Primo giorno di scuola p.2

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Scusate se il terzo capitolo era un po' lungo😅 spero vi sia piaciuto lo stesso. Ora si comincia con roba seria! Buona lettura!!😆😘

Una grande porta vetrata automatica si spalancò e fece entrare i bambini. Dei metal detector sopra le loro teste lampezzavano delle luci verdi; questi servivano per controllare che ci fossero tutti gli alunni nella scuola.
La strana bambina camminava ancora affiancata ad Angelica in una fila per due che conduceva al piano superiore dove si trovava la loro classe.
Tutti erano in silenzio e questo faceva sentire le due bambine un po' spaesate. Un'altra porta automatica si aprì davanti a loro ed entrarono in classe.
Una voce robotica che proveniva da degli altoparlanti negl'angoli della stanza dava il benvenuto agli alunni e chiedeva loro di accomodarsi nei banchi.
La stanza era bianca e blu scuro, su una delle pareti era posta una grande lavagna multimediale e davanti a essa una cattedra semicircolare super tecnologica. Il resto della classe possedeva dei semplici banchi, però sulle pareti non c'erano cartine geografiche che donassero un po' di colore alla stanza. Grandi finestre che affacciavano sul cortile dove erano poco fa i bambini rendevano l'aula abbastanza luminosa, e lo sarebbe stato davvero se non fosse per quella nebbia grigia che viaggiava eterna tra le strade si Arston.
Angy sembrava delusa, si immaginava una classe più colorata, e così scontenta, si sedette in uno dei banchi vicino alla finestra in fondo alla stanza. Accanto a lei si sedette la bambina dallo sguardo spaventato, e ogni tanto questa si girava verso Angy con la schiena inclinata in avanti, e con il suo unico occhio visibile, quasi lucido di lacrime, sembrava stesse chiedendo aiuto.
La bambina era molto dispiaciuta vederla in quello stato, così per tirarle un po' su il morale le fece un lieve sorriso affettuoso che questa ricambiò volentieri.

L'insegnate robot varcò la porta e si mise dietro la cattedra.
Questo tipo di robot sembrava essere di un vecchio modello: aveva una testa cubica, due fanali quadrangolari formavano gli occhi leggermente illuminati, una piccola lampadina faceva sì che assomigliasse a un naso, la bocca era una semplice fessura rettangolare e profonda. Il busto prendeva leggeri lineamenti del corpo femminile, sull'addome c'era una specie di porticina e il fondo del tronco finiva con una gonna metallica lunga fino ai piedi, che questi si rivelarono delle cinghie. Le braccia erano esili e scheletrici. In un angolo della testa era messo un fiorellino anch'esso di metallo per dare decorazione.

"Buongiorno bambini, io sono la vostra maestra, la signorina H-p08"

Tutti gli alunni si alzarono in perfetta sintonia e diedero il buongiorno come un coro. Angelica si alzò subito dopo il bambino davanti a lei e salutò come tutti gli altri. Eppure si sentiva così strana, così diversa.
Tutti hanno fatto la stessa identica cosa, compresa lei, e questo non le piaceva; ma aveva promesso alla nonna che si sarebbe comportata bene e avrebbe fatto come gli altri.

"Ora cominciamo l'appello..."

La maestra nominò tutti i nomi segnati sul registro elettronico e iniziò la lezione.
La campanella suonò per indicare l'ora dell'intervallo, e bambini si alzarono dal banco per andare a conoscere gli altri compagni, ma Angy no, lei preferí rimanere seduta al suo posto.
Tirò fuori dalla cartella la merenda che le fece la nonna con tanto amore, la mise sul banco e si mise a guardarla, come se non volesse vedere quello che le stava attorno.
Non toccò il suo panino, e nemmeno il succo. Era triste per quello che aveva appena visto.
Ogni tanto passava davanti a lei uno dei suoi compagni, si presentava con un sorriso irritante in volto e non batteva nemmeno ciglio, poi se ne andava.

"Sono strani anche per te vero?"

La voce di una bambina vicino a lei la distrasse, alzò lo sguardo e vide che le stava rivolgendo la parola la sua compagna di banco.

"Come?"

Chiese Angy confusa, poi l'altra si alzò dal posto e si avvicinò a lei.

"Ma sì, loro! Gli altri compagni! Sono tutti strani, o meglio... uguali...
Io sono Cindy Rebel, tu come ti chiami?"

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