Claudio - La cosa giusta da fare

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È il rumore di una scarpa che sbatte per terra a svegliarmi oltre che qualche imprecazione detta a bassa voce.
Contrariato da quel risveglio brusco mi giro verso il rumore e vedo Mario che si sta infilando le scarpe seduto sul letto dandomi le spalle. Sorrido al solo pensiero che nel giro di pochi giorni è la seconda notte che passiamo assieme ma poi capisco che sta cercando di andarsene, di nuovo, senza parlarmi.

"Certo che non lo perdi il vizio di fuggire da me" gli dico piano con la voce ancora mezza impastata dal sonno. Nonostante tutto lui fa un piccolo saltello spaventato prima di girarsi verso di me e sorridermi (Dio quanto è bello quel sorriso!!!!)

"Mi hai fatto prendere un infarto!" Dice portandosi la mano al petto  e facendo sorridere anche me "comunque, mi spiace non volevo svegliarti e.... sopratutto non stavo fuggendo" continua guardandomi male.

Mi alzo a sedere continuando a sorridere e gli dico "ah no??? E tu come lo chiameresti uno che si alza e si veste cercando di far meno rumore possibile senza svegliare la persona vicino a lui che sta dormendo, non riuscendoci tra l'altro visto che hai la grazia di un elefante in una cristalleria" gli dico prendendolo in giro.

Mario mi guarda con un broncio adorabile che farei sparire con... scuoto la testa sorridendo per accontantonare la visione di me che  mi impegno a far sparire quel broncio, e risponde "Che simpatico!!!! Come lo chiamo? Io dire una persona che alle 8 deve essere in ufficio ed essendo le 6.30 del mattino e meglio che corra a casa per cambiarsi visto che con i vestiti che ha addosso ci ha passato la notte" e si avvia verso la porta, salvo poi tornare sui suoi passi e dirmi: " e comunque per la cronaca ti avrei lasciato un biglietto per dirti che sono stato veramente bene" detto questo si avvicina mi lascia un bacio a stampo e senza nemmeno darmi il tempo di reagire sparisce dietro la porta ed io mi rituffo nel letto sentendo ancora il suo profumo tra le lenzuola.

È con l'immagine delle labbra di Mario che si avvicinano al mio volto che salgo sul treno delle 11.45 che mi riporta a Verona, durante le ore che passo in viaggio provo a focalizzarmi sul mio percorso, a pensare e riflettere su quale dei miei corteggiatori sento più affine, chiaccherò al telefono con Chiara per una mezz'oretta e mi fa i complimenti  visto che sembra che il mio trono stia avendo molto successo sia per il coraggio di portare la realtà gay in televisione sia perché, secondo chiara, la gente ha percepito che sono autentico e mi trovo là per cercare veramente chi potrà essere il mio compagno. Passo l'ultima ora in treno a ripensare alle parole di chiara e mo sento in colpa nei confronti di tutta la gente che si impegna e si fa in 4 per garantire a noi tronisti un percorso sereno, ma soprattutto mi sento in colpa nei confronti dei miei corteggiatori mi sembra di prenderli in giro ma io non sono così....

Scendo a Verona con la consapevolezza che devo chiudere questa specie di storia/conoscenza con Mario, lui mi piace da morire ma non posso continuare a giocare sporco e DEVO assolutamente concentrarmi nel mio percorso.

Due giorno dopo sono chiuso nello sgabuzzino del bar a sistemare le carte per il commercialista quando entra come una furia Paolo il mio migliore amico : " Hey!!!! Si può sapere da chi ti nascondi?"

"Non mi nascondo, sto semplicemente sistemando le carte del bar"

"Ok!!! Ma di solito lo fai in un tavolino del bar" mi dice appoggiandosi alle casse dell'acqua

"Si, solo che da quando è iniziata questa storia del trono, tra una foto e chi mi chiede del mio percorso è impossibile concentrarsi sulle carte" gli dico cercando di continuare con il lavoro

Paolo si siede su una cassa di birra e serio mi chiede: "tutto bene?"

"Si perché?" Gli rispondo senza nemmeno alzare gli occhi dal mio lavoro

OLTRE LE APPARENZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora