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Iniziai a barcollare cercando di uscire da quella mischia di persone colorate per cercare gli altri quando all'improvviso sentii una voce molto familiare, ma allo stesso tempo  troppo profonda per appartenere alla persona a cui pensavo appartenesse.
"Aubrey"
Mi voltai per capire da quale direzione provenisse la voce.
"Che cosa stai facendo?"
Mi voltai di nuovo trovandomi di fronte il padrone di quella voce. Iniziai a guardarlo dal basso, partendo da un paio di Superstars bianche e nere, pantaloni beige e una camicia di flanella a quadri rossi e blu.
Il mio sguardo salì ancora fino ad arrivare al pomo d'adamo, al naso visibilmente all'insù e a un paio di occhi color nocciola.
Stiles. Era Stiles.
"Stiles? Tu non dovresti essere in-" iniziai biascicando.
"Ospedale? Si, è vero. Melissa mi ha dimesso, ha detto che sto molto meglio adesso" il ragazzo mi fece un sorriso sinistro ma non riuscii a captarlo subito.
"Ti va se ci allontaniamo un momento? Vorrei parlarti del bacio dell'altra sera, ci ho pensato sai?" Disse avvicinandosi di più a me con lo sguardo basso. "Mentre ero.. in ospedale"
Il ragazzo fu illuminato per un momento dalla luce abbagliante della festa e notai il suo viso ancora pallido e le sue occhiaie ancora più violacee e marcate.
"Si" risposi fissandolo.
Lui allungò la mano ed intrecciò le sue dita con le mie provocandomi una vampata di calore improvviso che mi tinse le guance di rosso.
Una volta trovati fuori da occhi indiscreti e lontani dalla festa il ragazzo iniziò a parlare.
"Povera piccola illusa"

Non potevo credere a quello che avevo appena sentito

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Non potevo credere a quello che avevo appena sentito. Stiles, il sarcastico e buono Stiles aveva tramutato il suo tono di voce in uno più profondo e sinistro e non riuscii a capire cosa stava accadendo.
"C-come?" Dissi inclinando leggermente la testa per studiarlo meglio.
"Pensavi veramente che potesse interessarmi una come te?" Chiese con fare ironico accompagnato da una risata a tratti spaventosa.
Non riuscii a dire niente. Rimasi immobile con la testa che girava e il mio incubo che si stava concretizzando.
Perché mai Stiles avrebbe dovuto dirmi quelle cose? E se Chris Argent avesse avuto ragione?
Decisi di non guardarlo negli occhi, timorosa di quello che avrei potuto vedere, impaurita da ciò che era diventato quel ragazzo.
"Guardami" disse il ragazzo venendo nella mia direzione. Scossi la testa tenendo lo sguardo puntato sulle mie scarpe ma,una  mano afferrò i miei capelli obbligandomi a guardare.
"Ho detto GUARDAMI" gridò il ragazzo a pochi centimetri dal mio volto strattonandomi. "Lydia è sempre stata migliore di te, lo sarà sempre" sussurrò Stiles contro il mio lobo.
"Stiles, ti prego" sussurrai spaventata con le lacrime che minacciavano di uscirmi dalle orbite.
"Stiles non è qui, non capisci? Lui è solo un mezzo!" Disse nello stesso momento in cui iniziò a stringere le dita intorno al mio collo impedendomi di respirare. Il demone si avvicinò sempre di più al mio viso.
"Non lo salverete mai"
"Io dico proprio di si"
D'un tratto sentii una voce maschile provenire da dietro il demone travestito da Stiles e ben presto nel collo di quest'ultimo venne iniettato qualcosa e capii subito essere il veleno di cui mi avevano parlato quella mattina. Il Nugitsune cadde a terra lanciandomi un ultimo sguardo fulmineo e sinistro mentre mi toccavo con le dita il collo che poco prima era stato stretto a dismisura.
"Stai bene?" Scott allargò le braccia per accogliermi in un abbraccio e io non potei far altro che ringraziarlo per avermi salvato la vita insieme a Derek, il ragazzo che aveva iniettato il veleno nel corpo del ragazzo.
"Questo non lo fermerà a lungo" spiegò Derek. "È solo un modo per tenerlo a bada, dobbiamo portarlo subito di sotto ed agire in fretta" il ragazzo si avvicinò verso il corpo inerme di quello che sembrava Stiles e lo prese con l'aiuto di Scott per portarlo di sotto. Andai con loro scendendo le scale per poi attraversare un corridoio che portava in una grande stanza dove erano già presenti Kira, Allison, Isaac e Lydia.
Derek mise il corpo di Stiles su quello che sembrava un divano.
"Cosa facciamo adesso?" Chiese Isaac.
"Aspettiamo, razza di idiota" rispose Derek con fare ovvio.
"Quando Stiles si sveglierà Derek entrerà nella sua testa insieme a due di noi in modo da riportarlo indietro" Spiegò Scott al resto di noi.
"Chi andrà a prendere Stiles?" Esortò Lydia.
"Questo speravamo che potessi dircelo tu" Rispose Derek in quanto sapeva sicuramente bene che Lydia fosse una Banshee.
Lydia si fissò per qualche istante con lo sguardo fisso sul pavimento e dopo pochi minuti in quello stato catatonico si sentirono due nomi.
"Scott, Aubrey"
"Cosa?" Chiesi preoccupata.
"Significa che sarete voi a riportarlo fuori" sentenziò Derek.
"C-come? Io? Ma non so come fare e se poi non funzionasse? Se non ci riuscissi? Io non n-non posso" iniziai ma venni brutalmente interrotta dal cinismo di Isaac.
"Se tu non ce la facessi, Stiles morirà"
Che si guadagnò un'occhiata furibonda da parte di Scott che poi si rivolse a me con un sorriso incoraggiante. "Ce la faremo. Io e te lo riporteremo indietro"
Abbassai lo sguardo con timore.
"Prima quando il Nugitsune mi ha parlato mi ha.. detto qualcosa riguardo Lydia" iniziai
"Aubrey"
"Ti prego, fai in modo che sia Lydia ad andare. Lei può riportarlo indietro"
A quel punto Scott mi pose entrambe la mani sulle spalle spingendomi a guardarlo negli occhi.
"Aubrey, conosco Stiles dall'asilo. Dalla terza elementare ha sempre nutrito questo interesse ossessivo nei confronti di Lydia, ma.. devi fidarti di me quando ti dico che le cose sono ben cambiate da quando ha iniziato a conoscerti"
Si bloccò per un momento.
"Forse non dovrei dirti queste cose, ma fidati di me. Lo conosco meglio di me stesso. Siamo come fratelli e tra di noi non esistono segreti. È un libro aperto per me, così come lo sono io per lui"
Non riuscii a dire niente, ma ero felice di quello che avevo sentito. Provava veramente qualcosa per me e se fossi riuscita a salvarlo avrei potuto dirgli tutto quello che provavo io per lui.
"Facciamolo" dissi al moro ed entrambi ci ritrovammo seduti sul divano accanto a Stiles. Chiudemmo gli occhi e all'improvviso sentii un forte dolore provenire dagli artigli di Derek Hale conficcati nel mio collo.
Buio.
Buio più totale.
Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti dei palloncini colorati, dei festoni di compleanno e dei bicchieri rossi. Il tutto mi sembrava così familiare. Iniziai a camminare poi sentii della musica e voltandomi nella direzione di quell'ultima riconobbi il luogo nel quale mi trovavo. Capii che mi trovavo nella casa della ragazza che aveva dato una festa il giorno stesso in cui arrivai a Beacon Hills, la festa a cui mi ero imbucata insieme a Newt la prima sera che vidi il ragazzo con la camicia a quadri in flanella e il sorriso sempre sulle labbra. Capii di trovarmi nella sua testa, nei suoi ricordi e l'unica cosa che dovevo fare era  trovarlo e portarlo fuori di lì per liberarlo dal Nugitsune. Dovevo riportarlo dove apparteneva. Dai suoi amici e da me.

Coup de Foudre ||Dylan O'Brien||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora