< seventeen >

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[Non è Sarah, ma Miriam ]

La campanella suona annuciando la fine delle lezioni.

Vado verso il mio armadietto e poso i libri che più tardi recuperò per poi dirigermi verso la mesa. È passata circa una settimana da quando ho ignorato Lexa non voledole ancora parlare, e persino Max. Avevo bisogno di tempo per pensare, e i miei pensieri si sono chiariti.

Prendo la mia pizza e il thè al limone, e mi vado a sedere in un tavolo della mensa. Prendo il thè al limone cercando di aprirlo ma non ci riesco, per l'appunto era sempre Lexa a farlo al posto mio.

< vuoi un aiuto? > mi domanda una voce più o meno famigliare. Alzo lo sguardo è trovo Nicolò.

Prorpio lui doveva venire al mio tavolo? Annusico, e li porgo la bottiglia. Oggi non ho voglia di litigare, cercherò di essere gentile.

< ecco a te madame > dice porgendomi treatralmente la bottiglia.

Roteo gli occhi con un sorriso da ebete in faccia. < Grazie > sussuro portando una ciccoca dietro l'orecchio.

< di nuovo soletta? > mi domanda notando che con me non c'è nessuno. Socchiudo la bocca per rispondere, ma mi precede. < perché quando vengo a parlare con te questo tavolo è sempre vuoto? > si chiede riflettendo a una ipotetica risposta.

< me lo chiedo anch'io > borbotto iniziando a mangiare lentamente la pizza.

< Tutto a posto? Dov'è Lexa? Di solito mi minaccia di morte quando vengo da te > borbotta guardandosi intorno, Nicolò è veramente snervate lo è stato dalle medie e rimane tale.

< Non voglio parlare con il mio nemico dei miei problemi > mormoro smettendo di mangiare la pizza, la fame mi è passata in un lampo.

< beh, penso che sono l'unica persona di cui puoi parlare in questo momento > amette serio. Ha ragione, ma preferisco tenermi dentro tutto.

< preferisco tenermi tutto per me > dico con un fievolo sorriso ma si spegne quando vedo Riccardo sedersi nel nostro tavolo.

< salve gente! > ci saluta con un ampio sorriso che contagia anche me. < di cosa stavate parlando di bello? > domanda curioso mangiando una patatina.

< nulla di che, stavo cercando di convincere Sarah di parlarmi dei suoi dr- > ma si azzitisce quando capisce cosa sta dicendo. < cioè di cosa li piacesse di me > dice con un finto sorriso.

Li mimo "un grazie" e lui per farmi capire che ha capito mi fa un occhiolino. Forse potrei parlarli dei miei problemi? No, Sarah non ti fidare delle persone solo perché ti fanno un favore.

< ma nom c'è nulla di bello in te > ametto facendo spalucee.

< ma stavate sorridendo > dice Riccardo confuso guardandomi intensamente negli occhi, mi sento leggermente a disagio.

< ehm... io... ehm... lei... > balbetta non sapendo cosa dire, ma fortunatamente intervengo io con una cazzata. < ci stavamo sfidando a chi sorride di più insultandosi >

< esiste? > ci domanda Riccardo scioccato.

< l'ha invetato Nicolò > dico velocemente mordendomi l'interno guancia nervosamente.

< questo è troppo! Io non me ne starò qui a guardarla parlare con quei due! > sento qualcuno discutere, mi volto dietro le mie spalle e trovo Max parlare con una ragazza bionda dagli occhi azzuri.

< devi darti una calmata, sono solo dei suoi amici > dice indicandomi con l'indice, e non appena si accorge che li sto fissando si amutolisce.

< non sono dei suoi amici! > urla gesticolando. < Miriam? > domanda vedendola non guardare i suoi occhi ma me, abassa lo sguardo e sussura qualcosa che non comprendo.

Max si volta verso la mia direzione e socchiude le labbra. Mi alzo dal tavolo.

Chi è quella ragazza? Mi avrà già rimpiazzata? Troppe domande e nessuna risposta.

< tutto okay? > mi domanda Nicolò preuccupato.

< dove stai andando? > mi domanda invece Riccardo.

Perché a tutti deve importare come mi senta e dove vada? Non si possono solo fare i prorpio cazzi?

< alla toilette > mento uscendo via dalla mensa. Penso che tornerò a casa, mi sento strana.

< Sarah! > sento qualcuno chiamarmi, ma non riesco a distigure nemmeno la voce troppo stanca per pensare e capire.

< Fermati ti prego! > continua, ma io cammino e cammino, finché non sento delle mani avvolgersi al mio polso voltandomi verso di lui.

< lasciami andare > sussuro non guardandolo negli occhi.

< Perché fai così? > mi domanda con la voce rotta, sembra pronto a piangere ma non è da Pairot.

< Dovevo riflettere a delle cose, avevo bisogno di tempo > borbotto alzando lentamete lo sguardo, puntandolo verso i suoi occhi scuri.

< Ho capito > dice prendendo la mia mano trascinandomi via. < dobbiamo parlare > dice portandomi verso la sua auto.

Angolo alexa

avviso che sto cambiando i 8nomi dei protagonisti della storia, quindi per le persone che vedono questo cambiamendo e perché sto revisionando la storia.

E nulla, spero che vi piaccia la storia e se ci sono errori poi coreggerò, ciao cetriolini💚😏

By Ale_luvi

Ti salverà un CapricornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora