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Il rumore di qualcosa che sbatte contro il muro e si rompe mi sveglia. Il cuore ha accelerato e per un instante mi sentito in preda alla totale paura.

Con il corpo dolorante tento di alzarmi, ma riesco solo a mettermi seduto. 

Un momento; riesco a muovermi.

Il forte dolore alla testa mi rende rimbambito, tanto che non mi rendo conto della situazione in cui mi trovo.

- Jennie... - 

Perché non sono felice di vederla? 

La ragazza alza le sopracciglia, stupida ma con una nota di sarcasmo. - Quindi ti ricordi ancora il mio nome. -

Che diamine sta dicendo?

Mi appoggio con la testa al muro dietro, massaggiandomi la spalla dolente. - Ma si può sapere che ti prende? -

Solo ora mi accorgo dei pezzi di quella che un tempo era una tazza. Pare che Jennie, per il nervoso, abbia frantumato l'oggetto contro il muro. 

- Non lo so che mi prende, chiediamolo a Lisa, visto che per tutta la notte non hai fatto altro che dire il suo nome. - Il tono non è alto, ma di più, e questo non fa altro che farmi aumentare il dolore alla testa. 

Mi guardo attorno, disorientato. Quindi il coma è stato solo un sogno; Dio, che sollievo. Ora ricordo, Yoongi mi ha trovato e assieme ai suoi amici mi hanno picchiato e la causa è la figlia del Diavolo che porta il nome di Jennie.

- Che buffo da parte tua fare la vittima quando, fino a prova contraria, sono in questo stato per colpa tua. Sei l'ultima persona del mondo che mi deve fare la predica, quindi evita. -

Jennie mi fulmina con lo sguardo iniettato di sangue, pronta a scagliarsi contro di me con tutta la rabbia che sembra avere.

Sospiro, cercando di regolare il respiro e non pensare al dolore che mi procurano le ferite. Per quale strano motivo ho detto solo il nome di Lisa, quando so di certo di avere un attaccamento verso Jennie?

Tra di noi cade un silenzio morboso, nessuno parla. Lei si limita a fissarmi, nell'abisso del dubbio se parlare o meno. I suoi occhi nascondono dispiacere, ma il corpo mostra indifferenza e orgoglio. 

Non c'è donna più complessa di Kim Jennie.

- Parla, si vede lontano un miglio che muori dalla voglia. - La incito portandomi alla bocca un bicchiere di acqua dal comodino di camera mia.

Jennie assottiglia lo sguardo, come per dirmi di smetterla di capirla così al volo.

- Dimmi Y/N, ti piace Lisa, non è vero? - Domanda con un filo di voce, sottile come un rasoio.

 La domanda più insolita di sempre.

Ma certo che no, non mi piace Lisa. 

Perché fatico tanto a rispondere? Le parole mi sono morte in gola.

Non mi piace Lisa.

Nella mia mente suona così chiaro, eppure la mia bocca non riesce a dirlo.

- Non ha senso la tua domanda Jennie. - Riesco a pronunciare ogni parola, ma non quelle che credo di voler dire.

La ragazza resta in piedi, di fronte al mio letto, con le braccia rigide lungo il suo corpo e i pugni serrati. 

Sta veramente facendo la vittima quando è stata lei a mentirmi sul fatto di avere un ragazzo?

- Jennie, evita per piacere. Inutile che ti comporti così, non ti rendi conto che hai rovinato non solo me, ma forse anche Lisa? -

- Possibile che non lo capisci? Ovvio che no, Mister perfezione ha solo una sola cosa nella testa: Lalisa Manoban. Lisa di qua, Lisa si là, ma possibile che non ti rendi conto di niente? L'unica ragazza dell'intera scuola femminile a cui hai dato anche il più piccolo pizzico di interesse è Lisa. Solo lei ti può toccare, solo a lei è permesso passare del tempo con te; solo ed esclusivamente a lei. Sei così preso da lei che nemmeno ti sei mai reso conto di cosa provasse Sana per te. Non hai nemmeno capito del fastidio che le da quando nemmeno calcoli la sua esistenza. La darei della ragazza stupida e ingenua, se solo non fossi anche io come lei. -

Jennie esce dalla stanza, sbattendo la porta dietro e lasciandomi solo, in preda ai mille dubbi che iniziano a sbranarmi vivo.

Lisa...

Don't play with me./Kim Jennie/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora