Capitolo 12.

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"Ecco qual è il tuo problema: non fai quello che vuoi."

Le pagine della nostra vita.

«Hai intenzione di rimandare il nostro appuntamento ancora per molto?», chiede la mia editrice Camilla, al di là della cornetta.

«Scusami, è che ci sono stati vari contrattempi», mento, perché il vero contrattempo è stato andare al mare con Kevin.

«Ma ora sono liberissima».

«Allora ti aspetto alla caffetteria vicino al Duomo. Non darmi buca».

Camilla riattacca ed io mi preparo in fretta e furia perché quando non dà orari significa che intende subito, ora. Immediatamente.

Appena arrivo, come da copione, è seduta a bersi un caffè, leggere il giornale e godersi la brezza mattutina.

«Strano...», socchiude gli occhi, tenendoli incollati al giornale.

«Che?», chiedo sedendomi senza troppa femminilità.

«Sei in seconda pagina anziché in prima».

Io mi mordo il labbro per non ridere della sua spiccata ironia.

Camilla ha all'incirca quarant'anni e fa il lavoro di editrice da almeno dieci anni.

È stata lei a credere in me quando nessun altro lo faceva.

È stata lei a non scartare il mio libro e a dargli una possibilità.

Le devo ogni cosa.

«Prima cosa: come sta andando il libro?»

Io faccio una smorfia e cerco di rilassare il volto.

«Uhm, la seconda cosa qual è?»

«Diletta...»

«Okay. Ci sto lavorando, ma non ho ispirazioni in questi giorni», ed è vero, perché penso continuamente a Kevin, il che è assurdo e non ha senso perché è un estraneo per me.

«Ma hai una data di scadenza e la devi assolutamente rispettare. Quante pagine hai scritto e di cosa stai scrivendo?»

Vorrei tanto non aver accettato questo maledetto caffè, ma il lavoro è lavoro.

«Sono agli inizi», scrollo le spalle, mentre cerco di non soffermarmi sull'espressione scandalizzata di Camilla.

«Che cosa?», urla quasi, attirando la curiosità delle persone vicino a noi.

«Sei agli inizi? Ti rendi conto che hai pochissimo tempo e hai avuto mesi a disposizione?», abbassa di un po' la voce, ma so che è arrabbiata. Molto arrabbiata.

«Lo so, ma... dài! Ero in vacanza, capiscimi! Sono stata molto occupata anche per il matrimonio di mio fratello. Cosa facevo? Scrivevo delle decorazioni che c'erano?»

Camilla fa respiri profondi in modo da calmarsi un po'. Molte volte mi dice che con me è come avere a che fare con una figlia.

«Non è successo proprio niente a questo matrimonio?»

«In che senso?»

«Non hai conosciuto nessuno?»

«Be'...», rispondo con tono allusivo.

«Scrivi di lui!»

«Cosa? Non ci penso neanche!»

«Vuoi salvarti il culo? Credo proprio di sì, quindi scrivi di lui anche se magari è un idiota. Scrivine come se fosse il principe azzurro di un matrimonio pallosissimo».

«Non è stato palloso il matrimonio e lui non è un idiota».

«Infatti ti sto dicendo di inventare. Comunque meglio così...»

«Meglio cosa?», chiedo senza capire, «Che il matrimonio è stato bello?»

«Che questo ragazzo non è un idiota», mi rivolge un sorriso furbo.

«Vi siete rivisti?»

«Sì, a volte», faccio spallucce non essendo sicura di volerne parlare con la mia editrice.

«Allora scrivi anche delle volte che vi siete rivisti. Diletta, hai un ragazzo tra le mani, dovresti averlo già finito questo libro».

Camilla ha ragione, ma il punto è che non posso scrivere di Kevin perché la mia mente non accetta il fatto che lui sia il protagonista del mio libro o che faccia minimamente parte della mia vita.

«Ci penserò...»

«Fai quello che vuoi, ma vedi di portarmi il libro finito entro alla scadenza», mi avverte guardandomi attentamente e facendomi capire che se non faccio come ha detto andrò sicuramente nei casini.

«Ah, Diletta!», si gira verso di me un'ultima volta prima di andarsene, «Clara Mellone, la conduttrice di Rai due vuole farti un'intervista sul tuo nuovo libro, sai quello che non hai probabilmente nemmeno iniziato a scrivere? Ebbene».

«Quando?», chiedo in preda alla disperazione.

«Un mese».

«Ma posso rifiutare, vero?»

«Assolutamente no. Ho dato la conferma della tua presenza. Non deludermi e, ti prego, stai fuori dai giornali per un po', credi di riuscirci?»

«Certo, tranquilla», la rassicuro salutandola di nuovo.

Certo, come no!

Come prosegue la lettura? Vi piace? Be', se siete arrivate fin qui spero proprio di sì.
***
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Giulia Paradiso.

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