Capitolo 5

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«Isabelle alzati! Non vorrai arrivare in ritardo il primo giorno!» urla allegro mio padre spalancando la porta e sobbalzo per lo spavento.

Guardo l'orologio nero appeso al muro e prendo un colpo non appena leggo l'ora: le sei e un quarto.

«Ma papà! È prestissimo! Le lezioni iniziano alle otto e mezza.» protesto e mi lascio ricadere sul letto come una balena. Lui continua a guardarmi sorridente in piedi vicino al mio letto, deve essere di buon umore stamattina, come sempre del resto.

Come sia possibile che certe persone si sveglino di buon umore il mattino non me lo so ancora spiegare e probabilmente non ci riuscirò mai, anche perché io faccio parte di quella cerchia di poveri zombie che si alzano il mattino con la luna storta.

«Almeno sono sicuro che non arriverai in ritardo!» esclama e tira le tende della finestra lasciando entrare la luce del sole che mi colpisce dritta in viso.

Faccio una smorfia infastidita e mi copro con le coperte fin sopra la testa come una sorta di barriera contro questa giornata. Perché non si può tornare al primo giorno di vacanza? È ingiusto come l'estate passi in fretta e si lasci dietro tutta questa nostalgia.

Prendo un coraggio infinito e abbasso di poco il lenzuolo lasciando abituare i miei occhi alla luce del mattino, mio padre fortunatamente decide di uscire dalla stanza fischiettando, mi chiedo ancora che cosa lo renda così felice.

Mi alzo spostandomi i capelli dal viso e mi prendo qualche secondo ti tempo per riprendere conoscenza, come se mi fossi appena svegliata da un coma lungo anni.

Il contatto con il pavimento gelido mi da la forza per correre fino al bagno e precisamente sotto al getto bollente dell'acqua.

Vista l'ora mi concedo una lunga doccia rilassante, per schiarirmi la testa dai numerosi pensieri che l'affollano, oggi sarà il primo giorno di università e se dicessi di non essere agitata sarebbe una grossa bugia.

Non vedo l'ora di frequentare il nuovo corso di storia nonché la mia prima scelta! Quando esco infilo l'accappatoio e mi soffermo per un attimo davanti allo specchio ad osservare il mio riflesso, sembro davvero uno zombie con i capelli peggio di un nido d'uccelli e due paia di occhiaie sotto gli occhi.

«Andrà tutto bene Isabelle, forza!» dico a me stessa e vado a prepararmi, decido di mettere una camicia azzurra e un paio di pantaloni bianchi, che mi danno un effetto casual ma non eccessivo. Lego i capelli in una coda alta, che lascia libero il viso e applico un filo di mascara, giusto per sembrare meno morta.

Quando sono pronta afferro lo zaino e infilo dentro i libri che potrebbero servirmi oggi, anche se essendo il primo giorno di solito non si fa molto.

«La colazione è pronta!» urla mio padre dal piano di sotto e mi affretto ad afferrare le ultime cose, per poi scendere velocemente le scale.

Per non si sa quale fortuna divina riesco a non inciampare come al mio solito, ma anzi ad arrivare sana e salva in cucina dove una bella fetta di pane con la nutella mi attende, pronto ad essere divorato.

Se dicessi che lo mangio come una vera signorina direi una grossa bugia,dato che sembro più una bambina di cinque anni alle prese con il gelato, ho la bocca tutta sporca e vedo mio padre nascondere un sorriso divertito.

«Sei sporca sul naso Belle» mi dice indicando la punta del mio naso e incrocio gli occhi cercando di vedere dove sono sporca, così facendo però risulto ancora più ridicola e mio padre scoppia in una risata fragorosa.

«Non sei divertente!» borbotto con la bocca piena e afferrando un fazzoletto per pulire il disastro combinato sul mio viso.

Finisco di fare colazione ignorando le prese in giro continue di mio padre e mi alzo sistemandomi i capelli nervosa, sono sempre agitata per il primo giorno di scuola, soprattutto ora che dovrò andare all'università, mi sembra ancora un sogno, così irreale e invece da qui a qualche ora sarò a tutti gli effetti una studentessa universitaria.

THE LIGHT (sequel di The Darkness)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora