↬Cap. 10↫

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Ok, ultimamente sto sfornando capitoli bruttissimi, SCUSATEEE
In questo periodo non so come collegare le vicende che voglio scrivere tra loro :'(

Beh, buona lettura comunque c:

"Si, papà, sto bene!" Allyson ripeté per l'ennesima volta dall'inizio della chiamata quella stessa frase.

Gli era mancato davvero tanto, e sapere che l'uomo avesse trovato un attimo di pace all'interno di tutto il lavoro che aveva da fare solo per chiamare lei, la fece sentire bene.
Suo padre lavorava al pronto soccorso e quindi ciò richiedeva partecipazione quasi sempre 24 ore su 24.
Nei primi anni, appena iniziato, l'uomo non era mai stato tanto impegnato: vi erano turni più regolari e ben più distribuiti.
Ma col tempo la cosa era andata sempre di più a sfumare, facendo sì che l'uomo fosse sempre più occupato.
Ad Allyson venne pure in mente quella volta in cui quando aveva 14 anni decise di rimanere ad attendere la fine del turno del padre seduta su di una sedia in una delle sale d'aspetto.
Era stata una pessima idea, poiché aveva passato ore ed ore ad ascoltare musica in posizioni scomodissime e si era addormentata circa 5 volte.
Si ricordò anche l'odore che aleggiava nell'aria quella stessa mattina all'alba: era caffè mescolato a prodotti di pulizia.
Tutto ciò le aveva fatto terribilmente schifo, eppure era sicura che per suo padre avrebbe anche potuto montare una tenda e vivere lì.

"Allora... Come sta andando? Hai scritto nuove canzoni? Ti hanno fatto un contratto?"

Allyson si riscosse in pochi secondi grazie alla voce del padre.

" Beh... Sta andando bene e si, ho continuato a scrivere qualcosa..." Allyson fece una pausa, riflettendo su cosa poter dire dopo.

Ora che ci pensava non aveva mai avuto occasione di parlargli degli SKZ.
Ma sapeva che conversando di loro sarebbe arrivato il suo solito monologo su lei, sua figlia, e il genere maschile.

" Ma ultimamente non ho molto tempo, perché devo focalizzarmi sull'obiettivo che mi ha dato il Manager... O meglio, che ci ha dato."
Allyson provò allora ad introdurre l'argomento in tal modo.

Il padre, come si può bene immaginare, fu totalmente confuso.
"... Ci? Tu e chi? "

Allyson allora prese un respiro profondo e gli raccontò tutto ad un fiato.
Dell'imminente debutto, del dormitorio e dei ragazzi.

Il padre poi rimase in silenzio per alcuni istanti.
La corvina chiese allora se l'uomo fosse ancora in chiamata.
La riposta di lui fu semplicemente questa:

"Ah... Capito."

Allyson si stupì di non aver udito nulla a proposito di ciò.
Nessun opposizione, nessuna presa in giro amichevole.
Ma proprio quando fu lì lì per cantare vittoria...

"Almeno ce n'è uno che ti piace?
Scommetto di si, dai-"

"PAPÀ!" Allyson sbatté un piede a terra, facendosi sentire infastidita.

"E dai! Mi stavo solo chiedendo se la mia bambina prima o poi troverà un ragazzo giusto!
Ovviamente con la mia approvazione, certo.
E mi raccomando, non dormirci subito insieme. Ma non è questo il p-"

"YAH! PAPÀ SMETTILA." la ragazza rimproverò di nuovo il padre.
Era sempre stato così: lui, più che fare la parte del genitore geloso, aveva sempre incitato la figlia a cercare fidanzati.
Il che era curioso, perché Allyson aveva sempre visto situazioni totalmente diverse nelle sue coetanee.

"Ok, ok. Sto zitto." l'uomo fece una breve pausa,forse riflettendo su cos'altro chiedere alla figlia. Poi sembrò trovare un argomento, ma prima di poter dir qualcosa, Allyson udì una voce, in lontananza dall'altro capo del telefono, che chiamava il padre.
"Signor Park! Ci serve d'urgenza in reparto!"

Stay here | Seo Changbin IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora