Capitolo 13.

7.1K 403 13
                                    


"Agli uomini le chiacchiere non vanno,

si annoiano a sentire bla bla bla."

La Sirenetta.

Sono con gli occhi incollati al pc da più di un'ora e la testa invasa da pensieri che non riguardano la scrittura.

Kevin dopo il mare mi ha lasciato il numero di telefono, ma non mi sono mai decisa a chiamarlo, anche perché cosa gli dico?

Ad un tratto afferro il cellulare e mi faccio un giro su instagram, vedendo che qualcuno mi ha scritto in direct.

"Visto che non hai nessuna intenzione di chiamarmi, ti ho scritto in direct su instagram. Sai, se te lo fossi scordato, vivo a Milano ora."

Vedo che mi ha scritto il messaggio almeno mezz'ora fa', quindi rispondo subito, lieta di non dover farmi desiderare.

"E quindi? Che vuol dire?"

"Vuol dire che se ti invito ad uscire non puoi più dirmi di no."

Mi risponde subito, così decido di non assumere nessuna tattica e faccio lo stesso.

"Mi sono trasferita in Sardegna, mi dispiace."

Kevin mette una faccina che ride e per un attimo sono delusa non risponda più, ma dopo qualche minuto mi appare di nuovo la notifica di un suo messaggio.

"Quando posso rivederti?"

"Che intenzioni hai?"

"Passare del tempo con te."

Risponde semplicemente, ma è un uomo e non vuole solo passare del tempo con me.

"E poi?"

"E poi vedere cosa succede."

Mi stupisce con questa risposta e per un momento rischio di cascarci.

"Continui a giocare con me, Kevin?"

"Allo stesso modo in cui tu giochi con me, Diletta."

"Sei a casa?"

Mi chiede poi ed io non so se dirgli la verità o meno.

"Perché?"

"Perché oltre a voler passare del tempo con te, voglio rivedere il tuo tatuaggio. Sai, dopo una settimana ci si può scordare."

E ora? Mi scervello per pensare ad una risposta intelligente e che possa spiazzarlo, ma qualcuno bussa alla porta ed io ho veramente paura ad andare ad aprire.

Appena lo faccio, vedo Kevin che si morde il labbro divertito ed entra senza il mio permesso.

«Cosa fai tu qui?»

«Mi sembrava di essere stato chiaro per messaggio», sussurra, facendomi ridacchiare.

«Kevin non è una buona idea. Ci siamo divertiti, ma dovremmo tornare alle nostre vite», dico fra un bacio e l'altro e in modo davvero poco convincente.

«Non capisci che più mi dici di no e più continuo», continua, inoltrandosi con le mani sotto la maglietta del pigiama.

Oddio.

«Oddio!», mi divincolo immediatamente.

«Che?», mi guarda senza capire e con un viso dolcissimo che mi fa sorridere.

«Sono un mostro! Sto da panico!»

«Ma cosa stai dicendo?»

«Sì! Sì! Dài, sono in pigiama. Addirittura in mutande e nemmeno sexy», alzo le mani per coprimi il viso disperato e truccatissimo.

«Sei anche sporca di gelato ora che ti guardo meglio», ride, riprendendo a baciarmi.

«No, così non ce la faccio, davvero. Sono impresentabile. Un cesso stratosferico», cerco di staccarlo di nuovo da me, ma pare essere entrato in modalità cozza.

«Kevin!», urlo divertita quando affonda il viso nel mio collo, facendomi il solletico.

«Okay, okay, mi arrendo. Ti prego!», continuo a ridere, muovendomi come una pazza per togliermi dalla sua forte presa.

«E ora fammi vedere in quali parti ti sei sporcata di gelato», dice malizioso e non staccandomi gli occhi da dosso.

E niente. Sono malinconica. Vorrei un Kevin Leone Piras. Proprio ora. Qui con me.
***
Commentate e votate!
Giulia Paradiso.

Due cuori e un proseccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora