5. Il progetto

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"Do what is right,
not what is easy and not what is popular"
R.T.Bennett

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Direi che stare con la testa china sui libri, con in sottofondo un po' di musica è la mia serata perfetta.
Tranquilla, semplice e precisa.
Non mi piace andare alle feste, muovermi in mezzo ad una pista dove persone sudate cercano di strusciarsi su altre persone sudate.

Punto lo sguardo sul fascicolo di oggi.
Finalmente siamo riusciti a completarlo...iniziava a diventare più complicato del previsto.

Se è stato così difficile rispondere a quelle semplici domande per lui, mi auguro che sia comunque più disinvolto quando dovremo svolgere veri e propri esercizi.

Domani ci sarà per l'appunto la lezione di matematica.
Il primo argomento non è difficile, parliamo di cose elementari, ma spero comunque che mi lasci spiegare senza troppe distrazioni.

Sento improvvisamente squillare il telefono e so benissimo di chi si tratta.

-Pronto, mamma...- dico con tono di voce fermo.
-Tesoro...- mi stimpana.

-Allora come sono andati questi due giorni?- mi chiede lasciandomi con il fiato sospeso.
Non posso dirle che sono andati male...ne farebbe un dramma.
-Alla grande...- mento.
-Il ragazzo è molto...- aggiungo -Simpatico-

Io stessa non credo alle mie parole, spero vivamente che però lo faccia lei.

-Oh bene...sono contenta- dice e so benissimo qual'è il motivo della chiamata.
-A scuola invece? Come sono andati gli ultimi test?- mi domanda.
Ecco, appunto, come immaginavo...

-Ho preso il massimo dei voti ad entrambi- dico meccanicamente, e mi sono già seccata di stare in chiamata con lei.
Spero che zia Maddie arrivi presto.
-Ottimo, impeccabile come sempre...- si congratula con me.
Si mamma impeccabile come sempre.

-Ti saluta tuo padre- mi dice poi.
-Non posso parlare anche con lui?- domando, mi manca sentire la sua voce.
-Oh, no sta lavorando tesoro...sai che odia le distrazioni...- mi ricorda.
-Già...- dico sospirando.
Io sono una distrazione?

-Adesso devo andare...ti chiamo domani okay?-
-Va bene- dico.
E stacco.

Sospiro sdraiandomi sul letto, chiudendo gli occhi.

Due genitori ai cui frega della propria figlia non potevo averli?
È così dannatamente frustante.

Mi addormento, ancora vestita, con la testa piena di pensieri e problemi.

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-Devo sbrigarmi...sto facendo tardi a lavoro...- dice Maddie poggiandomi la tazza di caffè bollente sul tavolo, la mattina dopo.

Annuisco addentando un muffin e lasciando che se ne vada.
Prenderò l'autobus con Tobias, non è un problema.

-Vediamo se ho preso tutto...- controlla frettolosamente la borsa enorme di pelle.
-Si...ci vediamo Alexandra- mi lascia un bacio sulla fronte ed esce di casa.

Decido di sparecchiare, e andare a vestirti per prepararmi.
Sono abituata ad arrivare in anticipo a scuola, ma ci sono delle rare volte in cui il pullman fa ritardo, e non posso farci niente.

Quando esco anche io di casa, mi dirigo quasi correndo alla fermata.
Vedo molti ragazzi ammucchiati e mi chiedo con quale logica riusciremo ad entrare tutti.

Punto lo sguardo intorno a me fino a soffermarmi su una chioma rossa familiare.
Molto familiare.
Mi avvicino a Tobias, che è intento a leggere un libro, seduto comodamente sul marciapiede.

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora