Raim si risvegliò con accanto Bansho nella stanza degli ospiti.
Takei era sparito, lasciando un post it attaccato al frigorifero.
"Sono andato a farmi un giro...poi andrò direttamente a lavoro...penso che tornerò piuttosto tardi!"
Raim lo lesse afflitta, aveva intuito che Takei fosse sceso così presto, semplicemente per evitarla.
Takei l'aveva vista trafficare con quei suoi libri di Kaze facendo intrugli strani, e aveva intuito a cosa servissero e questo non lo aveva affatto rallegrato.
Girava per le strade del centro, senza una meta, era di pessimo umore.
Il suo sguardo dopo un po' si soffermò tra i vari negozi del centro e poi su una carrozzina e una coppia di sposini, ecco questo non poteva far altro che deprimerlo ancora di più.
Passeggiavano con il bimbo sulla carrozzina, che frignava anche parecchio, era anche un po' fastidioso, però poi si calmava non appena la madre lo prendeva in braccio, mentre il marito teneva la carrozzina.
Takei non si era mai soffermato così tanto nel guardare coppie con dei bambini.
Aveva sempre pensato di non volere una famiglia, dei figli, che quel genere di cose non facessero per lui, ma adesso sembrava aver cambiato di colpo idea.
Vedeva le cose sotto una luce così diversa e la sua mente elaborava pensieri assurdi, che cercava di frenare, per evitare di deprimersi maggiormente.
Tutte le donne che vedeva diventavano Raim, e il marito era lui...e il bambino...era il loro.
Takei proseguì dritto, volendo passare avanti a tutte quelle coppiette con bambini, che quasi iniziava a detestare, possibile che ad un orario come quello mezza popolazione girasse con i propri bebè.
Ma in quell'altra strada finì
per imbattersi davanti ad un negozio di culle e di accessori per neonati.Takei si sentì mancare il respiro,guardava la vetrina del negozio con un espressione vacua e triste.
La commessa scrutandolo dal negozio, uscì e gli si avvicinò.
Era una bella ragazza molto giovane e cortese.
"Salve, signore desidera qualcosa in particolare...per il suo bambino?"
"Io non ho figli!"si irrigidì pronto per andarsene.
La commessa ingenuamente ignorò il tono irritato della sua voce e continuò a tempestarlo di domande.
"Ma suppongo quindi che ne avrà uno tra breve...di quanti mesi è sua moglie?"
Takei si incupì,avrebbe voluto strangolarla.
"Le ho già detto che non ho figli e non ne avrò!" rispose inferocito.
"Mi scusi...ma per quale motivo reagisce in questo modo!"
Takei si dileguò senza rispondere.
Sapeva alla perfezione, che quel giorno Raim avrebbe bevuto quel veleno di erbe per uccidere il loro bambino.
E lui non voleva essere presente, non voleva vederla mentre lo beveva, perchè altrimenti non sarebbe riuscito a stare lì fermo a guardarla mentre lo faceva, avrebbe fatto qualunque cosa per impedirglielo.
Anche adesso, se ci pensava gli veniva voglia di correre a per di fiato a casa, prima che fosse troppo tardi.
Ma per come erano messe le cose, pensava che fosse tutto inutile.
E poi molto probabilmente anche senza questa situazione degli inquisitori, Raim non avrebbe voluto.
In effetti, faticava a vederla con un bambino fra le braccia, faticava persino a vedere sé stesso in quel modo.
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Raim la strega
RomanceRaim è una mezza strega esiliata dal "Regno degli stregoni" che vive nel mondo degli esseri umani e si guadagna da vivere leggendo il futuro agli esseri umani, o meglio dando loro dei suggerimenti sul loro futuro. Ma la sua vita viene segnata dall'i...