12. Verso giusto

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"I dolori, le delusioni e la malinconia non sono fatti per renderci scontenti e toglierci valore e dignità,
ma per maturarci"
H.Hesse

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-Potresti passarmi il libro di storia?- domando a Tobias continuando ad analizzare i vari schemi per lo studio che ho preparato appositamente per Daniel.

-Wow...- mormora colpito il mio amico una volta notati.
-Sono veramente degli schemi molto...- sembra quasi ammirato.
-Precisi...-
Gli sorrido.

Sono abituata a studiare solo dal libro e a scrivere appunti per il gusto di farlo, mai prima d'ora mi ero ritrovata a "costruire" degli schemi per semplificare le cose.
Semplicemente, passando sempre più tempo con Daniel, ho capito che il mio metodo di studio non è adatto a lui, e che probabilmente capirà meglio leggendo l'indispensabile.

-Grazie...- dico a bassa voce.
Io e Tobias ci troviamo nella grande biblioteca di scuola nostra.
Oggi c'è veramente poca gente qui intorno, ed è un'ottima occasione per poter studiare e stare in tranquillità.

-Dovresti venire in riformatorio...una di queste volte- dico improvvisamente al mio amico, gustandomi la sua occhiataccia.
-Stai scherzando vero?- mormora bevendo un lungo sorso d'acqua.
Alzo le spalle, con un leggero sorriso.
-Non è male come sembra...- gli rispondo.
-Anche per me la prima volta lì è stato parecchio strano...ma fidati ti farà cambiare la prospettiva su parecchie cose- aggiungo guardandolo negli occhi.

Prima di arrivare in riformatorio e conoscere Daniel, ero convinta che in carcere si trovassero solo persone non pentite, arrabbiate e prive di qualsiasi tipo di sensibilità.
Guardare gli occhi di Daniel, così tristi e spenti, mi ha fatta capire che non devo fare di tutta un'erba un fascio.
Esistono persone cattive in quel posto...ma anche persone buone, disposte a cambiare se necessario.
Il mio amico ha una mentalità molto ristretta su queste cose, un po' come me prima.
Si tratta più che altro dell'idea con cui siamo cresciuti che è totalmente sbagliata.

-Sono seria- dico mantenendo lo sguardo fermo.
Lui, però, scuote la testa.
-Grazie ma...non è nei miei interessi- punta di nuovo lo sguardo sul libro e capisco che al momento sarà impossibile cercare di fargli cambiare idea.

-Oh ma guarda un po' chi si rivede...- ad interrompere la nostra conversazione, è proprio l'ultima persona che mi sarei aspettata.
Bethany Stuart...

È appoggiata svogliatamente ad un muro, poco distante da noi, come sempre impeccabile.
Con passo lento, si avvicina al nostro tavolo.
-Merda...- borbotta il mio amico, poco prima che Bethany si sieda accanto a me.

-Sai Alexandra...vorrei parlarti un attimo, se mi permetti- dice con una voce strana, ma uno sguardo severo.
La osservo da vicino.

È bellissima, con quelle ciglia lunghe e quelle labbra gonfie, ma ciò non la autorizza a trattare gli altri in questo modo.
Ha lo stesso colore dei miei occhi, un celeste chiaro, quasi brillante, ma i suoi per qualche strana ragione, sembrano dieci volte più belli dei miei.

-Dimmi tutto...- dico sistemando gli schemi in una cartellina, mentre il mio amico continua ad ignorare la bella ragazza al mio fianco.
-È una conversazione tra donne...- dice alzando le sopracciglia e puntando lo sguardo su Tobias, che finalmente sembra notarla.
-Può restare...non è un problema...- mormoro e la vedo sospirare.

-Arriviamo subito al punto...mi sono già stufata di parlare con te-
biascica e solo adesso noto che sta masticando una gomma.

Prende il suo telefono, e pochi secondi dopo una foto ritraente me e Alan in caffetteria è davanti ai miei occhi.
Mi avvicino, non capendo perché qualcuno la abbia scattata.
Io sto guardando Alan negli occhi, mentre lui è leggermente abbassato a pochi centimetri dalla mia faccia.
A vederla da fuori, questa foto, sembra quasi il ritratto di una coppietta felice.

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora