[Non è Sarah, ma Miriam ]La campanella suona annuciando la fine delle lezioni.
Vado verso il mio armadietto e poso i libri che più tardi recuperò per poi dirigermi verso la mesa. È passata circa una settimana da quando ho ignorato Lexa non voledole ancora parlare, e persino Max. Avevo bisogno di tempo per pensare, e i miei pensieri si sono chiariti.
Prendo la mia pizza e il thè al limone, e mi vado a sedere in un tavolo della mensa. Prendo il thè al limone cercando di aprirlo ma non ci riesco, per l'appunto era sempre Lexa a farlo al posto mio.
< vuoi un aiuto? > mi domanda una voce più o meno famigliare. Alzo lo sguardo è trovo Nicolò.
Prorpio lui doveva venire al mio tavolo? Annusico, e li porgo la bottiglia. Oggi non ho voglia di litigare, cercherò di essere gentile.
< ecco a te madame > dice porgendomi treatralmente la bottiglia.
Roteo gli occhi con un sorriso da ebete in faccia. < Grazie > sussuro portando una ciccoca dietro l'orecchio.
< di nuovo soletta? > mi domanda notando che con me non c'è nessuno. Socchiudo la bocca per rispondere, ma mi precede. < perché quando vengo a parlare con te questo tavolo è sempre vuoto? > si chiede riflettendo a una ipotetica risposta.
< me lo chiedo anch'io > borbotto iniziando a mangiare lentamente la pizza.
< Tutto a posto? Dov'è Lexa? Di solito mi minaccia di morte quando vengo da te > borbotta guardandosi intorno, Nicolò è veramente snervate lo è stato dalle medie e rimane tale.
< Non voglio parlare con il mio nemico dei miei problemi > mormoro smettendo di mangiare la pizza, la fame mi è passata in un lampo.
< beh, penso che sono l'unica persona di cui puoi parlare in questo momento > amette serio. Ha ragione, ma preferisco tenermi dentro tutto.
< preferisco tenermi tutto per me > dico con un fievolo sorriso ma si spegne quando vedo Riccardo sedersi nel nostro tavolo.
< salve gente! > ci saluta con un ampio sorriso che contagia anche me. < di cosa stavate parlando di bello? > domanda curioso mangiando una patatina.
< nulla di che, stavo cercando di convincere Sarah di parlarmi dei suoi dr- > ma si azzitisce quando capisce cosa sta dicendo. < cioè di cosa li piacesse di me > dice con un finto sorriso.
Li mimo "un grazie" e lui per farmi capire che ha capito mi fa un occhiolino. Forse potrei parlarli dei miei problemi? No, Sarah non ti fidare delle persone solo perché ti fanno un favore.
< ma nom c'è nulla di bello in te > ametto facendo spalucee.
< ma stavate sorridendo > dice Riccardo confuso guardandomi intensamente negli occhi, mi sento leggermente a disagio.
< ehm... io... ehm... lei... > balbetta non sapendo cosa dire, ma fortunatamente intervengo io con una cazzata. < ci stavamo sfidando a chi sorride di più insultandosi >
< esiste? > ci domanda Riccardo scioccato.
< l'ha invetato Nicolò > dico velocemente mordendomi l'interno guancia nervosamente.
< questo è troppo! Io non me ne starò qui a guardarla parlare con quei due! > sento qualcuno discutere, mi volto dietro le mie spalle e trovo Max parlare con una ragazza bionda dagli occhi azzuri.
< devi darti una calmata, sono solo dei suoi amici > dice indicandomi con l'indice, e non appena si accorge che li sto fissando si amutolisce.
< non sono dei suoi amici! > urla gesticolando. < Miriam? > domanda vedendola non guardare i suoi occhi ma me, abassa lo sguardo e sussura qualcosa che non comprendo.
Max si volta verso la mia direzione e socchiude le labbra. Mi alzo dal tavolo.
Chi è quella ragazza? Mi avrà già rimpiazzata? Troppe domande e nessuna risposta.
< tutto okay? > mi domanda Nicolò preuccupato.
< dove stai andando? > mi domanda invece Riccardo.
Perché a tutti deve importare come mi senta e dove vada? Non si possono solo fare i prorpio cazzi?
< alla toilette > mento uscendo via dalla mensa. Penso che tornerò a casa, mi sento strana.
< Sarah! > sento qualcuno chiamarmi, ma non riesco a distigure nemmeno la voce troppo stanca per pensare e capire.
< Fermati ti prego! > continua, ma io cammino e cammino, finché non sento delle mani avvolgersi al mio polso voltandomi verso di lui.
< lasciami andare > sussuro non guardandolo negli occhi.
< Perché fai così? > mi domanda con la voce rotta, sembra pronto a piangere ma non è da Pairot.
< Dovevo riflettere a delle cose, avevo bisogno di tempo > borbotto alzando lentamete lo sguardo, puntandolo verso i suoi occhi scuri.
< Ho capito > dice prendendo la mia mano trascinandomi via. < dobbiamo parlare > dice portandomi verso la sua auto.
Angolo alexa
avviso che sto cambiando i 8nomi dei protagonisti della storia, quindi per le persone che vedono questo cambiamendo e perché sto revisionando la storia.
E nulla, spero che vi piaccia la storia e se ci sono errori poi coreggerò, ciao cetriolini💚😏
By Ale_luvi
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Ti salverà un Capricorno
RomanceHo sempre amato quei due, erano uguali. Scambiavo lui per lei e lei per lui. Due calamati uguali che stranamemte si attraevano avvicenda, più tosto strano no? Non era che gli opposti si attraggono ? Quei due si scambiavano sguardi che nessuno capiv...