Capitolo 7.

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"Lo so, poteva sembrare che fossi diventata stronza, 

ma solo perché recitavo la parte della stronza".

Mean girls.

Sapete quanto è alta la probabilità di sporcarsi quando si indossa un vestito bianco? Altissima.

«Suvvia, non è così tragica!», cerca di convincermi Benedetta che si tappa immediatamente la bocca appena la guardo con sguardo truce.

In fondo, è stata lei a consigliarmi il bianco al nero.

Probabilmente questa è la mia pena per aver tradito il mio colore preferito.

«La prossima volta che ti do retta, fermami», le dico, non appena prendiamo posto al tavolo.

Siamo al raduno degli atleti, ma più che atleti, sembra il raduno della figa.

«Possibile che ci siano così tante donne?», mi guardo intorno.

«Magari l'hanno organizzato per accoppiare i single».

«Sarebbe la cosa più stupida del mondo».

«Oddio, c'è Anna Faveretto. Sarebbe una scrittrice di thriller. Dico sarebbe, perché era meglio se scriveva fantascienza», commenta Benedetta, continuando a tenere gli occhi sulla ragazza.

«Perché?», sghignazzo e versandomi un calice di prosecco per non pensare al sugo col tonno che mi è schizzato sul vestito.

«Una volta ho letto un suo libro. Un bestseller, come tutti dicevano. Una storia incentrata su una ragazza che scompare e che tutti cercano di trovare, poi si scopre che è stata rapita da forze ultraterrene. Ma, dico io, stiamo scherzando?»

Rido di fronte all'espressione indignata della mia amica, scordandomi il nervoso che mi era salito poco prima.

«Non può scrivere nemmeno di fantascienza, dal momento che è una storia sentita e risentita».

«Già, un bestseller dei miei coglioni».

La chioma bionda di Benedetta, quasi sempre mossa, stasera ha lasciato il posto a capelli liscissimi che tiene dietro alle orecchie, in modo da far risaltare gli orecchini brillantinati.

Il leggero strato di rossetto rosso sulle sue labbra carnose è perfettamente in tinta con il suo lungo vestito.

Per finire ha accentuato i suoi occhi verdi con un po' di matita nera e reso le ciglia più voluminose.

«Mi piaci tantissimo stasera», ammetto, guardandola con ammirazione.

«Anche tu sei bellissima», mi rivolge un sorriso, «Anche con il sugo al tonno sul vestito».

«Ah ah, questa me la paghi».

La sua risata mi avvolge e mi concedo un sorriso anche io.

«Non avevi detto che non bevevi?»

«Io dico tante cose. Se solo sapessi ogni Capodanno quante cose mi riprometto di fare e poi non faccio mai».

«Quello è un classico. È dal duemila e dieci che dovrei andare in palestra e finirla di mangiare al Mc Donald's».

«Cosa ti interessa, sei magra».

«Ma se ho un culo che è un portaerei».

Sto per ribattere che non è assolutamente vero, quando un cameriere viene verso la nostra direzione e mi porge una bottiglia di Ca' Del Bosco.

Due cuori e un proseccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora