Ciao ragazzi e bentornati in questo nuovo capitolo, spero che vi piaccia e che non deluda le vostre aspettative! Stavo pensando di scrivere, alla fine di tutta la storia, un #ask per i personaggi. Lasciatemi spiegare, una sorra di spazio e se avete delle domande potete riferirle qui nei commenti e potranno trovare una risposta nell'ask apposito in fondo alla storia! Per adesso non posso far altro che ringraziarvi ed augurarvi una buona lettura ♥️
•Sara
I giorni a seguire passarono velocemente e in maniera quasi meccanica.
Andavo a scuola, tornavo, Newt mi aiutava a studiare e per cena mangiavo il minimo indispensabile per tenermi in piedi, il tutto ovviamente senza mio padre che rimaneva in centrale fino a tardi e a volte, nemmeno tornava.
Il mio rapporto con il gruppo di Stiles si era abbastanza solidificato, tanto è vero che spesso ci vedevamo la sera da Lydia o da Kira, anche se notavo una certa diffidenza da parte di Isaac e ancora quella sensazione di essere lasciata all'oscuro di qualcosa.
Tanto è vero che avrei giurato di aver sentito scott sussurrare qualcosa a Stiles, quattro parole ben precise che ancora oggi mi sono rimaste impresse "Dobbiamo dirle la verità" e questo concretizzò i miei dubbi, ma decisi di non forzare le cose. Tutto quello che stava succedendo, avere degli amici, era roba nuova per me e se mai fossi tornata in solitudine come un'eremita non me lo sarei mai perdonata. E forse nemmeno Jade l'avrebbe fatto. Ricordo che spesso mi diceva che avrei dovuto uscire di più e farmi degli amici che mi volevano bene, ma io stavo talmente bene con mia sorella che alla fine il nostro rapporto non era che un'amicizia a tutti gli effetti. Eravamo amiche e complici oltre che sorelle e questo bastava ad entrambe.
Un giorno come tanti un altra persona sparì, era una ragazza che frequentava il mio corso di Biologia e avevo notato una certa preoccupazione negli occhi degli altri, specie di Scott.
Newt si comportava in modo strano dopo il mio attacco di panico, mi stava sempre vicino e, non so per quale motivo, avvertivo della tensione tra lui e Stiles, il che era strano visto che andavano abbastanza d'accordo fino a pochi giorni prima.
Quel giorno tornando da scuola decisi di farmi avanti.
"Newt posso farti una domanda?" Chiesi con naturalezza mentre mi trovavo al lato passeggero della sua macchina.
"Certo, dimmi" rispose lui sorridendo guardando di fronte a se.
"Che problemi hai con Stiles?"
A quella domanda le mani di Newt strinsero il volante talmente stretto da mostrare le nocche delle sue mani chiare.
"Io non ho problemi con nessuno, figuriamoci con Stilinski"
"Non sembra. Non fate altro che lanciarvi sguardi di disprezzo da una settimana, vorrei tanto sapere cosa vi prende, a tutti e due" dissi spostando la ciocca di capelli che avevo di fronte al viso dietro l'orecchio destro.
Lui frenò la macchina di colpo e iniziò ad alzare la voce.
"E perché questa cosa la chiedi a me? Eh? Invece di chiederla a lui?"
"Io stavo solo cercando di capir-"
"No! Non me ne frega niente, cos'ha di tanto speciale quello sfigato?"
Nonostante non mi degnò di uno sguardo riuscii a capire una cosa, una delle tante che avrei scoperto di lì a poco.
Newt aveva reagito in quel modo perché era geloso. Ma geloso di cosa?
Io e Stiles non eravamo altro se non amici. Il tempo che passavamo insieme era quello che desideravo di più, ma questi erano solo dettagli. Mi aveva spesso parlato di Lydia e della sua cotta per lei dalla terza elementare quindi questo significava che mi vedeva solo come un'amica. Ma la domanda in quel momento era un'altra.
Se Newt si è reso conto di quello che provo per Stiles, cosa sarebbe successo se anche Stiles se ne fosse accorto?
Ero in quella città da meno di due settimane e già avevo combinato dei casini e avevo reso le cose strane.
Non riuscii a dire niente quindi rimasi in silenzio cercando di metabolizzare una risposta.
"Dimmelo!" Il biondo urlò di nuovo, stavolta più forte.
"Ma cosa stai dicendo? Stiles non ha niente di speciale" risposi debolmente.
Ripensai alla prima volta che lo vidi e poi alla seconda e alla terza. Al colpo che il mio cuore riceveva ogni volta che mi rivolgeva parola con quel suo modo di fare così goffo, a come si era aperto con me riguardo alla morte di sua madre e a come mi ero aperta io, come con nessuno.
La nostra amicizia era qualcosa di puro, ma si trattava di semplice amicizia per me?
"Non mentirmi! Non. Mi. Devi. Mentire." Ringhiò il biondo prendendomi per il entrambe le spalle e iniziando a strattonarmi.
Sapevo che non voleva farmi del male, ma era talmente accecato dalla rabbia in quel momento che temetti il peggio.
"Newt ti prego smettila" dissi soffocando le lacrime. "Mi stai facendo male"
"Niente paragonato al male che tu fai a me" disse infine scoppiando in un pianto liberatorio e lasciando la presa.
Cosa aveva appena detto?
"C-come?"
"Passo con te ogni singolo giorno, ti vengo a cercare ad ogni cambio dell'ora per assicurarmi che tu stia bene" iniziò singhiozzando guardando nel vuoto "ma ogni volta che ti parlo sembri distante, e lo sei e quando finalmente mi giro a capire quale sia la fonte della tua distrazione ci trovo sempre quel coglione con la camicia"
Abbassò lo sguardo per poi puntarlo su di me.
"Lo vedo da come ne parli, vedo come lo guardi quando siamo tutti insieme da Lydia e la cosa che più non sopporto è come ti guarda lui" sputò infine.
"Newt non è come dici tu, noi siamo solo amici come lo siamo io e-"
"Io e te? Ah no, non è vero. Con me non sorridi come fai con lui, non ti lasci sfiorare come fai con lui. Ricordi l'altro giorno a pranzo? No? Bene allora ti rinfresco la memoria" disse puntando il dito contro di me
"Lui si è seduto accanto a te e quando ti ha chiesto di passargli l'acqua tu gliel'hai passata, ma nel mentre le vostre mani si sono sfiorate ed entrambi eravate bisognosi di quel contatto, l'ho visto"
"Come puoi rendertene conto tu se nemmeno me ne rendo conto io?"
"Perché..perchè io-"
Lo guardai esortandolo a parlare.
"Perché sono innamorato di te, da quando siamo piccoli, da quando giocavamo in quel parco e non mi hai mai degnato delle attenzioni che riservi solo al tuo Stilinski"
Quelle parole mi colpirono come un fiume in piena e non riuscii a ribattere. Come poteva essere innamorato di me dopo tutto il tempo che era passato? Mi aveva spaventata tantissimo con il suo attacco d'ira e per questo non riuscii a dire o fare niente se non aprire la portiera e uscire per avviarmi verso casa mia.
"Aubrey, ti prego fatti riaccompagnare"
Mi girai con dissenso nello sguardo. Non volevo averlo vicino, non in quel momento.
Avevo sentito un turbine di emozioni e non sapevo dare loro un nome.
L'unica cosa a cui pensai nel tragitto per tornare a casa fu che forse aveva ragione, forse ero innamorata del ragazzo dagli occhi nocciola e forse mi sarei fatta male. Cercai di rispondere alla domanda che mi fece Newt 'Cos'ha di tanto speciale quello?'
Non lo sapevo, io non sapevo cosa aveva di speciale, ma qualcosa nei suoi occhi mi faceva dimenticare anche la domanda.

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Coup de Foudre ||Dylan O'Brien||
FanfictionUna ragazza si trasferisce nella cittadina di Beacon Hills in seguito ad una vicenda familiare che la sconvolge nel profondo. Non appena arrivata incontra un vicino molto disponibile che la invita ad una festa... Lei non sa che quella sera inco...