Capitolo 10

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I muri dell'università sono pieni di volantini che ricordano a tutti la festa che si terrà tra pochi giorni e mi fermo accanto ad uno di questi per gettare un rifiuto nel cestino li vicino.

«Ci verrai?» una voce alle mie spalle mi fa fare un balzo per lo spavento e mi metto una mano sul cuore quando mi volto verso Ryan che mi osserva in attesa di una risposta con un sorrisetto furbo sulle labbra.

«Piombami un'altra volta alle spalle in questo modo e ti toglierò quel sorrisetto a suon di pugni» minaccio seria avvicinandomi di più a lui e provocandogli un'altra risata.

«Avanti Jackson non spaventeresti nemmeno un bambino così!» si tiene la pancia dalle risate e alzo gli occhi al cielo voltandomi e andandomene verso la caffetteria.

Il biondo mi segue digitando qualcosa sul suo telefono e dopo aver inviato un messaggio rimette l'aggeggio nella tasca e mi osserva.
«Allora verrai?» mi avvicino al bancone e osservo il tabellone delle bevande in cerca di qualcosa che possa calmare i miei nervi tesi.

«Non lo so ancora» mento perché so già che ci andrò e incontrerò Riley, ma sono certa che Ryan sappia molto più di quello che in realtà riveli quindi rimarrò sul vago ancora per un po'. Devo prima capire se posso ancora fidarmi di lui o meno.
«Un cappuccino da portare via, grazie.» lascio i soldi sul bancone e il ragazzo dai capelli rossi prepara in fretta la mia bevanda e quando me la porge esco seguita ancora dal biondo.

Sembra la mia scorta, mi segue per tutto il tempo e sbuffo bloccandomi all'improvviso.
«Mi stai seguendo per caso?» incrocio le braccia al petto e aspetto una sua risposta. Gli occhi nocciola sono socchiusi a causa del sole che colpisce il suo viso e i suoi capelli biondi sono scompigliati e brillanti. Nemmeno se mi impegnassi riuscirei ad avere dei capelli così belli.

«Allora?» inizio a perdere la pazienza e lui si avvicina, siamo ad un palmo di distanza e devo alzare la testa per guardarlo. Dio perché mi hai fatta così nana?

«No, non ti sto seguendo. Mi assicuravo semplicemente che stessi bene» scrolla le spalle indifferente e assottiglio lo sguardo in cerca di un segno di incertezza, ma nulla. Non vacilla nemmeno un po'.

«E' meglio che non vai a quella festa» dice dopo un po' che abbiamo ripreso a camminare per il campus e lo guardo confusa.
«Perché?» si caccia le mani nella tasca della giacca e un ciuffo gli ricade sulla fronte.

«Dico solo che mi sembra una cosa noiosa e poco adatta a te» sgrano gli occhi e incrocio le braccia al petto.
«Poco adatta a me? Non sei nessuno per dire cosa sia adatto a me o meno!» se sta cercando la guerra questa è proprio la giornata giusta, mi sono svegliata nervosa e lo sono tutt'ora, è quel periodo del mese e sono più tesa della corda di un violino.

Mio padre sembra come scomparso, rimane tutto il giorno al lavoro e ci scambiamo giusto qualche parola la sera, nient'altro.
«Era soltanto un consiglio, non ti scaldare» ci fermiamo un'altra volta e stringo i pugni, mi sta sfidando con lo sguardo a dire qualcos'altro e non ha idea di ciò che sono capace di fare quando mi arrabbio.

«A me non servono i tuoi consigli, ti ricordo che non sono io quella che nascondeva informazioni importanti alla sua ex migliore amica» sono davvero infuriata e alcune persone osservano curiosi la scena.

«Ex migliore amica?» domanda sconvolto e mi scappa una risata isterica.
«Esatto, vedo che il tuo udito funziona ancora!» lo derido, ma lui continua ad osservarmi serio in viso.

«Tu sei ancora la mia migliore amica Isabelle» le sue parole mi feriscono così mi volto e me ne vado con passo pesante verso un'entrata a caso. Sono stufa di sentire certe cazzate.

THE LIGHT (sequel di The Darkness)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora