25. Problemi

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"You kissed my heart
Before you ever touch me"
-Elise

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Daniel's pov

-Andiamo...lo so che potete fare di meglio...- sento Leonas vicino a me discutere energicamente con le cuoche.
Si sta lamentando del poco cibo, come al solito.

Lo ignoro, mentre prendo la mia porzione.
Il cibo qui dentro è terribile ma non mi sono mai lamentato, perché dopo un po' chiunque qui dentro ci farebbe l'abitudine.
Probabilmente tutte le persone che dirigono questo posto sono coscienti del fatto che non sia buono, ma allo stesso tempo sanno benissimo che non ci troviamo in un hotel cinque stelle.

-Fanculo...- sento il riccio borbottare alle mie spalle -Fanno le porzioni come se fossimo dei bambini...- commenta e sento Alger dall'altro lato ridere.
-State zitti...- dico solo, perché lamentarsi qui dentro non è mai un'ottima scelta.

Alger di fianco a me continua a spostare lo sguardo su un tavolo.
-C'è uno che ci sta fissando malissimo da quando siamo entrati alla mensa...- dice, addentando un pezzo di pane, mantenendo gli occhi fissi su di lui.
Seguo la sua direzione, e noto un ragazzo giovane, dal viso pallido.
Indossa la divisa blu, segno che è appena arrivato.

-Non è la prima volta che quelli nuovi ci mandano occhiatacce, ignoralo...- dico solo, perché ormai evito i problemi.
Da quando ho conosciuto Alexandra ho capito che perdere tempo dietro a gente del genere, non ha senso.
Se voglio uscire di qui devo fare il possibile per mantenere la calma.

-Andiamo a sederci a quel tavolo...- sento la voce del riccio alle mie spalle, anch'esso impegnato ad osservare lo stesso punto di Alger.

Mi ricordo benissimo i primi giorni di Leonas al Carcere.
Era entrato per la prima volta qui dentro un paio di anni dopo di me.
Era spaventato, tutti lo definivano "il piagnucolone" e non aveva amici.
L'ironia e la sfacciataggine che ha adesso sono dovuti solo grazie a me, che avevo deciso di prenderlo sotto la mia ala.
La verità è che ci tengo molto a lui, è come un fratello, e sapere che adesso si fa rispettare da tutti è una conquista personale.

-Allora andiamo a sederci o no?- Alger continua a insistere, perché a differenza mia, non lascia mai correre quando si tratta di cose del genere.
Lo capisco benissimo perché fino a pochi mesi fa anche io ero così, ma adesso le cose sono cambiate.
-Niente risse...- ammonisco tutti e due, dirigendomi al tavolo di quel ragazzo.

Ci sediamo proprio difronte a lui, che passa gli occhi sorpresi su ognuno di noi e l'aria imbronciata di prima, se ne va, facendolo risultare quasi spaventato.

-Abbiamo visto che ci fissavi...- è Alger il primo a parlare mentre continua ad analizzarlo come se fosse uno scarafaggio.
-Io...- il ragazzo si stringe nelle spalle, e solo adesso mi rendo conto che non avrà più di quindici anni.
Il suo fisico è parecchio magro, così come l'altezza minuta.

-Avanti dai...ho capito che siamo belli ma questa non è una giustificazione per fissarci così intensamente...- aggiunge Leonas, con un sorrisetto sghembo, sistemandosi i ricci.

Sospiro e lo guardo negli occhi.
-Avanti parla- dico solo facendo segno ai miei amici di restare zitti, per lasciargli la possibilità di spiegare.

-Tu sei Daniel Walker...- è la prima cosa che dice, sistemandosi meglio sulla sedia.

-Si e tu chi cazzo sei?- domando, non molto sorpreso che sia a conoscenza del mio nome, visto che tutti mi conoscono qui.

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora