"Dobbiamo continuare a vivere le nostre vite e ce la caveremo benissimo."
"E se benissimo non fosse abbastanza?"
Hitch.
Non è neanche da dire che i miei genitori sono assolutamente entusiasti del fatto che non abbia portato a casa il solito nerd che ho cercato di rifilargli per tutta l'adolescenza.
Mio padre è sempre stato il primo a puntare per me uno sportivo.
Mi ha sempre detto che quando ne avrei conosciuto uno che mi avrebbe fatto battere forte il cuore, mi sarei sentita a casa.
«Va bene anche se non gioca a calcio, papà?», gli chiedo, mentre ci abbracciamo in un saluto.
«Va bene, basta che porta a casa i soldi», fa una battuta facendo ridere Kevin che si presenta con una stretta di mano.
«Quelli non mi mancano, direi».
So che anche la sua è una battuta, perché Kevin è la persona più ricca e meno vanitosa che conosca.
«Che bel ragazzo! Ero già pronta ad uno con capelli gellati a lingua di mucca», esclama mia madre, venendoci incontro.
Io e Kevin ci siamo confrontati e abbiamo parlato del fatto di presentarci come due che si stanno semplicemente frequentando.
Non avevo proprio voglia di spiegare ai miei che stavo affrontando una specie di scopamicizia.
«Davvero portavi a casa tipi così?», mi chiede con una smorfia ed io annuisco, confermando tutti i suoi dubbi.
«Non erano male», cerco di difendermi, ma per la verità erano terribili.
«Ti piacciono i tortellini vero, Kevin?», chiede mia madre, servendolo prima ancora che possa rispondere.
«A me piace tutto, non ho gusti difficili come sua figlia», mi punzecchia.
«Come vi siete conosciuti?», chiede mio papà, cominciando a mangiare una volta che tutti i piatti sono stati riempiti.
Io cerco di prendere tempo, pensando a qualsiasi scusa possano bersi i miei che non sono affatto stupidi.
Kevin mi guarda in cerca di aiuto ed io mi schiarisco la voce.
«Al matrimonio di Tommi», ammetto, non volendo mentire su tutto tutto.
«Ma pensa un po'», dice mio padre con un tono che non mi piace. È furbo. Troppo furbo.
Come minimo ci ha visti parlare quel giorno.
«Già», annuisco, «dopodiché ci siamo beccati a Milano. Caso strano Kevin si trasferiva lì».
Comincio a ripescare quel vecchio tradimento, dal momento che sono una che si lega le cose non al dito, ma direttamente al braccio.
Kevin trattiene un sorriso disperato e continua a mangiare in silenzio.
«Sarà, ma sai come la penso», esclama mia mamma, guardando me e poi Kevin, «certe cose non accadono per caso»
«Cosa ti piace di mia figlia?», continua.
Kevin mi guarda attentamente e poi posa i suoi bellissimi occhi sulla mia cara mamma.
«Il suo essere così tremendamente insopportabile».
I miei ridacchiano ed io gli rivolgo un sorriso che parla da sé, della serie: poi ti ammazzo.
«Hai finito di fare del casino?», dice d'un tratto mia mamma.
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Due cuori e un prosecco
RomanceDiletta Cabello si è sempre sentita diversa: l'amica bruttina, la pecora nera della famiglia e la ragazza dai sogni impossibili. Ma i tempi grigi dell'adolescenza passano, lasciando il posto ad una venticinquenne che è riuscita ad ottenere tutto ciò...