3. Conoscenza

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"Non è ricco colui che ha molto, ma colui che dà molto.
Chi è capace di dare se stesso è veramente ricco"
E.Fromm

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Io ed il preside ci troviamo davanti al cancello dell'enorme struttura dove lavorerò nei successivi giorni.
È ampia, ha un'aria antica e i muri sono totalmente bianchi.
Le finestre sono molte e sono circondate da enormi sbarre.
Si nota benissimo che si tratta di un carcere.

Ho i brividi, ma faccio un sorriso al preside, che, al contrario mio, sembra totalmente a suo agio.
Non mi aspettavo sicuramente un posto colorato, amichevole o allegro,
So per certo di che genere di luogo si tratta e sono sicura di dovermici abituare.

Non appena entrati, non posso fare a meno di sentire un forte aroma di candeggina, probabilmente devono aver pulito da poco i pavimenti.
C'è vasto spazio con pareti ancora totalmente bianche, leggermente sciupate e con qualche traccia di colore sbiadito.
Capisco che si tratta dell'atrio.

Vedo un tavolo circondato da una tela di vetro, situato a destra della stanza.
Ci sono altri corridoi, che provengono da tutte le direzioni.
È una specie di labirinto tutto uguale.

Osservo ogni minimo particolare, cercando di capire come puó questo posto essere la casa, in qualche modo, di questi ragazzi.

Il preside sorride fà un cenno alla donna dietro il tavolo.
Probabilmente è la segretaria.
Ci avviciniamo e la osservo meglio, con più attenzione.

È abbastanza robusta, dallo sguardo severo, ha dei capelli bianchi con qualche ciocca nera, raccolti dentro uno chignon disordinato;
Guardo il suo viso rotondo, con due grandi occhi blu e le labbra un po' troppo screpolate.
Ha la faccia di una che sicuramente non si fa mettere i piedi in testa...

Sorride al preside, in modo cordiale, e non appena si accorge anche della mia presenza, mi stringe la mano, presentandosi.

-Sono Brianna, la segretaria, è un piacere conoscerti, ne hai di palle ragazzina per entrare qui dentro!- dice lasciandomi a bocca asciutta.

Rassicurate, grazie mille.

Sono contenta però, che abbia usato un tono amichevole, mi da come l'impressione di non essere sola in questo posto.

Brianna dopo aver chiacchierato un po' con il preside decide finalmente di andare al dunque portandomi dal dirigente di quell'istituto e da Daniel, il ragazzo che dovrò aiutare.

Attraversiamo vari corridoi, tutti bianchi anche se su alcuni ogni tanto spunta qualche scarabocchio fatto in penna.
Cerco di avvicinarmi al muro per vedere cosa c'è scritto, e noto con un sorrisetto che in gran parte si tratta di parolacce.
Originali...

Brianna prosegue tranquilla e sicura, mentre al contempo la sua totale attenzione è rivolta al preside, mentre io non riesco a distinguere i vari corridoi e spero vivamente, con tutta me stessa,
di non perdermi mai qui dentro.

Finalmente arriviamo.
C'è porta in legno massiccio con una targa dorata sopra.
Sono incise le iniziali DR in corsivo.

Brianna bussa, sporgendosi leggermente all'interno della porta e mormorando un "sono arrivati" fin troppo percettibile.
Poi si sposta, lasciandoci finalmente entrare.
Sento un immediato peso sullo stomaco, dalla tanta ansia...

Ho sempre avuto paura di fare brutta impressione, fin da piccola, alla gente nuova.
Sicuramente questa è una situazione totalmente nuova per me...

Il preside entra e quando nota che sono incapace di fare un qualsiasi passo, mi sorride, quasi per rassicurarmi.

Faccio un respiro profondo ed entro.

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora