Nel regno degli stregoni si scatenò l'inferno, il re Gilbert era fuori di sé e quando era arrabbiato si dilettava a prendersela con tutti i trasgressori della legge, di qualsiasi regola, insulsa che fosse, non riusciva più ad essere comprensivo ed imparziale.
Il regno era un posto dove la luce del sole non tramontava quasi mai, era un regno freddo e grigio, pieno di distese di verde che tuttavia erano sempre buie e oscure, molto fitte, gli abitanti avevano occhi chiari e magici, le loro iridi facevano da luce alla città, gli permettevano di vedere bene e di orientarsi per i sentieri e i rovi del regno.
Eppure, non sempre il regno era stato così buio e cupo come in quel periodo, c'erano stati sovrani che avevano fatto brillare la luce del sole nel regno, governando dignitosamente e con lealtà, ma adesso...adesso il regno era tornato ad essere una selva oscura, come ai tempi del primo re Garet e di tutti altri successori che pensavano solo a soddisfare i loro interessi, anzi che quelli dei sudditi e del regno.
Il consigliere si presentò con due furfanti, che avevano usato eccessivamente i loro poteri per sfamarsi, il re costatò che i due non erano altro che due mezzosangue, la cosa non potè che mandarlo maggiormente in bestia.
I mezzosangue venivano condannati ad uno stato umile, di povertà, non era poi così assurdo se ricoresserò ai loro miseri poteri per sfamarsi, dato che non venivano assunti nel regno e potevano solo aspirare a lavori molto umili, servili e poco piacevoli.
"Uccideteli!"
"Signore noi.... Non volevamo...siamo molto poveri..." esclamarono i due mezzosangue per chiedere clemenza.
"Scegliete, volete morire o essere condannati all'esilio?" domandò Gilbert, con una risata sgembra e maligna.
Gilbert giocava sull'ignoranza dei mezzosangue, era un governo sorretto da censure e da tante bugie, si raccontava che l'esilio fosse un grave disonore e che nel mondo degli umani i mezzosangue venissero condannati ai lavori forzati, insomma parlare di esilio era come dire "Inferno", ma non era vero niente di tutto questo, Raim ne era un esempio vivente come sua madre e tutte le mezzosangue esiliate, in realtà era l'unico luogo da cui potevano in un certo senso sfuggire dalla giurisdizione severa del regno o quanto meno dal loro stato di schiavitù assoluta e a tutte le prepotenze e cattiverie degli stregoni nei loro confronti.
"Vi prego l'esilio, No! preferiamo morire!" esclamarono i due mezzosangue supplichevoli.
Gilbert sorrise soddisfatto e senza muoversi dal suo trono, aveva già stabilito la loro condanna.
I consiglieri lo guardavano preoccupati pensando che il re stesse diventando folle e irragionevole.
"Sua maestà non le pare di esagerare...va contro le stesse leggi del regno condannare i suoi sudditi così ingiustamente...il nostro regno non deve essere visto come un regno di morte e terrore, lo sa bene no...le stesse leggi del regno vanno contro la pena di morte, senza una giusta sentenza fatta dagli inquisitori!" esclamò il consigliere Faust.
"Come scusa, prego?" esclamò lui minaccioso.
"Signore, non intendo mancarle di rispetto, le dico questo solo per suo interesse..."
"Per mio interesse?" ribattè lui accigliato.
"Si, ci rifletta se non rispetta lei stesso le leggi del regno, come può sperare che lo facciano i suoi stessi sudditi!"
"Io sono il re! Non mettere in discussione le mie decisioni! O faccio ammazzare anche te!"
"Ma io...sua maestà...lo dico per lei...lo capisco, è arrabbiato per la faccenda di Raim, ma non può lasciare che le sue emozioni le permettano di compiere tali leggerezze sulla vita dei suoi stessi sudditi!"
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Raim la strega
RomanceRaim è una mezza strega esiliata dal "Regno degli stregoni" che vive nel mondo degli esseri umani e si guadagna da vivere leggendo il futuro agli esseri umani, o meglio dando loro dei suggerimenti sul loro futuro. Ma la sua vita viene segnata dall'i...