni di classe sono carini con me e ogni tanto usciamo ma non ho mai avuto un amico a tutti gli effetti. Qualcuno a cui raccontare i segreti, o sfogare le mie paure.

Stupido Hemmings che gira il coltello nella piaga. Semplicemente non sono bravo a fare amicizia, tutto qui.

Sospiro, prima di vedere con la coda dell'occhio qualcuno sedersi accanto a  me: Robert.
Il bambino, non lo stronzo biondo.

«Non è lo stesso senza di te»
Sorrido, girandomi completamente verso di lui.
«Luke non se la cava bene?»
«Oh no, è bravo. Ha organizzato un torneo di sputi e tutti si stanno divertendo... Ma si sente la tua mancanza»

Scuoto la testa, tornando a guardare il mare. L'unica persona che probabilmente sente la mia mancanza è Jenny. Luke è molto più bravo di me a guadagnarsi l'affetto dei bambini... Sembra davvero adorarli e, purtroppo, loro adorano lui.

«Torna da lui, Rob. Oggi pomeriggio ci sarò anche io»
Non sono sicuro sia vero.
«Ma lui sa che sono qui... Anzi, è stato Luke a dirmi di cercarti»

Aggrotto la fronte, non sapendo se essere confuso o stupito.
«Lui ti ha...?»
«Ha detto che non è da lui chiedere scusa due volte di fila, quindi mi ha chiesto di cercarti e di dirti che non era sua intenzione essere così duro»

Robert si alza, pulendosi i pantaloni sporchi di sabbia.
«Non so cosa ti abbia fatto... Ma sembrava dispiaciuto Mikey... Magari davvero non voleva ferirti»
Dopo aver detto questo, si allontana, lasciandomi da solo con i miei pensieri.

"Magari davvero non voleva ferirti".
Eppure lo ha fatto.
Guardandomi negli occhi.

La prima seria litigata dei muke!
Michael è davvero arrabbiato con Luke, chissà se lo perdonerà o se Luke stesso deciderà di fare qualcosa per farsi perdonare
LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO CAPITOLO c:

𝐒𝐮𝐦𝐦𝐞𝐫𝐭𝐢𝐦𝐞 || 𝑴𝒖𝒌𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora