↬Cap. 3↫

814 65 3
                                    

Se Allyson avesse cambiato idea sul fatto di dover convivere 24 ore su 24 con 9 ragazzi sconosciuti?
Assolutamente sì.
Per quale motivo?
Quei ragazzi erano come alcool ed allegria allo stato puro.
Durante il tragitto per arrivare al dormitorio e successivamente al dormitorio stesso, quella sera, Allyson aveva parlato moltissimo con loro.
Aveva sfoderato nuovamente il suo accento australiano per conversare in inglese con Chan e Felix.
Aveva parlato, anche se pochissimo, con Jeongin, Hyunjin, Han e Seungmin sentendo ogni volta una sensazione di orgoglio venendo chiamata noona, non abituata a non essere la più piccola in un gruppo.
Aveva accennato qualche parola anche con Woojin il più anziano, scoprendolo dolcissimo.
Addirittura aveva parlato con Minho, colui che le era sembrato il più freddo e distaccato.
Eppure ancora non aveva avuto una vera e propria conversazione con Changbin, il quale, dopo essersi presentato non aveva ancora spiccicato parola.
Aveva sorpreso quest'ultimo ogni tanto a fissarla per poi vederlo distogliere gli occhi da lei una volta aver incrociato lo sguardo della ragazza.
Però di fissarlo, era capitato anche a lei.

Allyson pensò che entrambi avessero un carattere simile, della serie "Se non sei tu il primo a rivolgermi la parola, io non farò sicuramente il primo passo" e non si pose altre domande.

Adesso era nella sua nuova camera e stava sistemando le proprie cose.
Ripensò alla proposta del manager e, per quanto il discorso avesse avuto quasi senso alla fine, ancora appariva folle agli occhi di Allyson: poteva essere quasi ordinario il fatto che un gruppo giovane aiutasse un trainee a crescere in fretta, ma serviva addirittura un trasferimento al dormitorio del gruppo stesso standogli appresso 24 ore su 24?
Allyson sentiva che c'era qualcosa che l'uomo aveva omesso, ma decise di non farsi domande.
Si era stancata di farsi inutili paranoie tutte le volte per ogni minima cosa.

" Noona... é arrivato il sushi"

Allyson non si era accorta di star fissando il vuoto finché non vide Jisung sulla soglia della porta sorriderle timido per chiamarla a cena.
La corvina ricambiò il sorriso e si stupì di sé stessa: quel giorno aveva alzato molto gli angoli delle labbra e solitamente non era da lei.
Certo, forse la Allyson solare e perennemente spensierata di un anno prima lo avrebbe trovato un gesto abituale, quello del sorriso.
Eppure, la Allyson cambiata in quei mesi, sino a quel giorno, ne era incredula.
Non aveva sorriso per un anno intero dopo ciò che le era successo e adesso arrivata lì da poche ore e lo faceva di continuo?
La ragazza pensò che la permanenza in quel dormitorio le avrebbe fatto solo bene. "Arrivo Jisung... Grazie. "

-

Allyson tentò per l'ennesima volta di afferrare un onigiri con le bacchette, fallendo.
Sbuffò sonoramente, richiamando l'attenzione dei ragazzi all'interno della stanza.
"Allyson noona... Sicura di non volere una forchetta?" chiese Felix per la seconda volta dall'inizio della cena.
La ragazza negò col capo, testarda.
Non aveva mai imparato ad utilizzare le bacchette e quella poteva essere la volta buona.
Dopotutto era per metà coreana, no?

Provò di nuovo e quando pensò di essere riuscita ad afferrare bene quel cumuletto di riso, questo ricadde sul piatto.
Allyson alzò lo sguardo sul tavolo notando che i nove la stavano fissando.
Un po' imbarazzata, allora chiese:

"Potrei avere una forchetta, per favore?"
Chan sorrise e si alzò per andare a prendere la posata.
Quando tornò con quest'ultima in mano Allyson fece un respiro di sollievo.
"Grazie..." fece una breve pausa. " Beh... é un po' imbarazzante ma non ho mai imparato ad utilizzare le bacchette per mangiare"confessò.

Woojin la rassicurò:" Nah non preoccuparti"

"Prima o poi ti insegnerò io, noona" Felix alzò un angolo delle labbra.

I ragazzi iniziarono a parlare tra di loro, mentre Allyson si estranió dalla conversazione, udendo quella frase pronunciata poco prima dall'australiano in loop.

Prima o poi ti insegnerò io.

In pochi secondi la sua mente aveva fatto un viaggio a ritroso indietro nel tempo sino ad arrivare ad un anno prima.
In un lampo l'immagine del suo migliore amico le si era presentata davanti agli occhi:

"Areum... Non sai usare le bacchette?Sei seria? " il ragazzo aveva riso vedendo Allyson o meglio Areum in difficoltà.
"Yah! Sta zitto! Ci riesco benissimo."
Ma era ovvio che non fosse assolutamente vero.
Dopo qualche altro tentativo sotto lo sguardo attento del proprio migliore amico infatti, Areum si era arresa.
"Yah non essere testarda... Prima o poi ti insegnerò io. Don't worry." le aveva detto.

Era stata costretta a tagliare i contatti con la musica e con l'agenzia un anno prima, a causa del suo problema, ma non avrebbe mai voluto tagliare i rapporti con il ragazzo.
Lo considerava un fratello, sangue del suo sangue, così come considerava anche gli altri ragazzi all'interno del suo gruppo amicizie di importanza fondamentale.
Eppure si era ritrovata a scappare anche da loro dopo ciò che era successo: tra quel gruppo di ragazzi infatti, vi era anche lui, la stessa persona che l'aveva usata e buttata come un giocattolo rotto.
Ripensando al suo nome, Allyson rabbrividí, ricordandosi quanto lei potesse essere stata così cieca.
Lui l'aveva illusa.
Lui le aveva mentito.
Lui l'aveva lasciata quando lei stava crollando a causa del suo problema.
Per Allyson quello era stato un dolore troppo forte da sopportare.
Come al solito la ragazza tornò a pensare a tutte le volte che il ragazzo le aveva detto "ti amo" e per un istante riuscì a percepire quella sensazione di calore alle labbra che solo lui le regalava sempre: adesso quelle parole nella testa della ragazza suonavano come le note di un pianoforte scordato e non più come una bella melodia.
Eppure ora la corvina era di nuovo lì, nello stesso edificio del gruppo , con il terrore di poter incontrare i ragazzi di nuovo.

Allyson sospirò sonoramente e cercò di tornare alla realtà in qualche modo,concentrandosi su altro.

Poteva assolutamente percepire le lacrime salirle agli occhi, ma si impose di non piangere lì.
Alzò lo sguardo per poter controllare se qualcuno avesse notato il suo attimo di debolezza: i ragazzi parlavano ancora tra di loro, scherzando e ridendo di tanto in tanto.
Ma quando Allyson stava per tirare un sospiro di sollievo vide un viso dalla perfetta forma a 'v' osservarla interrogativo.






















Non parlo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Non parlo.

Stay here | Seo Changbin IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora