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Il giorno dopo fu il sole che entrava dalla mia finestra a svegliarmi oltre che il cellulare che vibrava. Newt mi aveva mandato un messaggio per ricordarmi di aspettarlo per andare a scuola.
Mi feci una doccia al volo e indossai i mei fedeli jeans, una felpa nera e il giacchetto di pelle il tutto accompagnato dalle mie amate converse nere.
Scesi, presi una brioche al volo ed aprii la porta trovandomi Newt davanti intento a bussare sulla porta prima che la aprissi.
"Buongiorno Newt, scusami sono in ritardo"
"No vai tranquilla, sono appena arrivato. Andiamo in macchina almeno facciamo prima"
Entrammo nella Toyota nera di Newt e lui iniziò a guidare senza proferire parola.
"Tutto bene?"
Lui si voltò verso di me velocemente per poi continuare a guidare.
"Si, sono solo un po' stanco"
"Sarà" risposi con la testa poggiata sulla mano serrata come per appoggiarmi.
"È solo che sono in ansia per il compito e.."
"E?"
"Niente, il compito e te l'ho detto, sono stanco" tagliò corto lui.
Mi girai verso il finestrino e fui contenta non appena vidi la scuola perché avevo voglia di allontanarmi momentaneamente da Newt. Non capivo cosa gli fosse preso e sono sicura che non fosse solo per il compito. Perché nessuno vuole dirmi cosa succede?
~
Entrai a lezione di Letteratura Inglese e presi posto dietro Scott.
"Aubrey buongiorno"
Alzai lo sguardo sul ragazzo facendogli un sorriso forzato.
"Stai.. bene?"
"Si, sto bene".
Stavolta non riuscii a nascondere il mio malessere, quella terribile sensazione di essere esclusa, quando tutti sanno e tu no.
Scott si girò lanciando uno sguardo al suo migliore amico ma feci finta di non notarlo.
"Fanciulli e fanciulle, come procede la ricerca sui poeti romantici? Spero bene, domani dovrete esporre ed è meglio che sappiate che è importantissimo raggiungere il massimo nelle mie materie" disse con sorriso infimo generando panico all'interno della classe che sicuramente non aveva svolto il compito.
Jennifer Blake iniziò a spiegare e la classe tacque. Di tanto in tanto, con la coda dell'occhio guardavo Stiles. Non so perché non l'avessi salutato quella mattina dopo la giornata passata insieme il giorno prima, ma dopo quello che era successo la mattina con Newt non mi andava di parlare con nessuno.
Però era veramente impossibile non guardarlo.
Prendeva appunti e si mordicchiava l'unghia del pollice, già martoriata, della mano sinistra e di tanto in tanto si metteva una mano nei capelli per portarseli indietro. Sottolineava con l'evidenziatore la maggior parte delle pagine che la Blake stava spiegando. Era un ragazzo veramente intelligente ed io, lo trovavo anche molto buono nonostante lo conoscessi da due giorni. La conversazione che avevamo avuto il giorno prima era stata così naturale, avevo letto nei suoi occhi un chiaro 'capisco come ti senti' e lui lo capiva davvero. Era impossibile non leggere la verità in quegli occhi che ostentavano sincerità ogni secondo.
"Stenfield sei con noi?" La Blake si era resa conto che non stavo ascoltando e mi chiese il tutto con una punta di sarcasmo che poteva essere colta da chiunque.
"Si, signorina Blake"
"Allora illumineresti la classe sintetizzando quello che ho appena detto?"
Inutile negare che non avevo sentito nemmeno una parola. Stavo cercando di temporeggiare guardando alla lavagna se avesse scritto una qualsiasi cosa che fosse in grado di aiutarmi, ma niente.
Sentii Stiles che stava cercando di darmi una mano, ma non riuscii a capire cosa stava dicendo. Tutto sembrava ovattato intorno a me.
"Io, in realtà, non.."
"Lei non stava prestando attenzione. Anzi, lascia che ti dia del 'tu'. Sono due giorni che sei in questa scuola e non solo sei arrivata in ritardo, ma non presti nemmeno attenzione alle lezioni" Disse la donna tacchettando verso la mia direzione.
Abbassai lo sguardo respirando velocemente. Era già successo in passato. Era l'inizio di un attacco di panico.
"Io dovrei..dovrei-"
Scott si girò verso di me con uno sguardo preoccupato, come se sapesse cosa sarebbe successo di lì a poco.
"Dovresti cosa? Continuare a non prestare attenzione? Ad arrivare in ritardo? Cosa penserebbe tua madre di te?" La donna si trovava a due passi dal mio banco.
Non capii più niente. Come diavolo faceva a sapere di mia madre?
Mi alzai di scatto senza proferire parola con lo sguardo ancora piantato sul quaderno che avevo sul banco.
"Signorina credo stia per avere un attacco di panico" sentii nella voce di Stiles un pizzico di timore.
Io non dissi niente, rimasi immobile evitando le parole di tutti quelli che nella mia classe stavano parlando. Tutto stava diventando più lontano e ogni suono stava diventando sempre più ovattato, come se mi trovassi all'interno di una bolla di sapone.
"Aubrey!"
Le ultime parole che riuscii a sentire e poi il vuoto.
~

Coup de Foudre ||Dylan O'Brien||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora