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Non potevo credere a quello che mi era appena stato detto. Raggiungemmo la famigerata Jeep e Stiles iniziò a guidare guardando la strada pensieroso.
Non era solo mio padre quello ad essere scomparso, dopotutto.
"Volevamo proteggerti" iniziò lui.
"Proteggermi da che cosa?" Risposi aspra.
"Da tutto questo" disse lanciandomi un'occhiata veloce nella quale scorsi tutte le sue buone intenzioni.
Lo spinsi a continuare ed iniziò a raccontarmi tutto.
"Sai, sarà difficile da credere ma Scott circa un anno e mezzo fa è stato morso da un alfa e adesso.. è un lupo mannaro. Sono successe tante cose da allora e abbiamo avuto tanti nemici. Il più delle volte abbiamo seriamente rischiato di morire"
Licantropi? Ma mi stava prendendo in giro?
Gli lanciai un'occhiata che lasciava trasparire la mia non credenza a quella roba, ma lui continuò.
"È per questo che non volevamo dirtelo. È difficile credere a queste cose e il più delle volte sarebbe meglio non crederci affatto" disse con tono affranto. Ad un tratto misi una mano sulla che in quel momento si trovava sul cambio e dissi delle semplici parole.
"Stiles, io ti credo"
Lui sorrise debolmente tra le lacrime e continuò a raccontarmi quello che sapevano lui e i suoi amici.
"L'abbiamo scoperto poco fa, a dirla tutta. Delle vittime sacrificali e tutto il resto.
Abbiamo scoperto le categorie, sono spariti dei ragazzi vergini, tre insegnanti e adesso i nostri genitori"
"Guardiani" dissi ad un tratto.
"Come?" Chiese lui basito.
"Ho letto qualcosa sugli appunti di mio padre. Ero curiosa di sapere quale caso lo tenesse fuori giorno e notte" risposi semplicemente.
"Si. Esatto"
"Ma i sacrifici dove.. avvengono?"
"Abbiamo avuto una risposta a questo proprio ieri. Lydia è una specie di sensitiva" iniziò lui guardandomi "non fare domande" continuò.
"Sensitiva?"
"Una banshee, per l'esattezza. Continuava a disegnare sempre il solito albero, ma solo ieri abbiamo capito che non si trattava di un albero, ma del Nemeton"
"Neme che?" Chiesi confusa.
Ero venuta a conoscenza di troppe cose che riguardavano il soprannaturale.
"Una specie di luogo sacro che funziona da faro per attirare le creature soprannaturali"
"Come fate a sapere dove si trova questo Nemeton?" Chiesi spaventata.
"Qui la trama si infittisce Aubrey" disse il ragazzo accostando lentamente il veicolo per guardarmi come se quello che stesse per dirmi fosse di vitale importanza.
"Il capo di Scott, Deaton, si intende di paranormale e ci ha proposto un rituale che ci avrebbe ucciso pochi secondi per poi farci tornare in vita in modo da collegarsi spiritualmente al Nemeton. Ci ha spiegato che si trattava di un rituale molto rischioso perché il Nemeton avrebbe riavuto il suo potere e.."
Il ragazzo indugiò pochi secondi prima di continuare.
"E?" Chiesi io.
"E che questo rituale avrebbe avvolto i nostri cuori nell'oscurità per sempre, quasi come una cicatrice. Capisci?"
"Voi non avete accettato vero? C'è sicuramente un altro modo"
"Purtroppo no"
"Mi stai dicendo che lo volete fare?"
A quel punto Stiles mi guardò con gli occhi lucidi.
"Ti sto dicendo che l'abbiamo già fatto"
Queste parole furono le ultime che gli sentii pronunciare prima di arrivare nel luogo del sacrificio.
Non riuscivo a credere a tutto quello che mi era successo in quelle due settimane.
Non riuscivo a credere a quello che stava per succedere di lì a poco.
~
Arrivammo in quel luogo dove si respirava tristezza, rammarico e desolazione.
Tutto interno a noi era immobile, come una bomba che sarebbe esplosa da un momento all'altro.
"Sappiamo quello che stai facendo! Lo sappiamo" urlò Scott.
"Fatti vedere e lascia andare i due uomini che hai con te!" Continuò Allison.
Stiles stava iniziando a torturarsi le mani come di suo solito, in preda al panico.
Andai vicina a lui e senza che nessuno se ne accorgesse lo presi per mano.
Nonostante questo continuava a tremare.
Ad un tratto una voce familiare si fece spazio tra noi.
"Bel tentativo ragazzi, bello davvero"
Sapevo di conoscere quella voce, ma non riuscivo ad associarla a nessun viso per il momento.
"Pensate veramente di riuscire a fermarmi? Ormai il sacrificio è quasi compiuto"
"Lasciali stare" urlò Stiles con un nodo in gola che rischiava di scoppiare in un pianto.
Nel giro di pochi istanti la figura si materializzò di fronte a noi e nessuno  poteva credere a quello che avevamo davanti.
"Signorina Blake?" Scott rimase esterrefatto.
"Non vi aspettavate che l'innocente signorina Blake potesse essere" disse fingendo di pensarci "com'è che mi chiamate?"
"Darach" disse Stiles a denti stretti.
"Esatto. Si, Darach. Riuscirò a ridare il potere al Nemeton in modo da distruggere per sempre gli Alfa. Prima con i vergini, poi con i filosofi e adesso i guardiani" disse ridendo. "Uccideró i vostri amati paparini rendendovi degli orfani a tutti gli effetti!"
Eravamo alla fine dei conti. Tutti iniziarono a perdersi d'animo tranne Scott che iniziò a lottare contro Jennifer trasformandosi in lupo mannaro come mi aveva precedentemente annunciato il suo migliore amico, mentre ringhiò ordini specifici ad Allison e Kira sul da farsi.
Io e Stiles ci dirigemmo verso il Nemeton cercando di liberare i nostri genitori dalle corde con cui avevano mani e pieni legate ma qualcosa iniziò a tremare e Jennifer Blake si rese conto di quello che stavamo facendo scaraventandoci contro un albero.
La spalla mi faceva malissimo, ma cercai di alzarmi andando incontro a Stiles.
Un uomo, che scoprii più tardi chiamarsi Deucalion, appartenente al branco degli Alfa con cui Jennifer ce l'aveva tanto, balzò all'improvviso di fronte alla Blake dandole il colpo di grazia riuscendo a salvare il branco di Scott nel quale, al momento, ero compresa anche io.
Riuscimmo a salvare mio padre e il padre di Stiles.
"Ragazzi, come- come avete fatto?" Chiese mio padre stanco, ma con la felicità negli occhi.
"Non fare domande" sorrisi abbracciando mio padre vedendo che Stiles stava facendo lo stesso.
"Sono dei ragazzi in gamba. È cosi che ce l'hanno fatta" sorrise ad entrambi lo Sceriffo Stilinski e qualcosa nel suo sguardo mi fece capire che lui fosse già a conoscenza dei bizzarri fenomeni che accadevano in quella città.
La polizia arrivò e Stiles mi strinse forte tra le sue braccia per darmi conforto dopo di che mi lasciò un bacio delicato sui capelli proprio nel momento in cui anche gli altri ci raggiunsero e ci abbracciammo tutti di fronte a quello che rimaneva dell'albero che chiamavano Nemeton.
Ce l'avevamo fatta. Scott mi fece un sorriso di approvazione e lo stesso fecero Kira, Allison ed Isaac. Finalmente ero una di loro.
Solo un pensiero balenava nella mia mente al momento.
Come stava Newt?
~

Poche ore più tardi, dopo esser stata in ospedale per medicarmi la spalla mio padre mi riportò a casa tenendomi la mano per tutto il tempo. Era il suo modo di dirmi "Grazie" nonostante non ci fosse riuscito apertamente.
"Ho temuto di perdere anche te" dissi ad un tratto.
"Questo non succederà tesoro, te lo prometto" e lo disse con un tono talmente sicuro che finii per credergli.
Una volta arrivati a casa scorsi una figura rannicchiata sui nostri scalini con la testa tra le mani, non riuscii a capire di chi si trattasse fino a che non mi avvicinai.
"Newt" dissi con tono sorpreso mettendogli le braccia intorno al collo per stringerlo in un abbraccio. Lui non disse niente per un po', pianse soltanto. Decisi quindi di interrompere l'abbraccio, di mettermi sulle punte e asciugare le sue lacrime.
"Va tutto bene, stiamo bene. E tu stai bene" gli sorrisi.
Il biondo si era comportato da immaturo, ma lo aveva fatto a causa mia e dei sentimenti che provava per me quindi non potei far altro che dimenticarmi l'accaduto.
Dopo tutto tenevo tanto a quel ragazzo dagli occhi scuri e i capelli biondi sempre arruffati. Era l'unico amico che avevo avuto da quando ne avevo memoria.
"Perdonami" dissi lui tra i singhiozzi.
"L'ho già fatto" dissi sorridendo e abbracciandolo di nuovo.
Ecco che mi venne in mente in quel preciso istante le parole del ragazzo per cui provavo dei sentimenti che andavano ben oltre l'amicizia. Le parole riferite a quel rito che trattava dell'oscurità nei loro cuori. Ma che cosa avrà voluto significare? Solo una frase rimbombava nella mia testa adesso.
"Ti sto dicendo che l'abbiamo già fatto"

Coup de Foudre ||Dylan O'Brien||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora