7. L'isolamento

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"Morire non è nulla;
Non vivere è spaventoso"
V.Hugo

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La mattina seguente, a scuola, sono fin troppo distratta.
Sarò andata a sbattere almeno contro tre ragazzi, lungo il corridoio e non ho ascoltato con totale attenzione la lezione di matematica, al contrario delle altre volte.

Sembra come se i miei pensieri mi bloccassero dal concentrarmi.
Sapere che per tre giorni non potrò vedere Daniel dovrebbe essere una sorta di "rassicurazione"
Ma la verità è che non so realmente come sentirmi.

Ho saputo che l'isolamento viene posto a coloro che per esempio si comportano male, partecipano a risse o attaccano una guardia.
Non ho idea del perché Daniel sia finito lì, ma è triste pensare che per uno sbaglio, un ragazzo deve essere obbligato a rimanere da solo, in una stanza, uscendo solo per prendere aria un paio di ore al giorno.

Mia zia dice che essendo un riformatorio, sono più "flessibili" è che quindi non è niente di particolarmente grave.
Le punizioni sono leggere e vengono aggiunti anni alla pena solo in caso di azioni o eventi gravi.

-Alexandra...mi stai ascoltando?- mi chiede Tobias, sventolandomi una mano davanti agli occhi, mentre siamo seduti in mensa.
-Oh si...scusa- dico ricominciando a mangiare il mio budino, guardandolo negli occhi.
-Oggi sei strana...- dice e so che ha ragione.
-Più del solito?- chiedo con un sorriso, che viene subito ricambiato.
-Già...-

Sospiro.
-Daniel è stato sbattuto in isolamento...- spiego e lui mi ascolta.
-Non so bene come sentirmi o perché io sia quasi in ansia per lui, ma non trovo che ciò sia giusto...- dico sinceramente.
Lui alza le spalle.
-Se hai voglia di parlargli chiedi al dirigente...anche secondo me non è molto corretto isolare una persona dalle altre solo perché ha sbagliato, soprattutto se si tratta di ragazzi minorenni...-mi spiega.
Parlare con il dirigente?

-Non so se è possibile parlare con lui, l'isolamento finirà tra tre giorni- dico.
-Hai detto che l'ultima volta che vi siete visti non era stato molto antipatico, secondo me una volta uscito di li ritornerà arrabbiato con te senza motivo...- aggiunge, facendomi tornare l'ansia.
Dovrò ricominciare da capo?
-Stare da soli per tre giorni in una stanza, deve farti andare fuori di testa...- riflette.

Non ha tutti i torti, so che per qualche strana ragione Daniel troverà il modo di scaricare la sua rabbia su di me, tornando a trattarmi male.
Non voglio questo e non penso sia assolutamente giusto nei confronti di entrambi.

-Si...dovrò parlare con il dirigente...- dico annuendo.

Sarà la cosa migliore, spiegargli il mio punto di vista.

Il pranzo termina,
Noto che tutti si stanno dirigendo in aula.
Sistemo lo zaino con attenzione e mi volto, alzandomi a mia volta.

Sfortuna vuole che, però, vado a sbattere contro Bethany Stuart.

-Scusa mi dispiace...- mi affretto a dire notando che i suoi occhi azzurri mi riservano uno sguardo carico d'odio.
-Se non vedi dove cammini comprati un paio di occhiali...- si lamenta lei aggiustandosi i lunghi capelli biondi sopra le spalle.

-Non l'ho fatto apposta...- mi giustifico notando che alcune persone si sono girate verso di noi.
Succede sempre, quando qualcuno parla con lei.
È la ragazza più popolare della scuola, ha buoni voti, è bella e fa la cheerleaders.
Andarle contro significa andare direttamente contro tutti gli studenti.

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora