twelve years later.
Calum's pov
"Andiamo Jasey, vieni qui!", urlo per la centesima volta quella mattina, quella piccola peste non aveva intenzione di vestirsi per uscire e mi stavo davvero innervosendo.
"Jasey Rae Irwin, ti giuro che se non vieni subito a vestirti, non guarderai più la tv fino a che vivrai sotto questo tetto!", si ferma di scatto quando finisco di pronunciare quella frase, facendomi sospirare e passare una mano fra i miei capelli scuri.
"Dov'è papà Ashton?", sorrido ampiamente a quelle parole, in dodici anni erano cambiate parecchie cose.
Io ed Ashton non ci eravamo parlati per parecchio tempo dopo il suo ritorno, o almeno, lui ci aveva provato a parlare con me ma mi ero sempre rifiutato.
Alla fine, nell'ottobre del 2012, ero stato convinto da Michael e Luke a lasciar spiegare Ashton.
Parlammo per un pomeriggio intero quel giorno, e nonostante per un'ora intera l'avessi insultato in tutte le lingue possibili e immaginabili, lui mi aveva ascoltato, si era subito le mie lacrime e le aveva asciugate, dicendo che il motivo della sua partenza era stato sì, per il lavoro che era stato offerto a suo padre ma anche perché a sua nonna era stato diagnosticato un cancro.
Abbiamo deciso che da quel giorno ci avremo riprovato, e se non avesse funzionato, ci saremo augurati di trovare la persona giusta.
Dodici anni dopo, sposati e con una bambina, posso affermare che la persona giusta l'ho trovata, ed è Ashton.
"Sta arrivando piccola mia.", lasciai un bacio sulla guancia paffuta della mia bambina, sorridendo quando mi incitò a vestirla.
Dieci minuti dopo, riuscì a farle mettere qualcosa che mettesse d'accordo entrambi.
"Come sto papà?"
"Sei bellissima, principessa.", avevamo adottato Jasey due anni dopo il nostro matrimonio, aveva gli occhi scuri e i capelli biondi, ed era la bambina migliore di questo mondo.
Anche Michael e Luke si erano sposati, hanno adottato anche loro una bambina, Amanda che ha un anno in meno di Jasey.
Non ho mai fatto leggere ad Ashton il mio diario, almeno non volontariamente, sospetto (e ne sono quasi sicuro) che lo abbia fatto da solo, ma non siamo più tornati su quell'argomento, e lo ringrazio.
È ormai un capitolo chiuso della mia vita, è stato orribile, dopo la morte di Mali ha cominciato tutto a peggiorare, nonché prima fosse meglio, a volte mi chiedo ancora come abbia fatto ad arrivare fino ad oggi, ma quando gli occhi di Ashton incontrano i miei, capisco il motivo per cui sono ancora vivo.
Mi distraggo dai miei pensieri quando la porta di casa si apre, rivelando Ashton seguito da Michael, Luke e Amanda.
"Ciao amore.", sono più di tredici anni che conosco Ashton, e dodici da quando stiamo insieme, ma il fatto che mi saluti sempre con un bacio, davvero, davvero smielato, e mi chiami amore, mi fa
sempre arrossire all'inverosimile.
"Ciao Ash, come è andata a lavoro?"
"Tutto okay, stancante ma okay."
Sposto l'attenzione su i miei migliori amici, intenti a scambiarsi un bacio affettuoso, prima di richiamarli.
"Allora piccioncini, siete pronti per andare?"
"Siamo pronti, rompiscatole."
Ci avviamo verso la macchina di Ashton, prima di accomodarci sui sedili, dopo aver sistemato le bambine.
E mentre siamo qui, in macchina, e la mia mano intrecciata a quella di mio marito, posata sul mio grembo, posso dire di aver avuto anche io il mio lieto fine.
Quello in cui non ho mai creduto, quello che ho sempre pensato esistesse solo nelle fiabe, l'ho trovato anche io.
Ashton è il mio lieto fine, e non ne avrei potuto desiderare uno più bello.