Anneke dormiva con i bambini. Wolfrun guardò lo stanzone dove erano allineati tutti i letti. Chissà come avevano fatto a procurarseli.
"Sembra un orfanotrofio, vero? Uno di quelli che una volta si vedevano nei film alla televisione" disse una voce alle sue spalle.
Si voltò verso Nora. Aveva uno sguardo dolce. Wolfrun se la ricordava determinata. Determinata a portare a casa Theo da Tegel. E se la ricordava malata. Quando erano partiti per la Grecia, lei non era messa benissimo.
"Sono orfani" rispose, alzando una spalla.
Non sapeva bene cosa dire e disse una stupidaggine. Quella ragazza era stata gentile con lei. L'aveva sentita discutere con Christa e, anche se non aveva capito bene cosa si fossero dette, sapeva che avevano discusso a causa dell'invito di Nora nei confronti di Wolfrun. Non avrebbe dovuto dire una cosa del genere.
La ragazza, però, annuì senza ribattere. "Vuoi qualcosa? Un tè o un caffè?" le chiese. Scosse la testa e mentre chiudeva la porta del dormitorio e insieme tornarono verso la cucina. "Sai, non ti ho mai ringraziato..." continuò.
Wolfrun sgranò gli occhi rigirandosi verso di lei. "PER COSA?"
La sua voce venne fuori roca e gracchiante per la sorpresa. Oddio, per cosa avrebbe mai dovuto ringraziarla? Per aver rapito Theo? Per averla quasi uccisa? Per aver dato fuoco al posto dove viveva? Scosse la testa. Non c'era niente di cui dovesse ringraziarla.
"Lasciamo tutto così com'è" disse infatti e fece un passo per entrare in cucina, dove non sarebbero state sole e Nora non avrebbe insisitito.
Quel posto era bello, pensò guardandosi intorno. Non riusciva a capire cosa fosse prima di diventare La casa dei bambini, ma erano riusciti ad attrezzarlo bene. Un gruppo di ragazze e un bel po' di marmocchi, forse tutti quelli di Berlino. Avevano anche l'elettricità. Sembrava che tutti avessero l'elettricità, a dire il vero. Guardò dalla finestra il buio della notte.
"Casa di Louis non è lontanissima. Se vuoi ti accompagno" le propose ancora Nora. Wolfrun guardò Nora inclinando la testa.
"Perché dovrei andare a casa di Louis?"
"Forse... Perché c'è Jakob?" chiese la ragazza, un po' confusa. Guardò verso le altre ragazze e poi si rigirò verso di lei."Non sei la fidanzata di Jakob?" chiese Britta mentre stava asciugando un piatto lavato da Sabine. Nora vide benissimo gli occhi della mora sgranarsi e allargarsi stupiti. Oh, qualcosa le diceva che si erano sbagliate.
"NO!" rispose Wolfrun velocemente e subito dopo guardò di nuovo fuori dalla finestra. Nora lanciò un'occhiata verso Britta e Sabine, vicino al lavello. Britta alzò le spalle, sistemando il piatto asciutto e prendendone un altro.
"Scusa, mi sa che abbiamo dato per scontato..." iniziò Nora.
"Perché pensate una cosa... del genere?" Wolfrun era confusa, giustamente.
"Jakob parla sempre di te" ammise Britta.
"Di me?" Wolfrun era molto sorpresa, come se la cosa fosse veramente strana e continuava a guardare tutte loro con meraviglia.
"Sì. Quando ti abbiamo visto... tu non sei mai venuta, prima... abbiamo pensato che voi..." tentò di spiegare Nora. Wolfrun si alzò in piedi dalla sedia dove si era seduta e mostrò il palmo della mano aperto verso di loro.
"Ok. Basta. Io e Jakob non stiamo insieme. Non sono mai venuta perché non mi interessava. Ma Anneke voleva venire e io non volevo lasciarla da sola. Non ci sono altri motivi, ok? Noi non stiamo insieme!"
Sembrava molto convinta di quello che diceva. E lo disse più volte. Come se avesse bisogno di una conferma.
"In questo caso, andate a fare un giro verso il Reichstag. A Nora piace molto quella zona" disse Britta ammiccando verso Wolfrun."Britta!" gridò Nora e divenne rossa sulle guance. Wolfrun pensò che fosse quasi divertente.
La ragazzina bionda le sorrideva innocentemente mentre le diceva: "Dici di no, Nora? Non è vero?"
Wolfrun notò l'imbarazzo di Nora.
"Chi c'è al Reichstag?" Non riuscì, allora, a non chiedere. Sabine e Britta ridacchiarono. Poi con uno strano luccichio negli occhi, Sabine rispose: "Ci sono gli americani: i militari".
I militari? E cosa facevano lì, lì a Berlino? Si voltò verso Nora.
"Perché ci sono i militari?"
Lei tornò del suo colore, ma non del tutto. "Sono venuti quando è stato distribuito il vaccino" spiegò.
"E non se ne sono più andati?" chiese Wolfrun, sorpresa. Tutte e tre le ragazze scossero la testa. Non sembrava una gran cosa.
"Sono venuti anche da noi, subito dopo il vaccino. Hanno portato aiuto, medicine e... altre cose", disse un po' incerta. Non avrebbe mai detto 'preservativi' davanti a loro. Annuirono e lei continuò: "Ma poi se ne sono andati, quando non serviva più il loro aiuto. Ogni tanto tornano. Ogni tanto, però. Non sono fissi. E portano più che altro birra e altre cose... diverse" spiegò ancora.
Da quando era ripreso il commercio con gli altri stati, non c'era più bisogno di niente, ma sull'isola la birra era gradita, soprattutto dai ragazzi giovani. E sì, anche i preservativi.
Era girata parecchia birra anche alla festa del falò, si ricordò in quel momento. "Birra?" esclamò Sabine "La birra l'hanno portata anche qui. Ma più che altro..."Ridacchiò guardando Britta al suo fianco.
Wolfrun non capiva molto bene e non capiva perché avrebbero dovuto andare da loro quella sera.
"E quindi, perché dovremmo andare al Reichstag?" chiese infatti.
Britta si spazientì mentre diceva: "Oh, dai! I militari! Giovani militari!" Oh.
STAI LEGGENDO
Tornare a Berlino
FanfictionJakob e Wolfrun vivono sull'isola di Lemnos da quando hanno lasciato Berlino a bordo del Pegaso. Con loro Ci sono Sebastian, Eleni e Anneke. Il virus è stato sconfitto e la vita ha ricominciato a scorrere. Jakob torna a Berlino quando Alexis ci va c...