↬Cap. 20↫

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Era il giorno del debutto dei CJCA ed Allyson non stava definitivamente bene.

Certo era felice, terribilmente felice. Ma la paura di avere gli occhi puntati addosso, di fare errori e di non piacere alla folla in quel momento stava sovrastando di gran lunga il senso di soddisfazione per essere arrivata sino a lì.

La makeup-artist la invitò a chiudere gli occhi, colorandole le palpebre di una gradazione piuttosto naturale di beige. Le mise successivamente delle lenti grigie.
Poi passò alle labbra, rendendole più rosee, concludendo così di truccarla.

Allyson emise un respiro profondo cercando di non farsi prendere dal panico.

Con lo sguardo si fece strada tra le sedie davanti agli specchi della stanza, incontrando le figure di Jisung, Changbin e Chan. Parevano così rilassati in confronto a lei.

Allyson affondò sulla sedia stringendosi nelle spalle.
Sfiorò il tessuto dei pantaloni di pelle che le avevano fatto indossare.
Sovrappensiero le riaffiorarono alla mente dei flash dei suoi soffocati anni da trainee:

'Non posso farcela. Sono troppo acerba.'

'Perché io sono sempre alla linea di partenza?'

'Non è abbastanza.'

Improvvisamente percepì una sensazione strana e molto familiare montarle all'altezza del petto.
Non la sentiva da mesi.

Iniziò a girarle la testa vertiginosamente e ad avere il respiro corto.

Due fazioni di combattimento iniziarono a competere per il controllo del suo corpo: da un lato c'erano i suoi sensi volontari, dall'altro la sua ansia sociale mischiata alla sua atelofobia.

Purtroppo però non passò molto tempo prima che la ragazza potesse scoprire chi fosse il vincitore della battaglia.

Allyson scattò in piedi e, a grandi falcate, uscì dalla stanza alla ricerca del bagno accanto ai camerini.

Si chiuse poi la porta alle spalle e non fece neanche in tempo ad appoggiarsi ad uno dei lavandini  che subito sentì i polmoni chiudersi e lasciarla senza fiato.

Iniziò ad affannare in cerca d'aria col petto che si alzava e abbassava velocissimo.
Come ogni volta che aveva un attacco di panico, le sembrò di star morendo affogata in una vasca d'acqua. Sotto sotto era consapevole che sarebbe finito tutto da un momento all'altro, ma a quello non era mai riuscita ad abituarsi.
Strinse forte le palpebre e le dita attorno al bordo di porcellana fredda , cercando di calmarsi: provò a inspirare ed espirare regolarmente, ma senza alcun successo.
Scivolò a terra premendosi una mano sul petto dolorante.
La sensazione di panico e paura non se ne voleva andare. Lo stesso le due mani invisibili che aveva strette attorno al collo.

Qualcuno, identificabile come Jisung, la chiamò al di là della porta con tono allarmato.
"Noona, ti senti bene?"

La ragazza tentò di rispondere cercando di destreggiarsi tra l'affanno, ma la sua voce venne così tanto annuvolata da farle emettere solo un suono stridulo.

Changbin spalancò allora la porta con Chan e Jisung al seguito e, nel vedere Allyson in quello stato , quasi non si sentì svenire.

I ragazzi le si accovacciarono davanti e il rosso le mise una mano sulla schiena al fine di sostenerla, mentre l'altra gliela poggiò su di una guancia.
Non aveva mai assistito ad un attacco di panico e non sapeva bene cosa stesse facendo.

"Al va tutto bene, ci siamo noi" cercò di parlare in modo gentile guardandola dritta negli occhi. Se avesse  lasciato trapelare  anche solo di poco la preoccupazione morbosa che provava in quel momento, l'avrebbe soltanto fatta agitare di più.

Stay here | Seo Changbin IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora