Ti aspetterei in eterno

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Luca è seduto su una panchina, intento a fumare e, mentre la sua figura diventa sempre più delineata ai miei occhi, ripenso al fatto che, poco più di un anno fa, io lo amavo. Luca, un anno fa, era la persona che avevo maggiormente a cuore e ora è una delle persone che sento più distanti che ho attorno:

"Hey tutto bene?"

Mi distoglie dai miei pensieri, alzandosi e venendomi incontro, stringendomi in un abbraccio affettuoso, che da parte mia non ha nulla di così dolce:

"Sì, mi aspetti da tanto?"

"No, ma va tranquilla..."

"...Ti aspetterei in eterno"

Alzo lo sguardo, cos'era quella voce? Non era Elia, ne sono convinta, oltre al fatto che lui è dietro a Luca ad osservare la scena. Era la voce di Luca, ma più giovane, non da lui, non la sua attuale.
Elia pone lo sguardo su di me:

"Era Luca. Il Luca di due anni fa. Ricordati, ne riparliamo a casa"

Cerca di tranquillizzarmi, ma io mi preoccupo solo, perché sento queste cose?

"Tutto ok Giulia?"

"Sì, Luca. Dicevi?"

"Ti ho chiesto se hai mangiato o se vuoi che ti accompagno da qualche parte a comprare qualcosina"

"No, grazie, abbiamo già mangiato."

"Abbiamo?"

Si allarma immediatamente Luca, stringendo poco i pugni e fulminandomi con lo sguardo, mentre Elia sgrana gli occhi, scuotendo la testa:

"Ho. Scusa, ho già mangiato. Ero al telefono con una mia amica che non sento da un po' mentre mangiavo"

Ironizzo, tentando di nascondere il mio imbarazzo e lui annuisce, non troppo convinto, sedendosi sulla panchina e facendomi cenno di sedermi a fianco a lui, cosa che faccio volentieri:

"Di cosa mi dovevi parlare?"

"Ho ripensato a ciò che mi hai chiesto prima, a che cosa tu fossi per me..."

Il mio occhio va, logicamente, su Elia, ma lo vedo seduto tranquillo, ma interessato, davanti a noi, attendendo che Luca continui:

"E non so cosa dirti, nel senso, mi sembra di averti già conosciuto, ma non riesco a ricondurti a nessun mio ricordo. Non prendermi per pazzo ti prego, ma ti giuro, mi sembri così. Mi sembra di conoscerti da sempre e, allo stesso tempo, ci parliamo da pochi giorni. Non riesco a capire"

Si appoggia il viso sulle mani:

"Non ti prendo per pazzo, perché è la stessa cosa che sento io, mi ricordi qualcuno di importante, eppure non ti conosco. Luca. Io non so chi tu sia stato per me"

Lui mi guarda, vedendomi così triste e dispiaciuta e accarezzandomi dolcemente una spalla e il viso. Proprio nel momento in cui i suoi polpastrelli passano ad accarezzarmi poco sotto la guancia destra, un brivido mi attraversa la schiena e mi fa avere un flash per un fratto di secondo. 

Un flash di noi due. Di me e Luca. Anni fa. Io e lui in un parco simile a questo, molto più ricco a livello di fiori e alberi, più luminoso. Io stesa con il viso sulle sue gambe a ridere con lui di qualcosa che sfugge e una sua mano calda che mi accarezza il viso, mentre l'altra si intreccia con la mia, e lui che mi parla.

Mi allontano, quasi spaventata, dal suo tocco e anche lui sobbalza:

"Che succede, Giuly?"

"Nulla..."

Mi alzo di scatto, sotto il suo sguardo confuso:

"Vado a casa...forse è meglio, ho bisogno di stare un po' sola. Ci vediamo stasera?"

Gli domando, sperando in un suo "sì" e infatti annuisce:

"Hai il passaggio?"

"Penso me lo darà Mario"

"Al massimo chiamami..."

"...alle otto sotto casa tua.
Non tardare, che mi manchi"

Ancora quella voce...
Scuoto la testa e mi allontano dal ragazzo correndo, lasciandolo solo.




Tornata a casa mi chiudo in bagno dove, sottile regola tra noi, Elia non può entrare. Mi lavo la faccia più e più volte, per poi appoggiarmi al lavandino:

"Giuly... apri per favore"

"Lasciami sola, ti prego"

"Ti prego, esci, ne parliamo"

"Perché ho sentito il Luca di anni fa?"

"Io...non...posso dirtelo"

"Ti prego Elia!"

Sbatto una mano sul muro, appoggiandomici contro e piangendo:

"Piccola, hey...fammi tornare umano. Ti...aiuterò"

Resto immobile un attimo, ragionando su ciò che ha detto e allontanandomi poco dalla parete. Appoggio la mano sulla maniglia, ragionando se abbassarla o meno:

"Fidati di me. Ti racconterò qualcosa"

La apro, uscendo piano e vedendo Elia sorridermi amichevolmente, mentre allunga una mano verso di me. Appena posso toccarlo si sistema un po' i pantaloni e i dread e mi guarda:

"Vuoi che ti racconto?"

Annuisco, ovvia e lui va in salotto sedendosi sul divano davanti al quale mi metto:

"Ti è tornato alla mente un ricordo di voi due, che lui non ha potuto condividere con te, perché non ha avuto nessuna spinta. Te hai avuto me che ti ho ricordato cosa foste."

"A quando risalgono quei ricordi?"

"Il primo a febbraio 2017, quello dell'aspettarti in eterno, eri partita per un mese, non ricordi?"

"Per la Spagna?"

Annuisce, ma a me i conti non tornano coi tempi che ho in mente:

"Non ero partita a giugno?"

Scuote la testa:

"Hai i ricordi un po' sfasati per fare in modo che coincidano con l'esserti dimenticata di Luca e Gionata, è normale"

Sono molto dubbiosa e mi passa per la mente l'idea che tutto ciò possa essere falso, stiamo rasentando il ridicolo:

"Il secondo ricordo?"

Mi guarda quasi abbattuto, non desideroso di parlare, ma con il mio sguardo lo obbligo a farlo. Voglio e devo sapere che a lui vada bene o meno:

"Risale al giorno in cui vi siete lasciati"


Guardian angel | Sfera EbbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora