Crème Brulée

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«A cosa ti riferisci Bourgeois?»
«È tanto complicato comprendere il termine "bracciale"?» disse Chloé facendo trasparire la sua aria saccente persino via telefono «oh dimenticavo, il ceto inferiore non può permettersi nulla di ciò»
Luka parve abbastanza irritato: «Hai chiamato solo per dar fastidio vero?»
«Credimi ho cose migliori nella vita da fare» gli disse mentre teneva con la spalla il telefono all'orecchio e limava le unghie «ma visto che stiamo collaborando...»
Luka la interruppe: «Non ho ancora accettato»
«Che peccato, vorrà dire che sottrarrò il tesoro di Marinette da sola»
«Aspetta» Luka sussultò nell'udire il nome della corvina «perché la tiri in ballo adesso?»
«A chi credi appartenga quella orrenda poltiglia?»
«Com'è possibile che tu sia così ben informata?»
«Non è difficile, ho preso la mia limousine e sono andata a fare un giro al parco per sicurezza, Adrien è con lei»
«Cosa?» Luka si alzò nervosamente dal letto «il padre ha lasciato che uscisse?»
«Ti assicuro che sono sorpresa quanto te» Chloé smise di curare le dita e strinse forte col palmo il cellulare «quella mezza calzetta pensa di potermi battere a questo gioco»
«Di chi parli?»
«Ovviamente di Alya Césaire, smuoverebbe mari e monti pur di rendere felice la sua amichetta del cuore» gli disse con una smorfia disgustata «Couffaine non ho tutta la giornata per attendere una tua decisione, o sei dentro o sei fuori»

La testa di Luka cominciò a girare, ma lo yoga accorreva in momenti come questi. Gli esercizi respiratori davano i loro frutti.

«Invece aspetterai, dentro di te sai di aver bisogno del mio supporto, che ti piaccia oppure no»
Chloé incrociò le gambe e si morse il labbro inferiore per soffocare una risata: «Sei un abile stratega, per tale motivo mi servi»
Il ragazzo passò alla domanda fondamentale: «Dove si trovano?» le chiese, riferendosi ad Adrien e Marinette.
«A champ de Mars, ti consiglio di affrettarti, stanno per andarsene» concluse lei, e, con un dito dalla manicure impeccabile, premette sul display del costosissimo dispositivo, avuto in regalo dal padre, il segno di chiusura della chiamata, interrompendo la conversazione.
«Signorina desidera che tenti io a persuaderlo?» le domandò il maggiordomo guardandola dallo specchietto retrovisore.
«Assolutamente no, si sta svolgendo tutto secondo i miei piani» gli rispose la bionda estraendo una gomma dal pacchetto e mettendola in bocca «segui a distanza Adrien e il suo insulso seguito, si passa alla seconda fase»

A Marinette sembrò di vedere due occhi che la fissavano, freddi, taglienti, ma, e non seppe spiegarsi il perché, familiari.

~

Juleka avvertì dei rumori insoliti provenire dalla camera del fratello. Non era da lui creare fracasso, seppur suonasse uno strumento che ne provocasse abbastanza. Oltretutto era stato silenzioso fino a quell'istante, anche se le era parso di aver udito un tono di voce stranamente elevato. Sicuramente stava parlando al telefono.
Si era imposta di non andare a controllare per rispetto nei suoi riguardi, ma la confessione di qualche ora precedente la rendeva inquieta, aveva paura che la malignità di Chloé potesse aver influenzato il suo fragile e altalenante cuore.
Luka aveva sempre avuto notevoli premure per la sorella minore.
Quando erano più piccoli era solito strimpellare una canzone con la chitarra per tranquillizzarla durante i temporali, per farla addormentare serena. Pertanto era stato lui ad avvicinarla alla musica, intesa come forma di espressione liberatoria dove dar sfogo alle proprie emozioni.
Di conseguenza fu l'unica persona a cui decise di confidare il suo immenso amore per Rose, sapeva che l'avrebbe capita. E così fu.
Quel giorno Juleka tornò a casa con un'aria parecchio trasognante.
Luka non disse una parola, aspettò pazientemente, consapevole che sarebbe stata la ragazza a compiere il primo passo. Infatti, nemmeno due ore dopo, si presentò alla sua porta. Egli la accolse con il solito volto rilassato e lasciò che si sfogasse. Non appena ebbe terminato le poggiò una mano sulla spalla, sussurrandole un "andrà tutto bene", e la giovane, dagli occhi gonfi di lacrime, si gettò sul suo petto, sentendosi insulsa e impotente.
In passato aveva invidiato la forza, l'autocontrollo e la grande autostima che il fratello possedeva di sé, non avrebbe mai immaginato che le sarebbe crollato un mito e un punto di riferimento nel corso del tempo.
La mancanza di un padre, morto a seguito di una grave malattia, aveva inciso molto su Luka, il quale si era preso la responsabilità di colmare il vuoto di un marito e di un genitore, divenendo troppo presto uomo. Aiutava la madre con le faccende domestiche, svolgeva qualche lavoretto, qualora Juleka avesse avuto bisogno di spiegazioni in qualunque materia le avrebbe fatto da maestro personale fino a notte fonda se necessario, e poi sarebbe tornato a svolgere i propri compiti. Inoltre non saltava nessuna prova con la band.
Juleka si chiedeva per quanto avrebbe stretto i denti prima di collassare del tutto. Era costantemente indaffarato e lei si sentiva in parte colpevole. Non permetteva che la sua sorellina si affaticasse, era troppo preziosa.
Eppure, benché avesse voluto dare l'impressione di avere tutto sotto controllo, il suo vero carattere era insicuro e desideroso d'affetto, e negli ultimi anni si era contorto ancora più nel suo guscio da finto estroverso, il quale aveva procurato l'effetto inverso, ovvero che, sia per bellezza che per falso narcisismo, venisse circondato da tante ragazze.
A volte Juleka pregava che tornasse sano e salvo a casa dagli innumerevoli "appuntamenti", e spesso si trovava a disinfettare le ferite provocate dai fidanzati.
Ecco in che maniera riempiva il profondo pozzo, affezzionandosi a coloro che non poteva avere, come se ferirsi interamente fosse salutare, e lo pseudo amore per Marinette ne era un esempio.
Alla fine prevalse alla fiduciosa la parte angustiata e, in punta di piedi, attraversò il corridoio, fermandosi dietro la parete e sbirciando dal buco della serratura.
La camera era un disastro, tutta a soqquadro.
Sfortunatamente Juleka non poté azzeccare attimo peggiore, poiché il fratello avanzava frettoloso verso la maniglia, e lei fu colta di sorpresa.

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