Infanzia

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Spero vi sia piaciuto il primo capitolo. Ora passando al secondo inizia la vera e propria storia di Angelica, buona lettura.





L'appartamento della nonna è sempre stato un posto accogliente con quel suo stile rustico, più unico nel suo genere che raro a dire il vero.

-Angelica vieni è ora di pranzo!- disse la nonna che nel frattempo stava versando la minestra nel piatto.

-Arrivo Arrivo!!- gridò la bambina.
A lei piaceva proprio la minestra, specialmente quella che le faceva spesso sua nonna. Si poteva sentire chiaramente il profumo provenire dalla cucina e lei non vedeva l'ora di mettersi al tavolo a mangiare.
Angelica era una bambina vivace per avere soli 5 anni, ma nonostante le sue gambette corte riusciva a correre velocemente per la sua età, così raggiunse in fretta la cucina e con qualche problema nel salire sulla sedia riuscì ad accomodarsi e cominciò a mangiare con voracità.

- Fai piano, altrimenti ti farà male il pancino!-  le disse la nonna sorridendole.

- Ma nonna! È così buooooona!!-

- So che ti piace tesoro, ma dovrai cominciare a comportarti meglio, a sembrare più educata, altrimenti cosa penseranno le maestre del tuo comportamento?-

Era un giorno degli ultimi di agosto e presto o poco sarebbe iniziata la scuola; sarebbe stata una nuova esperienza per Angelica e per questo era molto emozionata. Avrebbe conosciuto nuovi amici, imparato a leggere, scrivere, fare di numero, ma la cosa che le piaceva di più a lei era disegnare. Le sarebbe piaciuto molto mostrare ai suoi compagni il suo " senso artistico"  facendo disegni di ogni tipo.

La nonna la lasciava esprimersi attraverso il colore e il disegno, e la bambina stava ore e ore chinata sul foglio a disegnare tante cose, ma la cosa che le piaceva di più disegnare era la sua famiglia o almeno quello che pensava sembrasse. La piccola chiedeva a sua nonna:

- Nonna nonna! Com'era fatto il papà? Com'era fatta la mamma? Come si chiamavano? Erano buoni? Erano belli? -

A queste parole Elizabeth non poteva altro che risponderle anche se a malincuore; le veniva da piangere ma riusciva a trattenere le lacrime e con un sorriso sforzato in volto le spiegava tutto.
Angelica era dotata di una grande immaginazione e sognava spesso lei e i suoi genitori immaginari che si tenevano per mano camminando insieme per i prati fioriti, proprio come quelli dei libri delle fate che le leggeva ogni notte prima di andare a letto la nonna.

L'appartamento nel quale vivevano Elizabeth e la nipote era pieno di libri dappertutto. In effetti la donna amava leggere, specialmente  i libri che spiegavano com'era la vita al di fuori delle mura di Arston dalle quali era proibito uscire.
Ogni tanto spiegava alla nipotina degli animali, delle piante, dei pericoli che si correvano uscendo fuori dalla città ma anche quante cose meravigliose ci fossero e la piccola la stava ad ascoltare incantata con i suoi grandi occhi sognanti.
Elizabeth le spiegava davvero tante cose e le dava molti permessi, ma una delle cose che non poteva fare era quella di entrare nell' ufficio chiuso a chiave del nonno ormai morto.
La piccola le chiedeva il motivo, ma l'altra le rispondeva semplicemente:

-Ti farò vedere quando sarai cresciuta un po'...-

Ma Angelica era davvero troppo curiosa per resistere, allora quando la nonna non la guardava andava di nascosto davanti la porta in legno dell'ufficio e guardava nel buco della serratura.

Dell'aria fredda usciva dal buco e questo rendeva ancora più misteriosa la situazione. Non si vedeva molto bene per via della poca luce che c'era ma con quel poco che vedeva riusciva a scorgere una grande scrivania e una sedia d'ufficio in pelle vicino ad una finestra coperta da delle tende dalle quali filtravano piccoli raggi di luce.

Capitava che alcune notti non riusciva a dormire, e continuava a chiedersi cosa le nascondesse la nonna.

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