< fourteen >

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< Max... > mormoro abbassando lo sguardo sul pavimento. < Non stiamo insieme > ametto.

< Ne vuoi discutere qui di cosa siamo o non siamo? > mi domanda accarezzandomi la guancia.

Scuoto la testa. < Ne parliamo Lunedì > mormoro mordendomi l'interno guancia nervosamente.

< Vieni a casa mia? > mi domanda. Alzo lo sguardo e lo punto sui suoi occhi marroni scuri, quasi paragonabili al nero. < Non è meglio che tu vieni a casa mia? > li propongo, e quando lo dissi il labbro inferiore mi tremava.

< Hai ragione > dice con un lieve sorriso. Ci guardiamo negli occhi senza dire niete, penso di essermi persa nei suoi occhi così scuri. < Posso baciarti? > domanda fissandomi insistente le labbra.

Annuisco con un ampio sorriso, mi metto in punte per arrivare più o meno alla sua altezza, ma a interromperci sono di nuovo le voci delle nostre madri che ci cercano.

< Sarà per un'altra volta > ridacchio avviandomi verso la porta d'uscita.

< uffi però > borbotta facendo il broncio.

***

Non appena torno a casa vado direttamente in camera mia e mi butto a peso morto sul letto per poi addormentarmi.

Mi sveglio con la sveglia che risuona per tutta la camera, faccio un po di fatica ad aprire gli occhi. Alzo lo sguardo verso la sveglia per vedere che ore siano.

7:30.

Riposo la testa sul cuscino, ma quando capisco che giorno è scatto in piedi, e inizio a correre come una pazza per sistemarmi.

Lexa arrivò - per fortuna - in ritardo e arrivamo - per miracolo - a scuola in orario.

< Promettilo! > urla tirando una sua treccia facendole male.

Rotea gli occhi. < okay! > sbuffa arrendendosi, mollo la presa. < Prometto che non amazzerò Maxweel Pairot > promette mettendo una mano sul petto e l'altra in aria con il palmo aperto.

< Brava > dico con una ampio sorriso.

Intanto che ci avviamo verso la mensa mi domandavo come mia madre e Lisa si conoscessero? All'inizio non ci avevo fatto caso, ma adesso mi era venuto in mente.

Sbatto la testa contro qualcosa di duro, io non sono una ragazza goffa o altro ma pensare troppo mi fa divetare quei tipo di ragazze. Mi accarezzo la fronte e alzo lo sguardo che si scontrano con quei occhi così scuri.

< Hey piccoletta, la prossima volta stai attenta eh > dice facendomi l'occhiolino.

Le mie guancie prendo ad arrosire, ma mi accorgi che con me c'era Lexa quindi mi volto lentamete - ma molto lentamete - verso la sua direzzione dove lei strabuzza gli occhi per quella confidenzialità.

Max avvicina le sue labbra al mio orecchio e sussura; < mi devi un bacio dolcezza > per poi guardarmi e andarsene via con un ampio sorriso.

< Quindi è vero?! > domanda spalancando la bocca scioccata. < State insieme? > ridomanda sussurando così che orecchie indiscreti ascoltino.

< Dobbiamo parlare questo pomeriggio > dico facendo spalucce.

< Dammi tutti i dettagli > dice facendomi l'occhiolino. Spalanco gli occhi e le do un pugno alla spalla. < Ma sei pazza?! >

***

Mi madre mi avvertì che doveva uscire per andare in palestra e sarebbe tornata tardi, io ne approfittai per fare la cogliona a casa, saltai per tutta la cucina con la musica a palla di Irama Plume.

Apro il frigo e prendo il limoncello, chiudo il frigo con i fianchi e mi dirgio verso lo sportello dove ci sono i bicchieri, ne prendo uno e verso il limoncello all'interno, e ne bevo un sorso.

Cambio musica cercando qualcosa di più movimentato, mi compare Amore e Caopera - Takagi & Ketra - Giusi Ferreri e Sean Kingston. Inizio un po a muovermi ma sentp qualcuno bussare la porta, corrucio la fronte confusa.

Apro la porta e mi ritrovo Max, cazzo! Mi ero dimenticata che lui doveva venire da me. < Hey > mi saluta, ma non appena sente la musica e intravede una bottiglia di limoncello ghigna. < A casa da sola uh? > mi domanda con un ampio sorriso.

< Si, scusa mi ero dimenticata > mi scuso facendolo accomodare.

< Tranquilla > dice facendomi l'occhiolino. Mi appogio con la schiena alla porta non appena ho un capogiro, quando alcol ho ingerito?

< Allora... > dice prendendo la bottiglia di limonciello. < Vogliamo parlare? > mi domanda mordendosi il labbro inferiore.

Annusico. < Cosa sono per te? > domando socchiudendl gli occhi.

< Sei mia > dice versando il limoncello all'interno del mio bicchiere. < E nessuno può toccarti, sei di mia appartenza > dice bevendone un sorso.

< E io cosa sono per te? >

< Tu sei mio > dico avvicinandomi a lui lentamente.  < E ogni ragazza che si avvicina a te è morta, ma letteralmente > dico con un ampio sorriso.

< Quindi cosa siamo? > domando succesivamete guardandolo dritto negli occhi.

Sospira stanco. < Non lo so > borbotta. < Devo capirlo > dice gratandosi la nuca.

Abasso la testa triste della risposta. < Ma tu mi piaci! Cavolo, tanto > amette. < Ma devo essere sicuro al 100% > dice mordendosi l'interno guancia.

< E quanto sei sicuro adesso? > domando avvendo la paura della risposta.

< 76% >

< okay > dico solamente. 

< hey > dice prendendo il mio mento tra il pollice e l'indice. < Tranquilla piccola, io non ti lascio > mi confessa.

< nemmeno io > confesso anch'io con un ampio sorriso. Mi alzo in punte e mi avvicino al suo viso mettendo le mie braccia intorno al suo collo.

< sei magnifica > sussura per poi fare unire le nostre labbra in un bacio appassionate. Socchiudo le labbra così che la sua lingua si possa intrecciare con la mia.

Mi lascio defiitivanente andare quando sento le sue mani appogiarsi sul mio sedere palpandolo.

< mi fai impazzire > sussura facendo unire nuovamente le nostre labbra.

Ti salverà un CapricornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora