lettera nella giacca

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<< L'amore è un gioco a cui si perde, perché la verità è che il mondo comincia con l'essenza, con la tua essenza e con lo spirito, o come si chiama quella cosa lì. Il mondo comincia con uno zaino, e con la strada che ci sarà da pestare. Non l'ho capito subito.
Tu mi hai chiesto di rimanere, ma adesso io ti chiedo di andare.
Ti chiedo di inseguire quella fame che hai negli occhi, la tua voce sporca e questa musica per la quale vivi di cui non parli mai.
Allora Damiano mettiti lì, con tutte le cose stese per terra: lo zaino la macchina fotografica un taccuino la tuta le calze usate che tanto poi si potranno sporcare, la tazza e una penna.
La vita è già lì che si srotola sotto le tue mani.
O parti adesso o non ti rimarrà che la tristezza per non averlo fatto, e quel viso, quell'anima, non li accarezzerai mai.
Scegli cosa portare con te.
Sicuramente ti aspetteranno giorni di pioggia, giorni talmente grigi da non vedere oltre il tuo naso e, ti sembrerà chiaro, nell'oscurità, che non ne valeva la pena. Incontrerai giorni di neve, e sarà tutto talmente bianco, che non potrai toccare il confine tra l'inizio e la fine, tra la forza e il sopruso, tra la volontà e la superbia, tra la gioia e la malinconia (che poi è lo stesso fiore, solo senza profumo). E ancora una volta sarà facile perdersi.
Poi ci saranno giorni in cui non incontrerai nessuno, in cui ti sembrerà di essere irrimediabilmente solo e sbagliato, senza virtù e senza merito, senza onore e senza coraggio.
Ecco.
Quello sarà il momento di vincere.
Perché, te lo auguro, arriverà il giorno.
E arriverà se avrai avuto la caparbietà di cercarlo, in cui sbadatamente ti volterai e capirai per caso, per caso o per forza, per forza o per quella cosa lì, che se non fosse stato per tutto quel grigio quel bianco o quel nero non avresti potuto imparare a guardare negli occhi l'essenza, il fiore e quel viso, che davvero così belli non ne ho visti mai.
Capirai che il giorno in cui hai deciso di fare il tuo zaino e di andare via sarà stato il primo della tua storia, della tua libertà.
Perché per essere liberi bisogna avere fantasia e il coraggio di lasciare tutto.
Bisogna sapersi immaginare altri modi di vivere, di pensare, di sentire.
Non bastano il pensiero, la fede e le fughe da fermo e nemmeno la speranza.
La speranza può dare coraggio, il che non è poco, ma non è perché lo si speri, che si sarà liberi.
Dai Damiano, decidi tu dove mettere ogni cosa. Perché al momento giusto saprai dove trovarla.
E poi cerca. Non smettere. Cerca. Parti. Vattene. Cerca.
Che ti cullino le onde, che ti accarezzino gli alisei, che ti illuminino le stelle, che ti renda sapiente la profondità, saggia la lontananza.
Cerca, cerca e non arrivare mai.
Solo così capirai i 21 grammi che fanno la differenza: l'essenza, l'anima, lo spirito, o come si chiama quella cosa lì.
Forse questo non è il nostro tempo, ma nelle ore buie mi farà bene pensare a te e a quello che siamo stati.
Chissà dove sarai, spero il più possibile lontano da me: solo allora saprai di avercela fatta.
Ti aspetterò, non temere, ci guarderemo di nuovo un giorno e magari sarà alle tre di notte sotto al Colosseo, e magari questa volta andrà bene.
Magari mi sposerai e darai a nostro figlio il nome di tuo nonno, magari succederà davvero.
Magari allora saremo irrimediabilmente felici per sempre, ma io non avrò dentro di me la consapevolezza di averti trattenuto quando avevi bisogno di volare.
Quello sarà il nostro tempo, e non vedo l'ora che arrivi.
Buon viaggio.
Tua, Giulia. >>

take me out | måneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora