Già, cosa ci guadagnava lui, a svelare il mistero di Takano? Era un ragazzo della sua età come ce n'erano tanti. Non eccelleva nello studio, né nello sport. Non aveva senso dello stile. Non era proprio niente di speciale. A parte quando si vestiva da punk e la sua voce era acuta, roca, affascinante, nonostante suonasse da schifo e non sapesse neanche da dove cominciare ad accordare la chitarra. E i suoi occhi. C'era qualcosa d'indefinito e pericoloso nei suoi occhi, che lo attraeva come una calamita.
Non immaginava che fosse il tipo da arrivare all'estremo di togliersi la vita. Lui, che da due anni a quella parte lottava per tenersela stretta tra medici, esami invasivi e ricoveri in ospedale, non riusciva a comprendere il sentimento che animava le persone che invece desideravano morire. Rosa gli avrebbe detto che non poteva forzare Takano a fare quello che voleva e avrebbe avuto ragione. Aveva sbagliato provando a ricattarlo in quel modo, però, pensava fosse l'unico che gli avrebbe permesso di avvicinarsi al ragazzo. E aveva funzionato. Pochi secondi prima stava piangendo tra le sue braccia. Gli aveva scatenato un'emozione di pena così violenta, che aveva dovuto costringersi a staccarsi da lui, per respirare, in modo che non gli si alzasse troppo la pressione del sangue. Era sempre conscio della bomba a orologeria che gli ticchettava nella testa e non intendeva farla esplodere prima del tempo. Da poco distante, Takano lo guardava come se fosse impazzito.
«Dovrei raccontarti qualcosa di mio personale, così puoi prendermi in giro con i tuoi amici?»
«Tanto a te che importa? Sarai morto.»
Vide l'altro aggrottare le sopracciglia e non gli lasciò il tempo di riflettere.
«Ho una proposta da farti, se decidi di vivere, e credo che la troverai interessante. Niente più ricatti. Solo una proposta e se non te la senti, sarai libero di rifiutare. Hai la mia parola d'onore. Vieni da me stasera, all'appartamento. Devi anche riprenderti la chitarra. Il mio numero ce l'hai.»
***
Detto ciò, non poteva fare altro che andarsene, per quanto gli costasse lasciare solo Takano sul tetto in quel momento, col pensiero di quello che avrebbe potuto fare. Richiudendosi alle spalle la porta che dava sul tetto, si chiese se avrebbe dovuto avvertire gli insegnanti e poi, cinicamente, pensò che se davvero il ragazzo volesse farla finita, scatenare un putiferio avrebbe solo rimandato le cose e si convinse a lasciar stare. Certo che 'suicidio alla Azabu' suonava proprio male come titolo di giornale, e poi, durante il festival che aveva contribuito lui ad organizzare. Doveva ammettere che faceva male. Aveva confessato i suoi sentimenti a Takano nell'impeto del momento e lui si era messo a ridergli in faccia. Non gli aveva creduto, aveva pensato che lo dicesse per prendersi gioco di lui. Era quello che desiderava, no? Avere accanto una persona che gli facesse provare delle emozioni. Il problema era che erano quelle sbagliate.
Per tutto il resto della mattinata si tenne impegnato tra i vari stand in cortile. Ogni tanto s'inchinava chiedendo il permesso di congedarsi a un insegnante o uno studente con cui stava intrattenendo una conversazione per andare a controllare sul retro della scuola. Era andato almeno venti volte, chiedendosi se avrebbe trovato quello che non avrebbe mai voluto vedere e niente. Tornava agli stand e si ritrovava non sapeva come, invischiato in una nuova conversazione. Era un tipo popolare e di solito le chiacchiere non gli dispiacevano, ma quel giorno non riusciva a rilassarsi. Col pensiero continuava a riandare sul tetto, finché all'ora di pranzo, con un nodo che gli chiudeva lo stomaco, inchinandosi rifiutò la scatola di takoyaki fumanti che gli porgeva una ragazza del primo anno e sul tetto ci andò davvero. Con sua grande sorpresa, e forse, anche un briciolo di sollievo, scoprì che Takano non c'era più e non si era nemmeno lanciato dal cornicione.
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Pezzi di Ricambio
Romance«Diventa il mio ragazzo. Prometto che ti tratterò bene, ti proteggerò sempre e se non ti fidi di me, prometto di dirti sempre la verità. Qualunque cosa mi chieda, io non ti mentirò mai. Se dovessi mentirti anche solo una volta, sei libero di lasciar...