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Attenzione: scene di sesso. 

Non so da quanto tempo sono seduto sul pavimento di una stanza a me sconosciuta. Le spalle appoggiate alla parete dietro di me, proprio accanto al letto. Una gamba è distesa davanti a me, l'altra è piegata in modo da sorreggere il mio avambraccio, che ciondola pesantemente. 

La testa mi gira, e qualcosa mi dice che è per colpa dei litri di alcool che ho bevuto. Che buffo, lo stesso ragazzo che si dichiarava astemio, ora giace confuso in una stanza; a considerare il profumo, sembra che ci viva una donna.

Sono nel pieno della notte, in una stanza che non conosco, senza ombra della mia camicia e con evidenti succhiotti che scarabocchiano la pelle immacolata del mio petto. 

Che mi è successo?

Mi alzo traballante, appoggiandomi d'istinto alla parete per non cadere. L'alcool è ancora dentro le mie vene e fa il suo effetto. La vista è offuscata, ma riesco bene a scorgere la figura stesa lungo il pavimento. Addosso ha solo l'intimo, e a dirla tutta non ha un brutto corpo. 

Socchiudo gli occhi per focalizzare meglio l'aspetto. Mi irrigidisco: Lisa.

La porta si apre lentamente e come da maledizione entra nella stanza Jennie. Indossa la mia camicia bianca, talmente grande che le sembra un vestito. Sembra essersi bagnata, tanto che, nonostante la poca luce che entra dalle fessure della porta, riesco a scorgere i capezzoli. Niente reggiseno. Solo camicia e slip. 

I miei occhi cadono tentatori al suo aspetto, alle sue curve e al seno. 

-Ciao.-Dice solo sussurrando, chiudendo a chiave la porta. 

Si porta i capelli da un lato, iniziando a giocare con la chiave.-Se la vuoi...-

La blocco di colpo. Non avrei dovuto parlare.-Voglio te.-

Non mi rendo conto di quello che dico, è l'alcool a parlare per me; eppure è la cosa che voglio in questo momento.

Un sorriso malizioso ma provocante si accende sulle sue dolci labbra, e solo Dio mi trattiene dal baciarle; Dio e quella piccola parte rimasta del mio controllo.

Jennie lascia scivolare la chiave per terra, che rimbalza sulla moquette una sola volta. 

Lisa giace ancora dormiente per terra, e un veloce frammento di memoria mi illumina: lei mi ha fatto i segni sul petto.

-Non sai quello che dici Y/N, sei ubriaco.-Mormora la coreana avvicinandosi sempre più a me, fino a poggiare la sua calda mano sul mio petto.

Accenno un sorriso, toccandole con voglia le labbra.-Sarò anche sbronzo, ma so quello che voglio.-

Agisco d'istinto, e oltre a sorprendere Jennie, sorprendo anche me. Mai mi sarei immaginato di fare un ennesimo sbaglio, forse il peggiore: baciare il Diavolo.

Il bacio che era partito dolce e passionale, diventa ora aggressivo e avido. Tutto quel sentimento che ho sempre tenuto dentro di me, ora lo sto sfogando. 

La bacio a lungo, sempre più voglioso di andare oltre. Non riesco a trattenere, e sorriso piano contro le sue labbra nel vederla una bambina, e non più la Jennie che detiene il controllo della situazione.

La spingo sul letto di schiena, e chinandomi su di lei le sbottono la camicia, lasciando i seni esposti. Jennie chiude gli occhi, lasciandosi al mio tocco e ai baci che, partendo dal collo, scendono fino all'ombelico.

 Con un solo sguardo, Jennie mi implora di scendere ancora più giù.

Sorrido, abbassandomi tra le sue gambe. Lecco il suo clitoride, e solo al primo tocco la sento trattenere con forza il piacere.

Inizio a tormentarla con la lingua, lasciandola gemere ripetutamente. Tutti i suoi muscoli si irrigidiscono. Non mi fermo dal leccarla, e senza avvisarla infilo un dito dentro di lei. La sensazione che provo nell'avere il dito dentro di lei è unico. La mia lingua lavora con il dito, serpeggiando tra il clitoride.

Succhio con foga, aumentando la velocità e aspettando il magico momento.

Un altro frammento di memoria fa luce nei miei ricordi: Lisa e Jennie, insieme nel letto. In questo letto. A dedicarmi uno show privato. 

Don't play with me./Kim Jennie/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora