Capitolo 3 - pt 4 - "Confronto"

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Non aspetto con ansia domani. O almeno, non i primi minuti... Prima che riesca anche solo a raggiungere il mio ufficio, la segretaria mi ferma.

Segretaria: "Il signor Carter desidera vederla nel suo ufficio. Immediatamente."

I suoi occhi brillano, crudeli. (Stronza). Nell'Antica Roma, sarebbe stata la prima ad abbassare il pollice!

Non sentendomi particolarmente sicura di me, mi dirigo all'ufficio marcato con la scritta "CEO". Come entro lo vedo seduto alla sua enorme scrivania Rosewood, già visibilmente occupato.

Signor Carter: "Signorina Greene. Si sieda."

Mi siedo di fronte a lui, facendo attenzione a incrociare la gambe e poggiare le mani sulle ginocchia. Termina qualcosa sul suo computer. Poi chiude lo schermo.

(Non sarà breve...)

Poggia i gomiti sulla scrivania, battendo leggermente gli indici sul mento. I suoi penetranti occhi grigi mi fissano.

Signor Carter: "Ci tiene al lavoro che facciamo, signorina Greene?"

Rachel: "Certamente!"

Signor Carter: "Mmmh..."

Si ferma un istante, valutando la situazione.

Signor Carter: "Allora perché ha abbandonato la serata senza la mia autorizzazione?"

Eccoci qua...

Rachel: "In che modo la serata aveva qualcosa a che fare con il mio lavoro qui? Se aveva bisogno di qualcuno che lo accompagnasse, perché non ha chiesto a qualche modella?!"

(Che mi è preso per parlargli con questo tono?! Ho perso la testa o cosa?!)

Carter sembra sorpreso dalla violenza delle mie parole. A dire la verità, sono scioccata quanto lui.

Signor Carter: "Crede che l'abbia invitata solo per essere carina?"

Rachel: "Oh? Non era quello lo scopo del vestito inestimabile che mi ha prestato?"

(Continua così, Rachel! Dato che verrai licenziata, tanto vale tirar fuori tutto.)

Signor Carter: "Non è un prestito, è suo ora. E non è questo il punto. La sua presenza al ballo faceva parte del suo lavoro."

Rachel: "Ascolti... avrei dovuto avvisarla del mio allontanamento, ha ragione. Mi sentivo fuori posto... non era il mio mondo.

Ho trovato tutto così... indecente."

(Preferisco non menzionare quella ridicola asta che continua a farmi drizzare i capelli sulla testa. A tal proposito, ha vinto il suo "premio"?)

Signor Carter: "Indecente?"

Gli occhi di Carter si stringono. Il loro colore diventa minaccioso. Ow.

Rachel: "Sì, esatto. Tutta quell'ostentazione di ricchezza... è troppo lontana da quello che vivono i più poveri, quelle persone per cui la sua fondazione si dà tanto da fare..."

Signor Carter: "È mai stata in Africa, signorina Greene?"

Il suo tono è freddo, ma perfettamente controllato. Il che non promette bene per il mio futuro.

Rachel: "Sì, ci sono stata."

Signor Carter: "Quindi saprà bene che ciò che è realmente indecente e incontrollabile è che i bambini muoiano a milioni, ogni anno, a causa della mancanza di cure.
Molto spesso a causa di malattie che potrebbero essere evitate in maniera banale.
È indecente che siano tutte quelle madri a osservare i propri bambini soffrire, senza essere in grado di dar loro l'aiuto che ogni madre al mondo vorrebbe poter offrire.
Quello che è indecente è il suo atteggiamento.
Prima di pensare a sé stessa, pensi a quelli che stanno realmente soffrendo. Vedrà che i suoi problemi diventeranno improvvisamente molto più tollerabili."

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