"Pensare è facile, agire è difficile, e mettere i propri pensieri in pratica è la cosa più difficile del mondo"
-Johann Wolfgang GoetheRose si stava dirigendo verso la Torre Est, a Incantesimi. Era con Dominique e Lucy. Avrebbero avuto lezione con Corvonero, quel giorno. Era in sovrappensiero. Da quando era stato pubblicato quell'articolo sulla Gazzetta del profeta, nel Mondo Magico regnava il silenzio. Ma non avevano mollato. I ragazzi le erano state accanto e questa volta anche Hugo aveva contribuito. Al San Mungo la situazione era stazionaria, ferma, quasi passiva. Ginny, Teddy, Harry e suo padre Ron le inviavano lettere quotidianamente. Anche Dominique e Lucy erano piuttosto spente quel giorno. Era tutto, immobile, come se un incantesimo avesse fermato il tempo. Durante Incantesimi nessuno parlava. Si sentiva solo il rumore delle piume sulle pergamene. Dopo la lezione, Lucy andò in biblioteca e Dominique si allontanò. Rose rimase sola. Andò nella Stanza delle Necessità. Faceva freddo, accese il camino, posò la sua borsa su una poltrona e si sedette. Analizzò gli elementi dell'indagine che avevano trovato in quel periodo. Alla lavagna erano affissi alcuni volti, ritagli di giornale, appunti. Ma niente poteva servire loro. Rimase lì, da sola per minuti, forse ore, ma il suo umore non era cambiato affatto. Uscì dalla Stanza quando venne travolta da Hugo. Era rosso, affannato, col fiatone.
-Per Merlino, Rose! Finalmente ti ho trovata. Devi venire subito con me- disse, ancora stanco.
-Hugo, cos'è successo? Devo andare a studiare non pos...- stava per rispondere, ma fu fermata da Hugo.
-Dominique. È...per Dominique. L'abbiamo trovata a terra, sanguinante. Corri, su!-
Rose rimase paralizzata. Arrivarono fino alla Serra, dove una folla gremita di gente si accalcava per farsi spazio. Rose cercò di passare in fretta, finché non raggiunse l'amica. Era a terra, piena di lividi, con la testa sanguinante. Si accasciò a terra.
-Do...Dominique...mi senti, svegliati...- sussurrò singhiozzando. Piangeva. Doveva farlo. Accanto a lei arrivarono la professoressa Sprite, la professoressa McGonagall e la povera Madame Pomfrey. La portarono via. Rimase a terra, a piangere, sovrastata dalla folla. Si sentì presa per un braccio.
-Rose, ti prego, andiamo via, andiamo-.
Era Albus. Era stravolto, pallido in volto. Scorpius era dietro di lui, teneva lo sguardo fisso su Rose. Non potevano reggere anche questa. Erano dei ragazzi, avrebbero dovuto spassarsela. Invece no. Quella cicatrice, quel segno, continuava a perseguitarli, nonostante tutto. Erano i prescelti. A Scorpius venne un'idea. Corse via. Albus prese in braccio Rose, cercando di consolarla. Scapparono. Andarono al capanno di Hagrid, cercando conforto. Albus bussò forte alla porta. Hagrid, affannato, arrivò sull'uscio.
Era sempre il solito, nonostante il tempo, che aveva leggermente imbiancato la sua chioma.
-Ragazzi, ma che bell...- stava per dire, ma Albus si fiondò all'interno.
-Piano, piano ragazzi, ricordate che ormai ho una certa età! Nonostante io possa sembrare grande e forte, anch'io ho i miei acciacchi, sapete? Su, parlate. Zio Hagrid vi ascolta!-
I ragazzi non proferirono parola. Rose ricominciò a piangere, piano. Era la sua migliore amica, il suo punto di riferimento, sua cugina. Era come una sorella per lei. Albus le diede qualcosa con cui asciugarsi. Anche lui era visibilmente stravolto.
-Rose, Albus. Così non va bene. Per niente. Cos'è successo?- chiese, mentre versava l'acqua in un vecchio pentolone, per preparare il tè. Da qualche giorno era raffreddato, così aveva saltato qualche lezione. Gli raccontarono tutto. Hagrid rimase a riflettere, poi li chiamò vicino a sé.
-Ehi, su, non fate così. Dominique è una ragazza forte, se la caverà. Piuttosto, sapete com'è successo?- chiese, con dolcezza.
-Non sappiamo niente, come al solito...secondo me è un complotto. Ci vogliono fare abboccare a noi, i Potter-Weasley- disse Albus, arrabbiato.
-Weasley-Potter, attento a come parli- ribattè Rose, accennando un sorriso.
-Ma sì, dai, è uguale. E poi c'è Scorpius...- borbottò il cugino.
-E pensare che i vostri genitori erano seduti lì, qualche anno fa, a piangere, vomitare lumache, fare domande. Che impiccioni che erano...- disse Hagrid, quasi a sè stesso, -Il tè è pronto. Ecco qui, volete dei biscotti? Sono buoni sapete, nuova ricetta-
-No, grazie, va bene il tè- risposero entrambi.
Bevvero in silenzio, ma la tranquillità fu stroncata dalla porta, aperta furiosamente da Scorpius, che entrò senza badare a far piano.
-Albus, Rose. Smettetela di fare i piagnoni, ho avuto un'idea. Muovetevi. Ah, ciao Hagrid, scusa per...- disse velocemente, prendendo per le braccia o due ragazzi.
-Tranquillo ragazzo, nessun problema- rispose Hagrid, continuando a sorseggiare il suo tè.
-Scorpius! Smettila, lasciami...su, dai, smettila subito!- cominciò a gridare Rose, mentre dava pugni sulla gamba al ragazzo, che nel frattempo li trascinava verso l'esterno.
-Ringrazia che non ti abbia fatto levitare- rispose il biondo.
Li portò fino alla Stanza delle Necessità, cercando di non farsi vedere.
-Ci vogliono interrogare, devono capire cos'è successo. Ma al momento non possiamo. Andiamo- sussurrò Scorpius, camminando a passo felpato per i corridoi.
-Tanto non ci capiranno niente, come al solito- disse Albus, con fare polemico.
-Zitto, non è questo che ci interessa al momento. Devo spiegarvi una cosa- rispose Scorpius, guardandosi attorno, attento a non incontrare studenti.
-Lucy? Dopo Incantesimi non l'ho più vista e non era da Dominique, dopo l'aggressione. A proposito, quando andranno via gli Auror? Devo vederla, capire come sta, chi l'ha ridotta in questo stato. Avranno avvisato mio zio Bill? Argh, come sempre zia Fleur è in Francia, alla Boutique di famiglia, come farà lo zio da solo?- farfugliò Rose.
-Puoi stare zitta?- disse Scorpius, esasperato.
-Certo signor comandante, mi zittisco subito- rispose la Weasley, ironica, -Tanto tu non hai una madre al San Mungo, priva di conoscenza da settimane e una cugina che è stata aggredita!-. Scorpius la fulminò con lo sguardò e Rose capì di aver esagerato.
Finalmente arrivarono alla Stanza dove trovarono tutto come al solito.
-Allora Scorp, qual è la tua idea? Non ci avrai fatto venire qui per nulla...- disse Albus con fare disinteressato, mentre provava a far levitare una piuma, senza riuscirci.
-Parla, su. Ti ascoltiamo- aggiunse Rose, mentre guardava quasi disgustata Albus, -Al, quello è proprio un incantesimo del primo anno! Come dovrai superare i M.A.G.O.? Se non fai il movimento giusto, la piuma non leviterà mai. Agita e poi colpisci!-
-Lezioni di Incantesimi a parte, ecco ciò che vi volevo dire: oggi hanno aggredito Dominique- disse Scorpius, cercando l'attenzione dei due amici.
-Beh, questo lo sapevamo già. Continua- ribattè Rose.
-Guardate qui- disse rivolgendo lo sguardo verso la lavagna, dove nel frattempo il gesso disegnava qualcosa. Era uno schema. -Bene. Un mese e mezzo fa hanno aggredito tua madre Rose, Hermione Granger, Ministro Della Magia, conosciuta anche come una dei Salvatori del Mondo Magico, nonché strega più brillante della sua età. Sposata con Ronald Bilius Weasley, sesto figlio dei Weasley, anche lui molto famoso nel mondo Magico, Auror al dipartimento del Ministero- disse a raffica, cominciando ad appendere alla lavagna foto di Hermione, Ron ed Harry.
-Non capisco ancora- disse Albus.
-Argh, va bene- rispose Scorpius, -In poche parole, un mese e mezzo fa hanno aggredito Hermione-
-Questo lo avevamo capito, continua- rispose Rose.
-Bene. Oggi hanno aggredito vostra cugina, Dominique Weasley, seconda figlia di Fleur Delacour in Weasley e di William Weasley, discendente Veela e cognata di Ted Remus Lupin e...- stava per dire Scorpius, quando Albus lo fermò.
-Okay Scorp, abbiamo capito, non c'è bisogno che tu faccia l'albero genealogico della nostra famiglia!- esclamò il Potter, incrociando le braccia.
-Invece sì, Albus! Non capite che sono tutti dei segnali? Puntano a voi, puntano alla vostra famiglia!- gridò scarabocchiando col gesso alla lavagna. Si sedette disperato a terra, con le spalle al muro.
-Io l'ho detto- sussurrò. Se ne stava andando, ma Rose lo fermò.
-Cosa pensi di fare? Hai un piano?- chiese, spaventata.
-Dobbiamo capire la radice del problema. Il perché- disse, guardando oltre la finestra.
-Sai da dove cominciare?- chiese Albus, turbato.
-Seguitemi- disse, con voce cupa, grave.
Stava calando la notte, c'era freddo. Il tempo scorreva e il tempo della resa si avvicinava. Ma qualcosa si era smosso. Forse un masso o un piccolo sassolino. Ma c'era e dovevano superarlo.
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Mystery
FanfictionDestino. Paura. Storie. Pensieri. Discorsi. Incertezze. Scappare. Reagire. Capire. "Era forte, Rose. Determinata, ferma nelle sue decisioni, pronta a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi. Ma a volte crollava. Fragile dentro. Ecco com'era Rose...