Perché Non Mi Parli?

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~*eren's pov*~

Erano passati oramai sei giorni da quando mi ero svegliato.
Hanji mi stava accanto e mi aiutava a gironzolare per casa sua, dove mi avevano riportato, usando le stampelle o gli appoggi di fortuna.
Non avevo più aperto bocca se non per dire il necessario ma soprattutto, io e levi avevamo tagliato i ponti.

Più volte, con cautela, aveva provato ad avvicinarmi ma io non gliel'avevo permesso.
Con il linguaggio del corpo, mostrando paura, l'avevo allontanato ogni giorno di più, fino a che non aveva più provato rinchiudendosi in camera sua senza farsi più vedere.

In quegli stessi giorni farlan e isabell, una giovane ragazza che hanji e erwin conoscevano già , ci portarono  pure la notizia del nostro successo.
L'operazione era andata a buon fine. Le cavie erano state salvate, l'edificio preso sotto sequestro dalla polizia e  Kenny Ackerman era stato sbattuto in galera a vita, a differenza di mio padre che era riuscito a scappare.

Questa notizia mi avrebbe dovuto far gioire eppure non ci riuscivo.
Non dopo tutto ciò che avevo passato e che stavo passando.
Infatti li avevo fissati e dopo essermi girato me ero andato in silenzio lasciandoli li stupiti.
Continuavo a restar chiuso nel mio silenzio e l'unica con cui passavo il mio tempo e  con cui parlavo, anzi sussurravo, era Ame.
Paziente mi ascoltava di giorno e di notte se ero sveglio, rimeneva su con me per tenermi compagnia.
Piano mi coccolava strusciando il grosso muso grigio contro la mia guancia o a volte per consolarmi poggiava la zampa sulla mia gamba o mano fissandomi negli occhi intensamente prima di darmi uno dei suoi baci bavosi.
Ora come ora era il mio unico e vero sostegno...

Quel giorno era una mattina uggiosa.
La nebbia, pigra, avvolgeva la casa immergendola in una nuvola lattiginosa che la nascondeva alla vista.
In lontananza, i merli cantavano rincorrendosi fra i rami dei pini i cui aghi erano imperlati dalla rugiada fresca...
Ero sveglio ormai da ore.
Non ero riuscito a dormire molto, afflitto dai pensieri e dai ricordi, così, in silenzio avevo aspettato l'alba osservando alla finestra le nuvole scendere verso valle.
Non avendo la forza di uscire, traballante mi sedetti sul divano e presi a coccolare la lupa accucciata al mio fianco godendomi il calduccio della grossa felpa verde che mi copriva fino alle ginocchia lasciando intravedere le bende che fasciavano il mio corpo.

<<senti... >> mi voltai verso hanji ora in piedi appoggiata allo stipite della porta
<<capisci che così ti stai distruggendo e di conseguenza distruggi anche lui?>> abbassai lo sguardo
<<eren guardami. Tu lo ami e lui ti ama. Ha rischiato la vita per te. Tu non lo sai ma gli hanno sparato al fianco.>> sgranai gli occhi e trattenni il respiro.

"Non me mero accorto...
Come avevo fatto...
Ma allora... Kenny aveva detto la verità"

<<stava per morire ma gli è andata bene ed è sopravvissuto per te, solo per te. Pensa che quando delirava pronunciava solamente il tuo nome, e di nessun altro. A volte voleva venirti a salvare seduta stante. Altre sognava i momenti belli rivivendoli e raccontandoli alla notte. Eren, levi ti ama. Perché non gli dai la possibilità di starti di nuovo accanto?... >> senza che me ne accorgessi mi aveva raggiunto e si era seduta al mio fianco guardandomi tristemente
<<perché vuoi continuare a soffrire? Cos'è che ti blocca? Spiegami... >> distolsi lo sguardo dal suo e piano appoggiai la fronte di peso, sulla sua spalla.
Singhiozzai e avvicinandomi a lei la strinsi in un debole abbraccio.

<<per favore... >> lei sorrise e come una madre ricambiò l'abbraccio aspettando che smettessi di piangere. <<hanji>> mugolai <<io... io lo amo ed è per questo che lo tengo lontano... >>
<<ma eren capisci che non ha senso? >>

<<si Eren, non ha senso. >>

Mi bloccai non appena sentii la voce bassa e stanca.
Era la sua, non c'era dubbio.
Lo guardai.
Era in piedi a braccia incrociate.
Le spesse occhiaie, che lasciavano intendere notti insonni, spiccavano ora sulla pelle chiara.
I capelli erano leggermente spettinati, la maglia nera spiegazzata gli ricadeva storta sui pantaloni grigio chiaro.
Ma l'elemento più sconvolgente erano gli occhi color acciaio che mi parlavano.
Mi stavano trasmettendo tutta la tristezza accumulata giorno dopo giorno trafiggendomi il cuore.

Only With You *~Ereri/Riren~* {CoMpLeTa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora