15 Il potere di persuasione (revisionato)

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Takei ricambiava i colpi, ma avvertiva in quell'uomo qualcosa di diverso da tutti gli altri che avesse picchiato in vita sua, era instancabile, inquieto e animalesco nei suoi movimenti.

Persino la sua rabbia non riusciva a giostrarlo, si sentiva spompare dalla stanchezza e finì per lasciarsi colpire, senza riuscire più a contraccambiare.

"Chi diavolo è questo...non si stanca mai!" pensò, notando i suoi occhi cerchiati di rosso, sembravano iniettati di sangue, era proprio spaventoso e cupissimo, faticava persino a credere che fosse lo stesso Jihen visto su facebook, eppure doveva essere per forza lui, la somiglianza c'era, anche se era significativamente cambiato dall'aspetto, sembrava quasi posseduto da qualcosa.

Di questo passo sarebbe morto, riceveva colpi, senza riuscire a contraccambiare, cadeva a terra, perdeva sangue ovunque, non riusciva neppure più ad alzarsi da terra.

"Morire in questo modo...in maniera così stupida...sarebbe proprio da noioso e banale umano! Il mio cadavere stesso non si vorrebbe lasciar vedere da Raim, dopo una mort come questa...talmente idiota!"Pensò disteso a terra.

Riprese fiato per alzarsi e buttare giù qualche altro colpo contro Jihen, ma ricadde nuovamente a terra sfinito.

"No, ma sul serio devo morire in un modo così stupido?!" pensò, sentendo il sangue fluirgli da tutte le parti del corpo, sentiva sempre più mancargli il respiro.

"Maledizione...non mi piace...morire così...tutto da solo...avrei tanto voluto almeno morire con una donna accanto che mi compiange, con Raim che mi stia vicino..." si disse tra sé con una certa tristezza impressa negli occhi.

Non era mai stato spaventato da nulla, ma adesso, era diverso, era davvero spaventato dall'idea di morire così, in in un modo così freddo...senza la sua Raim al suo fianco, senza neanche poterla baciare per un' ultima volta.

"Raim, Raim" nella sua testa invocava ripetutamente il suo nome, come avrebbe voluto sentire il calore delle sue labbra per un' ultima volta, prima di esalare il suo ultimo respiro.

"La mia amata strega!" Si disse tra sé, con un sorriso amaro fra le labbra, lasciare questo mondo diventava difficile al pensiero di dover rinunciare a lei.

Gli venne poi in mente sua madre, Suzu la sua dolce nipotina, sua sorella, Aureka quanto avrebberi pianto e sofferto per lui, Aureka si sarebbe anche sentita in colpa, avrebbe pensato che era tutta colpa sua...e Raim...già lei...forse era pure potenzialmente incinta di lui....e se avesse dovuta da sola crescere il loro bambino...e avrebbe dovuto da sola contrastare gli inquisitori e lo sterminatore...come poteva lui morire, lasciando tanto malessere alle persone che voleva bene? Eppure, se da una parte pensava queste cose, dall'altra avvertiva un senso di liberazione, tutti i pesi della vita terrena iniziavano a svanire dalla sua mente, persino gli affetti, incominciava ad avvertirli sempre più distanti.

"Non fare lo stronzo insensibile! Non ci pensi a me Takei? Non pensi al nostro bambino?!" sentì la voce di Raim risuonargli con una prepotenza dolce e ammaliante nella testa,ma lui non si ricordava neppure più chi fosse, stava dimenticando tutto ciò che lo legasse alla terra.

"Chi è questa Raim...che non mi lascia in pace, fammi dormire...lasciami in pace...forse, una che mi sono scopato, ma che diavolo mi importa...sto ottenendo la pace dei sensi, mi sento così bene..." meditò, avvertendo un certo calore in corpo e un certo benessere, vide anche una luce bianca abbagliargli gli occhi.

Raim nel frattempo, era a fare shopping con Aureka, sembrava che almeno nei vestiti andassero d'accordo, avevano gli stessi gusti e non solo nei vestiti, anche in fatto di uomini.

Aureka era andata in camerino a provarsi un vestito, quando Raim fu colpita da un brutto presentimento, una sensazione sgradevole le attraversò la mente e il suo corpo le doleva.

Raim la stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora