8 Soluzione del caso (revisionato)

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Takei dopo quel tenero bacio, raccolse i suoi vestiti per rivestirsi e darsi una calmata.

Si sentiva troppo scosso, la potenza di quel piacere, era stata troppo forte, tuttavia...voleva capire, se tutto quello che provava avesse un senso, o fosse tutto un abbaglio, forse frutto della sua stregoneria?

Sentimenti mistificati da lei?

Ma effettivamente come si faceva a non restare stregato da quei suoi bei occhioni eterocromi, verde e azzurro, di quei colori così vivi e travolgenti.

Voleva a tutti i costi che lei rimanesse in casa sua, poi non aveva dove andare era senza soldi, senza un tetto sotto la testa, e poi lui...era perso completamente ...si era fottuto il cervello in due solo scopate.

"Puoi rimanere qui fino a che non troverai un'altra sistemazione e non avrai finito di lavorare per me!".

Raim annuì, non avendo molta scelta...o semplicemente anche lei giocava sulle circostanze del caso.

Takei raccolse il suo portafogli, poi lo scrutò "Ma non provare mai più a derubarmi, tanto comunque non ci riusciresti...sono un poliziotto, non mi faccio fregare e poi se lo rifacessi mi costringeresti ad arrestarti di nuovo!"

"Ma i tuoi superiori non hanno da ridire sul fatto che mi hai liberata?"

"No, il mio superiore mi aveva già detto di liberarti, ma io ho fatto di testa mia!"
"Che pezzo di m..." esclamò lei bloccandosi di colpo.
Avrebbe detto "Merda" ma lo sguardo di lui, così attraente glie lo impedì.

"Hai per davvero 1500 anni?"

"Che importanza ha" rispose lei infastidita, più da se stessa che da lui.

"Sai com'è, vorrei sapere se mi sono scopato un reperto archeologico!" sdrammatizzò.

Lei storse il naso, trattenendo una risata.
"E' un no? Non hai 1500 anni?" domandò stringendole un polso per esortarla a parlare.

Raim iniziava a non sopportare più il tocco di lui su di sé, poiché la mandava in confusione, anzi detestava l'immagine stessa di quell'uomo così esperto e bravo a fare sesso.

"No, ne ho trenta o almeno credo!" rispose controvoglia.

"Stessa età!" sorrise.

"Che cazzo ha da sorridere..." pensò tra sé, sentendosi strana, non aveva mai visto un sorriso così cristallino come il suo, da provocargli il batticuore.

"Oddio...povera me, ma come parlo, sembro uno di quegli umani su cui esercito il potere di attrazione...sto cadendo vittima dei miei stessi poteri, davvero non capisco!" meditò.

"Puoi farti una doccia se ne hai voglia...fa come se fossi a casa tua..."

Raim lo guardava scioccata, era più strano di lei.

Doveva essere il potere di attrazione a farlo parlare in quel modo.
"Ok, allora vado a farmi una doccia!" affermò, non sapendo che altro fare per evitare che lui le facesse delle inutili e seccanti domande su di lei e sul fatto che fosse una strega.

Sapeva già più del necessario ed era pericoloso, specie ora, che esercitava su di lei un forte magnetismo.

Poi ripensò a quell'altra sua teoria che gli fosse balenata per la testa, poteva davvero essere uno mandatogli dall'inquisizione, forse era stato quel vecchio stregone per indurla a sposarlo...poteva anche essere.

Takei la accompagnò fino al bagno e gli diede un asciugamano, gli diede anche una sua camicia da poter mettere come biancheria pulita e dei boxer.

Raim la stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora